ARCHIVIO  NEWS   (documenti,  iniziative sindacali e resoconto incontri)

  

II semestre 2004 e I trimestre 2005

FEBBRAIO 2005

 
24  febbraio 2005 

A fronte del nulla, confermiamo lo sciopero del 4 marzo - Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

23  febbraio 2005  rinnovo CCNL medici e dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale: COMUNICATO STAMPA DI ROSSANA DETTORI - SEGRETARIA NAZIONALE  DELLA FP CGIL
18  febbraio 2005 
 

Vertenza  medici  e veterinari dipendenti, Dirigenza STPA del SSN: fallito il tentativo di conciliazione si va allo sciopero - Comunicato  

17  febbraio 2005 
 
Medici in sciopero il 4 marzo per il contratto e contro lo sfascio della sanità pubblica - Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici   
15  febbraio 2005 
 

RIFLESSIONI SULLA NUOVA CONVENZIONE NAZIONALE DI MEDICINA GENERALE - di Nicola Preiti-  Coordinatore nazionale FP CGIL Medici - Medicina Generale

10  febbraio 2005 
 

La nuova  convenzione nazionale, riguardante oltre 13.000 medici specialisti ambulatoriali, psicologi, biologi e chimici, ha raggiunto ieri sera il traguardo della firma definitiva - COMUNICATO STAMPA Di Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici per la medicina generale e convenzionata 

09  febbraio 2005 
 

Abbandonato il tavolo contrattuale a fronte delle proposte inaccettabili delle Regioni.
Non ci resta che scioperare
-
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

  Inaccettabile la proposta dell’ARAN: i sindacati medici e veterinari abbandonano il tavolo della trattativa
  IL DOCUMENTO UNITARIO DELLE OO.SS. PRESENTATO ALL'ARAN
08  febbraio 2005 
 
BOZZA DI CONTRATTO COLLETTIVO NAZIONALE DI LAVORO DELL’AREA DELLA DIRIGENZA MEDICO - VETERINARIA DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE PARTE NORMATIVA QUADRIENNIO 2002/2005 E PARTE ECONOMICA BIENNIO 2002-2003  
GENNAIO 2005  
31 gennaio 2005 
 

LA FP CGIL MEDICI NON PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DELLA U.M.SPE.D. E CRITICA LE AFFERMAZIONI DI CLINI - Comunicato

25 gennaio 2005 
 

NO ALLE PRESTAZIONI AGGIUNTIVE. SI ALLE ASSUNZIONI DI NUOVI MEDICI -
Comunicato Stampa di Pierluigi Grande, Coordinatore della Segreteria Nazionale della  FP CGIL Medici 

20 gennaio 2005 






 

Nell’incontro del 19 gennaio all’ARAN la trattativa entra nel vivo

COMUNICATO STAMPA - Di Nicola Preiti, Coordinatore  Nazionale FP CGIL Medici  - Medicina Generale -
Rinnovata la convenzione nazionale della Medicina Generale  - IPOTESI DI ACCORDO

COMUNICATO STAMPA Di Nicola Preiti,  Coord. Naz.le FP CGIL Medici per la medicina generale e convenzionata -
Siglata la preintesa  per il rinnovo della convenzione nazionale degli specialisti ambulatoriali

19 gennaio 2005 
 

Dalla trattativa la buona notizia del 90% dei medici in esclusiva, ma costretti minacciare lo sciopero contro le Regioni per i nodi ancora aperti - Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

14 gennaio 2005 

RINNOVO CONTRATTO MEDICI E VETERINARI: L’ANNO È NUOVO, I PROBLEMI RESTANO QUELLI VECCHI

13 gennaio 2005 

La trattativa continua ma i nodi restano - DICHIARAZIONE DI M. COZZA SEGRETARIO NAZ.LE FP CGIL MEDICI

11 gennaio 2005 MEDICINA GENERALE:  RINNOVO DELLA CONVENZIONE NAZIONALE  
07 gennaio 2005 RAGGIUNTO L'ACCORDO PER IL RINNOVO DELLA CONVENZIONE DI MEDICINA GENERALE - COMUNICATO STAMPA
 

ARCHIVIO ANNO 2004
 

    

Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 
 

L’ECM deve essere garantita dalle Asl.
Pari dignità per i medici del territorio e per i veterinari

 

         Ancora una volta, prima tutti parlano di formazione, della sua importanza strategica per il paese e per la sanità, poi, quando si tratta di prendere impegni precisi, le parole seguono il vento.

         E’ dequalificante che l’obbligo della formazione con l’Ecm sia condizionato sulla base delle risorse delle Asl, così come oggi è emerso nella trattativa per il rinnovo del contratto dei medici.

         Riteniamo che se c’è la volontà, le Asl sono in grado, con risorse limitate, a far fronte all’Ecm per tutti i medici. Non si tratta di mandare all’estero i medici, ma di organizzare corsi qualificati nelle Asl, utilizzando anche le moderne tecnologie di comunicazione audio-visiva.

         Mantenere una situazione di confusione, tra le Asl che avrebbero le risorse e non, favorisce inoltre chi ha interessi nel mercato della formazione, a discapito di una Ecm non condizionata.

 

         Abbiamo proposto, insieme all’Umsped, di eliminare dal testo le parti che regolamentano in modo preciso l’eventuale svolgimento delle guardie in attività libero professionale aziendale, ritenendo che la via prioritaria per rispondere ai bisogni di assistenza sia procedere alle assunzioni a tempo indeterminato.

         Comunque, alla luce del diniego rispetto alla richiesta di eliminazione della regolamentazione delle guardie in libera professione aziendale, siamo stati l’unica organizzazione sindacale che ha richiesto di dare pari dignità anche ai medici che non effettuano le guardie, ed in primo luogo ai veterinari.

         Abbiamo infatti proposto di inserire, almeno a titolo di esempio, tra le possibilità di svolgimento in attività libero professionale aziendale oltre le guardie, anche le visite domiciliari per i medici del territorio, e per i veterinari le attività di macellazione e la vigilanza notturna nei mercati all’ingrosso. 

Roma, 24 marzo 2005

 


  

COMUNICATO STAMPA

Di Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici Medicina Generale

 

La FP CGIL Medici esprime la propria soddisfazione per la definitiva approvazione, da parte della Conferenza Stato Regioni, delle convenzioni nazionali dei medici di medicina generale e degli specialisti ambulatoriali. 

E’ un atto di responsabilità delle Regioni, apprezzato dagli oltre 70000 medici che aspettavano da piu’ quattro anni il riconoscimento del diritto al rinnovo del contratto di lavoro. Ulteriori ritardi non potevano essere tollerati. 

E’ un respiro di sollievo per le cure primarie e per l’assistenza territoriale ai cittadini  che altrimenti sarebbero state definitivamente compromesse. 

Le Regioni hanno mantenuto gli impegni che avevano  assunto firmando gli accordi con le OO.SS.. Sono comunque innegabili i problemi complessivi di sottofinanziamento del SSN, evidenziati anche dalla Corte dei Conti, e che  il Governo è tenuto ad affrontare senza illusionismi.   
 

Roma, 23 marzo 2005

 


 

Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
I medici confermano lo sciopero del 18 con il pubblico impiego

 

A tutt’oggi per i medici e per tutto il pubblico impiego non c’è un euro in più rispetto al 4,31% previsto dalla Finanziaria, e certamente i pochi decimali di possibile incremento ventilati dal Presidente del Consiglio non sono assolutamente sufficienti per il rinnovo del secondo biennio economico  2004-2005, per il quale chiediamo un aumento dell’8%.

I medici confederali, che unitariamente rappresentano la maggiore forza sindacale medica, non possono pertanto che scioperare nuovamente e manifestare a Roma venerdì 18 marzo, insieme a tutto il pubblico impiego, per affermare il diritto al rinnovo del secondo biennio economico del contratto.

Comunque le urgenze saranno garantite, mentre potranno saltare gli interventi, le visite e gli esami diagnostici programmati, considerando che oltre ai medici venerdì scioperano i dirigenti sanitari ed il personale del comparto, a partire dagli infermieri. 

Questa mattina presso l’Aran, sembra invece essere ripartita con il piede giusto la trattativa per l’area medica riguardante il primo biennio economico 2002-2003 ed il quadriennio economico 2002-2005.

Certamente vi sono ancora nodi da sciogliere sulla parte normativa, quali l’orario di lavoro, l’Ecm, valutazione dei dirigenti, incarichi in seguito a valutazione positiva, comitato dei garanti, relazioni sindacali, regolamentazione contratti atipici, ma sembra che vi siano i presupposti per arrivare entro aprile ad una intesa accettabile, considerando che per la parte economica sembra ormai acquisita la possibilità per tutti i medici di un tabellare equiparato a quello di tutti gli altri dirigenti dello stato.

 Roma, 16 marzo 2005


  
 

COMUNICATO STAMPA

di Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici medicina generale

 

         Sono di rilievo le motivazioni della Corte dei Conti sulle convenzioni di medicina generale e specialistica ambulatoriale. 

La certificazione non positiva in realtà non riguarda le Convenzioni, riguarda il Governo e la sua fallimentare politica economica. Ed effettivamente, da questo punto di vista, è ineccepibile. 

E’ certificato, anche dalla Corte dei Conti, che il Governo stà distruggendo il SSN privandolo dei finanziamenti indispensabili alla sua sopravvivenza.    

Le cifre riportate, già note peraltro, sono come pietre:

-   11,1 miliardi di euro sono il disavanzo regionale imputabile alla sanità per gli anni 2001-2003, e il Governo si è presentato con 2 miliardi.

-   la mancanza di 5,5 miliardi di euro per il pieno finanziamento del 2004

-   la sottostima del finanziamento per il 2005:  88.195 milioni di euro previsti a fronte del fabbisogno stimato dalle Regioni di 90,1 miliardi di euro. 

Da ciò come non affermare tecnicamente che “…in tale stato di criticità…non sembrano sussistere, allo stato degli atti, i presupposti per una valutazione positiva di compatibilità e sostenibilità finanziaria degli oneri..”

A rigor di logica, in tale stato di criticità,  le convenzioni si possono rinnovare solo prevedendo la riduzione dello stipendio dei medici, rispetto al 2000 e prevedendo la contrazione dei servizi ai cittadini, altro che garanzia dei LEA.  

Non è sufficiente il senso di responsabilità delle OO.SS. firmatarie, riconosciuto dalla Corte, che non hanno preteso il recupero completo dell’inflazione reale.

E poi ci si viene a raccontare la favola della riduzione delle tasse! 

Per quanto riguarda poi il criterio quantificatorio adottato, sicuramente la SISAC saprà fornire gli ulteriori elementi valutativi necessari al chiarimento dello stesso. Peraltro sono note  e riconosciute sia la quantità di risorse necessarie al rinnovo (1.112 milioni di euro), sia la base di partenza degli incrementi (monte compensi 2000) nonché gli incrementi stessi, fissati dal comitato di settore.  

Ora è bene che ognuno si assuma le proprie responsabilità di fronte ai medici ed ai cittadini. Le OO.SS. hanno già fatto la loro parte.

La parte pubblica, Regioni e Governo, hanno condiviso l’accordo.  Non è questo un accordo fatto solo fra sindacati. E’ da presumere che il Comitato di Settore, la conferenza dei Presidenti ed il Governo sapessero cosa stava firmando la struttura tecnica SISAC ed avessero previsto le modalità per far fronte all’impegno finanziario. O la trattativa è stata una farsa che ha trovato una conclusione che non si doveva trovare? 

La decisione è quindi politica e le Regioni ed il Governo l’hanno già presa esprimendo parere favorevole all’ipotesi di accordo

Si chiariscano fra Governo e Regioni, e la Conferenza Stato-Regioni produca gli ulteriori elementi valutativi alla Corte sulla individuazione delle fonti di finanziamento e sulla sostenibilità finanziaria, ma intanto faccia comunque entrare in vigore gli accordi. 

Roma 14/03/2005
 


  

Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Medici in sciopero il 18 marzo. Ancora promesse non mantenute

 

Il Governo e le Regioni, nonostante siano trascorsi 39 mesi dalla scadenza del contratto, continuano imperterriti con le promesse non mantenute. 

Il Governo, per voce del sottosegretario Casellati, aveva affermato, in occasione del precedente sciopero del 4 marzo, che stava verificando i conti con il Ministero dell’Economia e le Regioni. Dopo 7 giorni, non avendo avuto più notizie, possiamo solo supporre che mentre per i futuri tagli delle tasse i soldi sono già stati trovati, per i medici e per tutto il pubblico impiego non c’è un euro. 

Le Regioni, per voce dell’Assessore al Bilancio della Regione Lombardia Colozzi, avevano promesso che entro una settimana l’Aran, l’Agenzia che conduce la trattativa, avrebbe presentato una nuova proposta contrattuale per i medici ed i dirigenti sanitari, accogliendo le richieste sindacali e mantenendo ferma solo la questione dell’orario di lavoro, da collegare al problema delle liste di attesa.  I giorni della settimana sono trascorsi ma dall’Aran non è arrivata nessuna proposta.  

I medici confederali, che unitariamente rappresentano la maggiore forza sindacale medica, non possono che scioperare nuovamente venerdì 18 marzo, insieme a tutto il pubblico impiego, per affermare il diritto al rinnovo del contratto. 

Roma, 10 marzo 2005

 


 LETTERA DI ADESIONE allo sciopero nazionale del Pubblico Impiego del 18 marzo 2005, dell’Area 3 della dirigenza Amministrativa, Sanitaria, Tecnica e Professionale, dell’Area 4 della dirigenza Medica e Veterinaria -
Lettera unitaria alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Commissione di Garanzia per l’attuazione della Legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali  (9 marzo 2005)


 

Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Successo sciopero medici, il 18 marzo si replica 

Il pieno successo dello sciopero dimostra ancora una volta che la ragione è dalla nostra parte.

Il mancato rinnovo del contratto dei medici è una storia di malasanità di Governo e Regioni che colpisce i medici impegnati negli ospedali pubblici, lasciati con retribuzioni ferme al 2001, senza tutela assicurativa, senza formazione garantita, senza ruolo nel governo clinico delle Asl, ed ai quali si chiede anche di lavorare altre due ore in più a settimana, con ripercussioni negative sulla qualità del lavoro dei medici e dell’assistenza sanitaria per i cittadini.

Non vogliamo elemosine elettorali ma esigiamo il diritto ad un vero contratto.

Adesso, dopo il successo dello sciopero, le Regioni diano mandato all’Aran di presentarci già nei prossimi giorni una nuova proposta contrattuale accettabile, per chiudere il contratto riguardante il primo biennio economico ed il quadriennio normativo, così come già avvenuto per il resto del pubblico impiego.

La nostra protesta comunque continuerà il 18 marzo, quando i medici confederali, che unitariamente rappresentano la prima forza sindacale medica, sciopereranno nuovamente e manifesteranno a Roma, insieme a tutti gli altri operatori della sanità e del pubblico impiego, per rivendicare l’8% per il secondo biennio economico a fronte del 4% proposto dal Governo. 

Roma, 4 marzo 2005


 


COMUNICATO STAMPA
Di Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici Medicina Generale

Ancora ritardi per il rinnovo dell’ACN di medicina generale.
Questa volta è la Corte dei Conti che rinvia la definitiva approvazione dell’ACN della medicina generale prevista per oggi.

La Corte dei Conti entro 10 giorni produrrà le motivazioni della sua mancata certificazione. Siamo curiosi di conoscerne le argomentazioni, visto che la SISAC, per quanto ci risulta, ha fornito tutta la documentazione e le spiegazioni richieste.

Dalla comunicazione odierna della Corte dei Conti non sembrano comunque emergere problematiche “tecniche”: si parla infatti di una non sostenibilità finanziaria degli oneri quantificati e previsti per il rinnovo della convenzione.

Se non ci sono errori e tutto è chiaramente definito, questa è una decisione politica, ed è una decisione politica che le Regioni hanno già preso esprimendo parere favorevole all’ipotesi di accordo. O si vuole ulteriormente sottofinanziare il sistema? E chi lo decide?

Si chiarisca tutto, ed al più presto. Dopo quattro anni di attesa ogni giorno pesa sulla categoria e sulla sanità pubblica.

Verificate le argomentazioni della Corte dei Conti, la Conferenza Stato-Regioni faccia entrare in vigore l’Accordo senza indugi, confermando l’impegno preso con le OO.SS. a beneficio delle cure primarie.


Roma, 4 marzo 2005

 

 

  
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

Sciopero medici. Nonostante Sirchia, solo fumo

 

Il nostro bilancio dopo 39 mesi, nonostante Sirchia, è stupefacente: al posto del contratto solo fumo.

Dopo oltre tre anni solo incontri, promesse ed annunci di tavoli tecnici governativi. Le parole non bastano più. Ci fermeremo solo a fronte di precisi impegni contrattuali sottoscritti.

Chiediamo al Governo ed alle Regioni in quale paese occidentale vengono lasciati da 39 mesi i medici senza contratto, proprio i medici che tutti i giorni sono impegnati a lavorare in uno dei sistemi sanitari più apprezzati a livello internazionale. 

E certamente non è accettabile una proposta di contratto che prevede oltre 40 ore di lavoro a settimana, a fronte delle attuali 38, compromettendo la qualità dell’assistenza a scapito sia dei medici che dei cittadini. 

Per queste ragioni i medici ed i dirigenti sanitari si fermeranno per l’intera giornata di venerdì 4 marzo, e manifesteranno con un sit-in davanti alla sede romana delle Regioni.  

Senza risposte le nostre azioni diventeranno sempre più incisive, cercando di limitare il disagio dei cittadini. 
 

Roma, 2 marzo 2005

 


  
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

A fronte del nulla, confermiamo lo sciopero del 4 marzo 

Le voci e le veline che in questi giorni si stanno rincorrendo in merito alla possibilità di soluzioni che determinino la  sospensione dello sciopero del 4 marzo sono a tutt'oggi senza alcun riscontro reale. 

Inseguire fantasiosi decreti legge o accordi ponte non giova ai medici che giunti a questo punto, dopo 38 mesi, hanno il diritto ad avere un vero contratto, quantomeno dignitoso.  

Non ci sono più alibi per la parte pubblica per non darci le risposte vere alle nostre richieste che sono ben conosciute. Rimangono solo pochi giorni alle Regioni ed al Governo per presentarci una proposta contrattuale accettabile.  

E sia ben chiaro che lo sciopero del 4 marzo, con la manifestazione delle segreterie nazionali davanti alla sede delle Regioni, rappresenterà solo la prima di una serie di azioni di protesta che, ancora una volta, vedranno unite tutte le organizzazioni sindacali.  
 

Roma, 23 febbraio 2005

 


  
Vertenza  medici  e veterinari dipendenti, Dirigenza STPA del SSN:
fallito il tentativo di conciliazione si va allo sciopero

 

E’ fallito il tentativo di conciliazione tra le OO.SS. della dirigenza medico-veterinaria e Dirigenza STPA  e la controparte pubblica, svoltosi al Ministero della Funzione Pubblica per scongiurare l’iniziativa di sciopero già minacciata dai sindacati nel documento unitario del 9 e del 12  febbraio.

Dimostrando un’ inaccettabile atteggiamento di chiusura verso la parte sindacale, infatti, sia il rappresentante delle regioni che quello del Ministero del Tesoro hanno disertato l’incontro rendendo quindi impossibile ogni riapertura del dialogo. 

Preso atto di questa chiusura le OO.SS. mediche e veterinarie e dirigenti STPA  hanno proclamato uno sciopero che avrà luogo venerdì 4 marzo per l’intera giornata.

Gli obiettivi che si pone questa iniziativa sindacale sono:

-   La modifica della parte normativa proposta dall’ARAN, del tutto inaccettabile in quanto peggiorativa del contratto vigente del quale si chiedeva invece una modifica in senso positivo

-   La disponibilità di finanziamenti adeguati a garantire il rinnovo contrattuale. 

Questa iniziativa di sciopero andrà a sommarsi allo sciopero generale dei lavoratori pubblici, indetto da CGIL, CISL e UIL per il 18 marzo per protestare contro il mancato rinnovo del II Biennio del CCNL dei lavoratori pubblici, a conferma della forte volontà comune a tutti i lavoratori di ottenere quel contratto che è un loro diritto.

 

Il Segretario Nazionale FP CGIL Medici                              Per la Segreteria FP CGIL Nazionale
            Massimo Cozza                                                             Rossana Dettori                                 
 

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RIFLESSIONI SULLA NUOVA CONVENZIONE NAZIONALE DI MEDICINA GENERALE.

 

          Trovare in una convenzione nazionale qualcosa che non si condivide o che ognuno avrebbe scritto diversamente, è un esercizio più semplice e più comune che stilare la formazione della nazionale di calcio. 

            La convenzione nazionale di medicina generale è un accordo che porta a sintesi una innumerevole mole di proposte, di interessi, di richieste, di pressioni, di esigenze. Ed è frutto di trattative serrate e faticose. Accendere i riflettori su un elemento, darne una interpretazione magari forzata e valutare il prodotto finito sulla base di esso è fuorviante e significa  trascurare e sbilanciare l’equilibrio.

            Se poi si imputano alla nuova convenzione responsabilità che sono da un’altra parte, ad esempio in Finanziaria, come l’obbligo di invio del certificato di malattia per via telematica (comma 149), o si considera inaccettabile quello già presente ed accettato nella convenzione vigente, non c’è ragionamento ed analisi che tenga. E certamente non si contribuisce al dibattito per la ricerca di soluzioni migliori.

          Bisogna guardare i fatti senza pregiudizi, valutare il risultato nel suo complesso e nel suo contesto, se è in linea con le proprie idee non se realizza tutti i sogni di ognuno.

Primo elemento di valutazione, il tempo ed il valore economico: la convenzione arriva con quattro anni di ritardo e scade il 31 dicembre 2005, (pur rimanendo in vigore fino alla stipula del nuovo accordo).

       Abbiamo denunciato pubblicamente, con varie manifestazioni e scioperi ed anche in una audizione parlamentare l’intollerabile ritardo, ed abbiamo accusato Governo e Regioni (ognuno per la sua parte) di non volere il rinnovo come misura economica di contenimento delle spese in sanità. E’ stato anche adombrata ufficialmente la proposta indecente: i contratti non si rinnovano e con i soldi risparmiati di riducono le tasse. 

Ora è vero che il Governo ha messo a disposizione del rinnovo una scarsa quantità  di risorse economiche e che lo sviluppo delle cure primarie necessita di investimenti sostanziali, che non si sono neanche intravisti, e questo rimane un problema; ma recuperare la sostanza del potere d’acquisto dello stipendio dei medici eroso in questi quattro anni, avviare un riequilibrio economico interno alla categoria dando respiro e dignità anche alle fasce deboli, valorizzare economicamente i medici di guardia medica e di emergenza  (abbiamo strappato per loro un incremento mai visto prima) e fare emergere normativamente la loro indispensabilità per organizzare e migliorare le cure primarie, non è il massimo, perché c’è sempre il “più uno”, ma si poteva rifiutare per l’assenza dei maggiori investimenti da noi stessi tanto invocati?  Sarebbe stato meglio continuare ad aspettare? Con il rinnovo della convenzione è scaduto forse il termine per sollecitare investimenti in medicina generale? Purtroppo eravamo lì a rinnovare la convenzione non a votare la sfiducia al Governo. 

          L’altro elemento di riflessione temporale, la scadenza al dicembre 2005, deve essere considerato insieme all’altro aspetto strutturale nuovo nei rapporti tra i medici e la parte pubblica:  la esistenza della SISAC. Dopo ogni rinnovo convenzionale c’era un “rompete le righe” per cui in sostanza ci si rivedeva al successivo rinnovo con una nuova e diversa delegazione di parte pubblica. Oggi invece esiste questo organismo stabile, un interlocutore sempre presente che può essere  chiamato in causa per il rispetto della convenzione nella sua vigenza, per verificare ed eventualmente perfino “vicariare” gli accordi regionali, per intervenire su eventuali effetti distorsivi della convenzione e soprattutto per proseguire il dialogo in vista del prossimo e relativamente vicino rinnovo. E certo l’esperienza applicativa di questa convenzione sarà preziosa.

Insomma, c’è una “manutenzione” continua, non si riapre il cantiere ogni 4-5 anni a suon di proteste dei medici. 

 

Secondo elemento di valutazione. Il rinnovo della convenzione doveva rispondere al  nuovo assetto istituzionale conseguente alla modifica del Titolo V della Costituzione.

 

Frenare la deriva devoluzionistica che ci avrebbe portato a 21 sistemi sanitari non era per nulla scontato all’inizio.

Abbiamo ottenuto che ogni figura professionale avesse la garanzia di un contratto nazionale, con tutto quello che implica nella formazione delle graduatorie, negli accessi, nella libera circolazione, ecc.

Abbiamo ottenuto la garanzia nazionale, perfino con un potere sostitutivo centrale delle OO.SS. nazionali e della Sisac, di una applicazione uniforme dell’accordo e della stipula degli accordi in tutte le regioni. Ciò a garanzia degli obiettivi contrattuali economici e normativi, ed a garanzia dei livelli essenziali di assistenza nelle cure primarie da erogarsi ai cittadini ovunque residenti.

Insomma con questa convenzione la piena autonomia organizzativa delle Regioni si sviluppa in un quadro di riferimento nazionale certo per obiettivi di salute e per  garanzie verso gli operatori. E’ una soluzione che rafforza quindi il sistema sanitario nazionale unico, universale e solidale.

E’ per noi quindi un esempio positivo di federalismo.

L’alternativa sarebbe stata subire la deriva federalista o mettere la testa sotto la sabbia e negare le modifiche istituzionali. L’applicazione pratica degli accordi regionali ci dirà su cosa intervenire per coniugare meglio le esigenze di garanzia nazionale del sistema con quelle organizzative regionali. 

 

Terzo elemento di valutazione. La convenzione doveva rispondere alla necessità di migliorare la strutturazione delle cure primarie nell’ambito del SSN, e nel rispetto dei diritti e della dignità di tutti i medici del settore.

 

C’era il rischio che si compromettessero le cure primarie perché quando le risorse mancano ne risente per primo chi è meno strutturato e radicato. C’era il rischio che la strutturazione delle cure primarie andasse nella direzione di una privatizzazione delle stesse, allontanandole dal SSN, e c’era il rischio che nella confusione della integrazione qualcuno potesse essere “integrato” da qualche altro, e c’era il rischio che servizi che oggi sono consolidati come la guardia medica venissero dissolti in formule organizzative indefinite.

Bene, premettendo che questi rischi, come i possibili miglioramenti, non sono esclusi per definizione dalla nuova convenzione , si può tranquillamente affermare che essa si muove su tre direttrici fisse:

-   la prima è il ruolo insostituibile del distretto e del SSN pubblico, la convenzione è nel solco della 502/92: è nel distretto che dovranno essere organizzate dalle Aziende le cure primarie, qualunque forma organizzativa, anche quelle più complesse e comunque sperimentali, dovrà trovare una organizzazione distrettuale. Non ci dovranno essere insomma altri sottocentri di potere alternativi nel territorio.

-  La seconda è la conservazione del rapporto di convenzione del SSN con il singolo medico e del rapporto di fiducia con il medico di famiglia da parte del cittadino. Non esistono gruppi, associazioni o società che possano convenzionarsi con il ssn per offrire le cure primarie. In più si estende la possibilità per il medico di aderire volontariamente a livelli organizzativi complessi che innalzano, con l’integrazione di altri professionisti e altro personale sanitario, il livello delle prestazioni erogabili ai cittadini.

-  La terza è garantire, da parte del sistema, la continuità dell’assistenza e la presa in carico dei cittadini. Per questo obiettivo bisogna per un verso dimenticare il medico di famiglia che lavora in solitudine nel suo studio, e per altro verso bisogna utilizzare e valorizzare tutte le risorse disponibili nel territorio a partire dai medici di guardia medica. Con questo accordo si è indicata la strada per far uscire il medico di guardia dal ghetto dandogli una prospettiva di sviluppo professionale nelle cure primarie. D’altra parte, a difesa da eventuali tentativi di subordinazione, è sancita l’adesione volontaria dei medici a qualunque nuova forma organizzativa sperimentale.

 

Questi sono è vero i presupposti normativi per il raggiungimento degli obiettivi. Non ci sono formule magiche e bisognerà lavorare molto a livello regionale per dare gambe ai progetti e soprattutto ci vorranno gli investimenti adeguati che per adesso, come dicevamo, mancano. Gli accordi regionali saranno un banco di prova fondamentale per la natura stessa di questa convenzione, e quello che è previsto non si può, specialmente per la novità del caso, ritenere acquisito definitivamente: parliamo di processi non di eventi.

Ma certo aver fissato un percorso e stabilito regole e garanzie significa certamente dare un forte stimolo allo sviluppo e significa anche attrarre gli investimenti verso le cure primarie. La firma della convenzione nazionale non chiude quindi nessun dibattito e nessuna prospettiva, e sicuramente non esaurisce le nostre idee e le nostre proposte per il miglioramento delle cure primarie. 

Sulla base della valutazione di questi macro-elementi, che costituiscono la sostanza della convenzione nazionale di medicina generale,  la FP CGIL Medici ha firmato l’accordo ed espresso la propria soddisfazione. Sempre nel complesso e nel contesto.

 Roma, 14 febbraio 2005

 

                                                                       Nicola Preiti
                                                        Coordinatore nazionale FP CGIL Medici - Medicina Generale

 


 

COMUNICATO STAMPA

Di Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici per la medicina generale e convenzionata 

 

Anche la nuova  convenzione nazionale, riguardante oltre 13000 medici specialisti ambulatoriali, psicologi, biologi e chimici, ha raggiunto ieri sera il traguardo della firma definitiva.  

La FP CGIL Medici ha firmato l’Accordo e lo ritiene un accordo di svolta e di rilievo non solo per i medici ed i professionisti interessati, ma soprattutto per le esigenze di strutturazione delle cure primarie nel territorio, che non possono prescindere da un intervento multiprofessionale.

Con questo nuovo tassello, che si unisce alla già rinnovata convenzione di medicina generale,  le cure primarie escono dalla genericità per avviarsi verso la concreta definizione. E tutto ciò che consolida il territorio per noi consolida il SSN. 

Ha cambiato le prospettive del settore l’accoglimento delle nostre sollecitazioni, da parte della Sisac e delle Regioni, sulla riapertura dell’area. E’ stato recepito infatti dalla Finanziaria l’emendamento presentato dalle Regioni che consente questa riapertura.

Le Regioni potranno infatti decidere la trasformazione degli incarichi a tempo determinato, che durano da più di tre anni, in incarichi a tempo indeterminato. Questo non solo colpisce la inaccettabile  precarietà endemica nel settore, ma da prospettive di sviluppo professionale ed il giusto riconoscimento del ruolo e della funzione degli specialisti ambulatoriali.

Si è finalmente compreso che lo sviluppo delle cure primarie non può prescindere dalla presenza e dalla attività professionale degli specialisti ambulatoriali. La deospedalizzazione, la riduzione dei ricoveri impropri, le dimissioni protette, il portare l’assistenza vicino al paziente, possono essere realizzate solo con una forte presenza nel territorio della specialistica ambulatoriale. 

Inoltre non è possibile alcuna integrazione professionale o sperimentazione di forme organizzative complesse come le Utap senza il diretto e completo coinvolgimento di questa categoria.

Questo accordo, in sintonia con quello della medicina generale, si muove in questa direzione coerentemente con quanto previsto dalla conferenza Stato-Regioni per promuovere l’integrazione di tutte le figure professionali operanti nel territorio ( Medici di Famiglia, specialisti ambulatoriali, medici di guardia medica, di emergenza territoriale, della medicina dei servizi e pediatri di libera scelta).

Emerge da questo accordo anche il ruolo imprescindibile del Distretto, e del SSN nelle sue articolazioni organizzative territoriali, come centro coordinatore delle cure primarie in tutte le sue componenti, così come previsto dalla Riforma Sanitaria. 

Le caratteristiche di adattabilità e flessibilità organizzativa in relazione alle esigenze del territorio, tipiche della specialistica ambulatoriale, escono valorizzate dall’accordo, con la possibilità di una maggiore definizione in sede locale. Anche qui gli accordi regionali assumeranno un valore determinante per realizzare gli obiettivi fissati. 

Questo accordo consente inoltre agli specialisti di essere più protagonisti della loro attività, attraverso una maggiore responsabilità organizzativa che può essere assunta con incarichi di coordinamento della attività di ogni branca. Quindi da un lato più autonomia e dall’altro più governo clinico. 

Risolto anche l’annoso problema ( che ci stava molto a cuore) della precarietà dei circa 1200 medici veterinari, che oggi operano con una serie variegata di contratti e convenzioni atipiche: entro 90 giorni le parti firmatarie del presente accordo definiranno per loro una specifica normativa.

Obiettivo raggiunto anche per i medici provenienti da Ministero di Grazia e Giustizia, operanti nella attività penitenziaria, entreranno a pieno titolo in questa convenzione trovando così una corretta collocazione giuridica e contrattuale. 

Roma, 10-02-2005

 


 
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Abbandonato il tavolo contrattuale a fronte delle proposte inaccettabili delle Regioni.
Non ci resta che scioperare 

Il rinnovo del contratto è una odissea che dura da 38 mesi. E’ paradossale che si continui a prendersi gioco di 108.000 medici impegnati nella sanità pubblica, portandoli alla esasperazione, quando basterebbe presentare nei prossimi giorni un testo normativo accettabile per chiudere il contratto per il primo biennio, così come già fatto per tutto il pubblico impiego. 

C’è invece chi sembra giocare allo sfascio e contro la sanità pubblica, in modo irresponsabile. 

A fronte del diritto al rinnovo contrattuale per i medici le Regioni da mesi sfornano testi normativi sempre inaccettabili, con una contropartita economica del 5,98 % già stabilita, accettata e dovuta per il primo biennio economico. 

Le Regioni ci chiedono di lavorare due ore in più a settimana, di continuare a rimanere marginali rispetto alle scelte del Direttore Generale che hanno profonde ricadute sulla vita lavorativa dei medici. 

Pretendono per le Asl il libero arbitrio sul destino professionale dei medici anche in caso di valutazione positiva, non vogliono maggiori garanzie per il recesso del rapporto di lavoro del medico, e non accettano di farsi carico di garantire a tutti i medici la formazione obbligatoria dell’Ecm. 

Infine invece di introdurre obbligatoriamente le procedure per il rischio clinico in tutte le Asl, con una rilevante riduzione dei rischi sanitari per i cittadini e la possibilità di assicurare da parte delle Asl tutti i medici anche per colpa grave, lasciano i medici in balia delle assicurazioni. 

E’ un gioco al massacro che rischia di ledere l’impegno dei medici nella sanità pubblica. Non ci resta che scioperare, ancora una volta tutti insieme. 

Roma, 9 febbraio 2005
 


    
 

Inaccettabile la proposta dell’ARAN: i sindacati medici e veterinari abbandonano il tavolo della trattativa

 

Le OO.SS della dirigenza medico veterinaria hanno abbandonato questa mattina il tavolo della trattativa per il rinnovo dei rispettivi  CCNL, ritenendo inutile la prosecuzione di una negoziazione che vede la controparte pubblica del tutto indisponibile ad un reale e concreto confronto sui nodi del rinnovo contrattuale in corso.

La nuova bozza di articolato presentato oggi dall’ARAN accoglie infatti in modo del tutto marginale le richieste delle OO.SS., riproponendo invece ancora una volta proposte già dichiarate inaccettabili da parte sindacale.

Le relazioni sindacali, l’orario di lavoro, le garanzie in caso di recesso, la copertura assicurativa, l’ECM, la semplificazione della valutazione dei dirigenti, l’affidamento e revoca degli incarichi dirigenziali restano tutti come nodi irrisolti o risolti in modo del tutto insoddisfacente nel testo proposto, quasi che la contrattazione fosse cominciata soltanto ieri e non fosse già in corso da cinque mesi.

Per questo oggi la FP CGIL Medici, unitamente alle altre  OO.SS. ha interrotto la trattativa ed indetto lo stato di agitazione, preludio di ulteriori e più incisive azioni di protesta.

E’ infatti evidente che i sindacati della dirigenza medico veterinaria del SSN non sono disponibili  in nessun modo ad accettare, dopo un’attesa durata  38 mesi,  un contratto peggiorativo sul piano normativo o penalizzante sul piano economico.

Ovviamente l’obiettivo non è lo scontro, ma un salto di qualità della trattativa che la porti ad una soluzione rapida e soddisfacente per le parti.

Si auspica pertanto che la parte pubblica voglia recedere dal proprio atteggiamento di ostinata chiusura ed adottare un atteggiamento di reale confronto, accogliendo in modo sostanziale le richieste sindacali sulla parte normativa e consentendo così di firmare in tempi rapidi  un accordo che comprenda appunto la parte normativa ed almeno il primo biennio economico.    

 Roma, 9 febbraio 2005

                     


 

LA FP CGIL MEDICI NON PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DELLA U.M.SPE.D. E CRITICA LE AFFERMAZIONI DI CLINI

 

La FP CGIL Medici aveva aderito, insieme a tutte le altre OO.SS. Mediche Nazionali, ad una manifestazione indetta dalla O.S. Medica U.M.SPE.D. (Unione Medici specialisti Dirigenti) per il 31/01/05 presso il Cinema Acacia in Napoli, sul tema: “Nuove e più forti tutele nella applicazione dell’istituto del recesso”. 

La U.M.SPE.D. della Regione Campania, nello stesso volantino di comunicazione di detta manifestazione, aveva comunicato la proclamazione di uno sciopero con manifestazione dei Medici aderenti a tale sindacato, da svolgersi contestualmente alla manifestazione sopra richiamata, indetto “per l’annullamento del provvedimento di recesso adottato, in violazione delle norme contrattuali, dal dott. Claudio Clini, Direttore Generale dell’A.O. Santobono-Pausilipon di Napoli, nei confronti del dott. Vincenzo Carpino, Direttore della struttura complessa di Anestesia e Rianimazione, nonché Presidente Nazionale dell’A.A.R.O.I.”.

 Tale situazione ha provocato negli ultimi giorni confusione e strumentalizzazioni, determinate dall’ intreccio tra le due manifestazioni. A questa situazione la FP CGIL Medici Nazionale e la FP CGIL Regionale hanno voluto rispondere con chiarezza non partecipando alla manifestazione dell’U.M.SPE.D, pur ribadendo la propria disponibilità ad iniziative tese a realizzare nuove e più forti tutele nella applicazione dell’istituto del recesso” e contro gli “eccessi di potere” dei Direttori Generali, come evidenziato anche nella trattativa nazionale.

 In merito alla problematica riguardante il contenzioso tra il Dott. V. Carpino ed il Direttore Generale della A.O. Santobono-Pausilipono la FP CGIL Medici Nazionale e la FP CGIL Regionale, senza entrare nel merito della vicenda, la quale è tutt’ora al vaglio della Magistratura del Lavoro, nell’augurare allo Stesso Dott. Carpino di poter dimostrare le proprie ragioni in tali sedi, ribadiscono la fiducia nell’operato della Magistratura ed auspicano, altresì, che tale conflitto non pregiudichi ulteriormente l’assistenza agli Utenti.

 Infine, la CGIL-FP Medici Nazionale e la FP CGIL Regionale ritengono le affermazioni pronunciate dal Dott. Claudio Clini sulla problematica, (l’intenzione di voler “citare per danni il sindacato” perché il manifesto sindacale, per il suo contenuto, avrebbe arrecato “danni all’immagine del Direttore Generale”) gravemente lesive dei diritti, delle prerogative e delle libertà sindacali, ed invitano lo Stesso ad assumere atti ed atteggiamenti in funzione di corrette relazioni sindacali.

 Napoli, 31/01/05

 

        Il Segretario Nazionale                                                        Il Segretario Generale
         della CGIL-FP Medici                                                         della CGIL-FP Campania
            (Massimo Cozza)                                                                   (L. Savio)


 

  

Comunicato stampa  di Pierluigi Grande, Coordinatore della Segreteria Nazionale della  FP CGIL Medici 

NO ALLE PRESTAZIONI AGGIUNTIVE. SI ALLE ASSUNZIONI DI NUOVI MEDICI

 

E’ proseguita oggi all’ARAN la trattativa per il rinnovo del CCNL della dirigenza medica e veterinaria del SSN.

Si è discusso (al di fuori della bozza di documento presentata dal parte pubblica) di modifiche alla pronta disponibilità ed alle guardie. La proposta proveniente da alcune OO.SS è quella di prevedere che tutte le prestazioni eccedenti il normale orario di lavoro vengano fornite all’azienda dai dirigenti dell’azienda stessa come  libera professione intramoenia a carico del bilancio aziendale con tariffe definite a livello di contrattazione aziendale.    

La FP CGIL Medici ha ribadito che gli istituiti contrattuali della guardia e della pronta disponibilità non possono  né devono essere utilizzati quali strumenti di gestione ordinaria delle necessità prestazionali aziendali. E’ assoluta l’opposizione anche in merito alle ipotesi di utilizzo di personale aziendale in regime libero professionale  intramoenia per la copertura delle prestazioni eccedenti il normale orario di lavoro.

Riteniamo infatti – e lo abbiamo ribadito oggi – che la via da intraprendere per la soluzione del problema sia quella della copertura degli organici vacanti mediante l’assunzione dei medici e dei veterinari necessari alle esigenze aziendali.

Il medico deve avere il diritto ad una congrua retribuzione nell’ambito delle 38 ore lavorative,  senza sottostare a regimi cottimistici che non giovano né alla salute dei cittadini né alla qualità del lavoro medico.

Gli istituti della guardia e della pronta disponibilità devono rimanere strumenti per affrontare esigenze imprevedibili ed eccezionali e la loro sola modifica dovrebbe essere quella di una adeguata rivalutazione economica. 

  Durante la riunione è stato inoltre completato l’esame dell’articolato proposto dall’ARAN: di seguito si riportano i principali argomenti trattati. 

ECM : unanime la richiesta di porlo a carico dell’azienda: in cambio c’è la disponibilità  a trasformare una delle 4 ore di aggiornamento in orario di lavoro. E’ stato tuttavia chiarito che le aziende devono garantire la sua attuazione completa contrattando realmente con le OO.SS. le condizioni del suo svolgimento ed i percorsi formativi, nella scelta dei quali si deve tenere conto anche delle esigenze dei singoli dirigenti e non solo degli obiettivi aziendali.

 VERIFICA DEI RISULTATI E DELLE ATTIVITA’ DEI DIRIGENTI: nonostante l’atto di indirizzo prevedesse uno snellimento delle procedure di valutazione, il testo proposto dall’ARAN si mantiene complesso e macchinoso senza risolvere i veri problemi della valutazione. Per rendere le procedure più uniformi e semplici è stato concordato con la parte pubblica di riscrivere l’articolo 32 dell’attuale CCNL, suddividendolo in due articoli: il primo descriverà le procedure per la valutazione professionale, l’altro quelle della valutazione gestionale. Si spera con questo sistema di rimediare alle ambiguità interpretative del testo che ne rendono ancora molto difforme l’attuazione.       

EFFETTI DELLA VALUTAZIONE:  molte aziende continuano a non rinnovare l’incarico a dirigenti valutati positivamente nonostante il contratto lo preveda o a ritardare l’affidamento dell’incarico ai dirigenti che abbiano superato con valutazione positiva il primo quinquennio di lavoro. Perciò, non essendo possibile (secondo l’ARAN) riportare esplicitamente quest’obbligo nel testo, sarà aggiunta al contratto una apposita dichiarazione congiunta che dovrebbe risolvere il problema chiarendo questo aspetto. 

ESITI DELLA VALUTAZIONE NEGATIVA: nonostante tutte le OO.SS. abbiano ritenuto eccessivamente severa l’impostazione che è alla base di questo articolo, considerata anche la difficoltà del raggiungimento degli obiettivi assegnati nelle aziende con gravi problemi di organico o di dotazioni strumentali, esso non sembra modificabile in quanto discende direttamente dalle norme quadro sul pubblico impiego. L’ARAN si è impegnata ad un tentativo di revisione del testo per cercare di accogliere le richieste di parte sindacale.

 La prossima riunione sarà probabilmente intorno al 10 di febbraio: questo lasso di tempo è necessario per consentire all’ARAN di elaborare la bozza della parte economica e per formulare una ulteriore bozza di quella normativa. 

  Roma 25 gennaio 2005   

 


 

Comunicato Stampa
Di Nicola Preiti, Coordinatore  Nazionale FP CGIL Medici  - Medicina Generale

     

Rinnovata la convenzione nazionale della Medicina Generale.  L’accordo interessa complessivamente circa 63.000 medici tra medici di Assistenza Primaria, di Continuità Assistenziale, di Emergenza Territoriale e di Medicina dei Servizi; e riguarda soprattutto i cittadini ed il loro diritto di ricevere una  assistenza territoriale adeguata e di qualità.

Non si può dimenticare che l’accordo arriva con un ritardo di quattro anni ed ha richiesto  un anno di serrato confronto. Per la FP CGIL Medici è un accordo soddisfacente, che valorizza tutte le professionalità del settore ed avvia un processo di reale strutturazione del territorio e delle cure primarie. Questo risultato, non scontato, incontra un grande apprezzamento da parte della FP CGIL Medici in quanto rafforza e consolida il SSN nel suo complesso. Non esiste infatti SSN di qualità senza cure primarie come non possono esistere cure primarie efficienti senza SSN.

 Nonostante le scarse risorse economiche messe a disposizione dal Governo e la mancanza di investimenti adeguati alle esigenze delle cure primarie, l’accordo è innovativo e volto allo sviluppo delle cure primarie con una maggior integrazione delle figure professionali tra loro e dei medici con le strutture distrettuali del SSN al fine di migliorare la continuità dell’assistenza e garantire ai cittadini percorsi assistenziali sicuri ed efficienti. Il medico che lavora da solo nel suo studio staccato dal resto del sistema è una figura che dovrebbe diventare un ricordo. Bisognerà essere attenti comunque a non sostituire l’isolamento del medico con l’isolamento di piccoli gruppi di medici.

Il distretto, o comunque l’organizzazione pubblica della sanità territoriale, dovrà essere il centro di coordinamento di tutti gli interventi multiprofessionali che insieme concorreranno a dare continuità, unitarietà, efficienza e qualità all’intervento assistenziale.

 Con questo accordo, si è riusciti per un verso a mantenere il valore e le garanzie di un contratto nazionale per tutte le figure professionali della categoria e per l’altro si consentirà alle Regioni di organizzare e strutturare il servizio in modo più aderente alle esigenze dei singoli territori e dei cittadini in essi residenti. Si è riusciti insomma a coniugare il nuovo quadro istituzionale, derivante dalle modifiche del Titolo V della Costituzione, con il rafforzamento del SSN.

A questo proposito non è di secondaria importanza la presenza di un’interlocutore pubblico, la SISAC, stabile ed affidabile. Ciò consentirà di monitorizzare l’applicazione dell’Accordo nazionale in tutte le Regioni ed intervenire, con il contributo delle OO.SS. nazionali e con i meccanismi di garanzia previsti nell’accordo, sulle Regioni ritardatarie o inadempienti al fine di ottenere una reale garanzia di soddisfacimento dei LEA in tutto il territorio nazionale.

Un ruolo fondamentale infatti, nella realizzazione degli obiettivi di salute e di qualità possibili con questo accordo, lo giocheranno gli Accordi Regionali che le Regioni dovranno stipulare con le OO.SS

 Le Regioni avranno la possibilità di premiare realmente la professionalità ed il miglior servizio offerto ai cittadini limitando gli automatismi.

 Si è  anche riusciti a tutelare e a dare dignità, con questo accordo, alla parte meno garantita della categoria, ad ottenere un maggiore riconoscimento economico  e a valorizzare il ruolo dei medici del 118 e dei medici di continuità assistenziale, indicando anche per loro la strada per uscire dal ghetto di “medico di notte” per portarli gradualmente alla integrazione completa con le cure primarie.

E questo non è un favore che si fa ai medici: è sancito finalmente che le cure primarie non possono essere garantite dal solo medico di famiglia.  Senza sdoganare i medici di guardia dalla notte e senza attribuire ad essi ruolo e sviluppo professionale non c’è organizzazione delle cure primarie che regga.

 Rivolgeremo ora la nostra attenzione ed il nostro impegno al livello regionale e aziendale. E’ li che sarà delineato il profilo definitivo delle cure primarie. La FP CGIL Medici sarà presente in tutte le sedi per garantire la corretta applicazione dell’accordo e che i LEA delle cure primarie siano garantiti parimenti a tutti i cittadini italiani indipendentemente dalla loro residenza.

  Roma, 20 gennaio 2005

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Nell’incontro del 19 gennaio all’ARAN la trattativa entra nel vivo

 

 Si è entrati finalmente nel vivo nella trattativa svoltasi il 18 ed il 19 gennaio all’ARAN per il  rinnovo del contratto della dirigenza medica e veterinaria del SSN.

 Sono infatti stati toccati alcuni dei nodi cruciali del rinnovo contrattuale in atto e su questi si sono evidenziate, come già nel corso egli incontri iniziali, le divergenze che la cui soluzione costituisce l’elemento indispensabile per raggiungere l’accordo per il nuovo CCNL.  Vediamoli di seguito.

 Esclusività di rapporto: l’ARAN in apertura di discussione ha reso noti i dati ricevuti dalle regioni che evidenziano il totale fallimento della legge 138, certificato dal passaggio in extramoenia ad oggi di solo circa 500 medici (su 108 mila) in più rispetto all’anno precedente: questo costituisce un evidente successo della linea seguita da sempre dal nostro sindacato su questa importante problematica

 Nel contratto, la CGIL medici su questo punto ha ribadito la propria linea di difesa della valorizzazione del rapporto esclusivo, richiedendo che le economie  derivanti dai passaggi in extramoenia vengano riversate interamente sull’indennità di esclusività di coloro che restano in intramoenia e non costituiscano, come previsto dal testo ARAN, risparmio aziendale. Inoltre è stato richiesto (anche per consentire il passaggio precedente) che anche gli oneri economici dell’indennità di esclusività vengano ricompresi all’interno della massa salariale dalla quale oggi sono invece esclusi.

  Orario di lavoro: davanti alla proposta ARAN che prevede il passaggio di due ore di formazione ad attività assistenziali in cambio della garanzia dell’ECM da parte delle aziende il rifiuto è stato netto e concorde come pure concorde è stata la posizione di netta opposizione rispetto ad ipotesi di aumenti dei regimi prestazionali a costo zero. 

 Più articolata è invece la posizione delle diverse sigle riguardo alle ipotesi di prestazioni aggiuntive retribuite: da parte nostra è stata confermata la difesa dell’orario di lavoro limitato alle 38 ore ed il rifiuto al ricorso sistematico a prestazioni aggiuntive a pagamento in regime di intramoenia. E’ stata inoltre ribadita le necessità di ricorrere alle assunzioni nel caso in cui le esigenze operative aziendali lo richiedano.

 C’è stata comunque una generale richiesta di chiarimenti da parte delle OO.SS. riguardo alla quantificazione della disponibilità economica del II biennio, ritenuta la base indispensabile per poter rivalutare in modo adeguato sia le prestazioni aggiuntive, sia istituti come le guardie e la pronta disponibilità che necessitano oramai di un nuovo e differente inquadramento normativo.

 Comitato dei garanti: anche su questo punto non c’è accordo tra ARAN e sigle. Le OO.SS: hanno infatti unanimemente richiesto la valorizzazione di quest’organo di salvaguardia ed il potenziamento del suo ruolo rispetto alla valutazione delle procedure di recesso attivate dalle aziende.

 Copertura assicurativa: anche su questo punto non sembra possibile una soluzione immediata, in quanto persistono i problemi – tutti economici- che hanno determinato il fallimento di questo istituto nel passato contratto.

 Si proseguirà martedì 25 gennaio (intera giornata) su argomenti spinosi quanto quelli affrontati oggi: verifica delle attività e valutazione dei dirigenti, effetti delle valutazioni, ECM e formazione.

Roma, 19 gennaio 2005

 



COMUNICATO STAMPA
Di Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici per la medicina generale e convenzionata

  

Siglata la preintesa  per il rinnovo della convenzione nazionale degli specialisti ambulatoriali

 

         La FP CGIL Medici considera positivamente il lavoro svolto e ritiene soddisfacente per gli oltre 13.000 specialisti interessati l’accordo raggiunto.

          E’ un risultato che va incontro alle esigenze di sviluppo e di strutturazione delle cure primarie nel territorio e che quindi rafforza il SSN nel suo complesso.

 La marcia in più dell’accordo deriva dal recepimento in Finanziaria dell’emendamento presentato dalle Regioni che consente la riapertura dell’area. Le Regioni potranno infatti decidere la trasformazione degli incarichi a tempo determinato, che durano da più di tre anni, in incarichi a tempo indeterminato. Questo non solo colpisce la inaccettabile  precarietà endemica nel settore, ma da prospettive di sviluppo professionale ed il giusto riconoscimento del ruolo e della funzione degli specialisti ambulatoriali.

Si è finalmente compreso che lo sviluppo delle cure primarie non può prescindere dalla presenza e dalla attività professionale degli specialisti ambulatoriali. La deospedalizzazione, la riduzione dei ricoveri impropri, le dimissioni protette, il portare l’assistenza vicino al paziente, possono essere realizzate solo con una forte presenza nel territorio della specialistica ambulatoriale. 

Inoltre non è possibile alcuna integrazione professionale o sperimentazione di forme organizzative complesse come le Utap senza il diretto e completo coinvolgimento di questa categoria.

Questo accordo, in sintonia con quello della medicina generale, si muove in questa direzione coerentemente con quanto previsto dalla conferenza Stato-Regioni per promuovere l’integrazione di tutte le figure professionali operanti nel territorio ( Medici di Famiglia, specialisti ambulatoriali, medici di guardia medica, di emergenza territoriale, della medicina dei servizi e pediatri di libera scelta).

Emerge da questo accordo anche il ruolo imprescindibile del Distretto, e del SSN nelle sue articolazioni organizzative territoriali, come centro coordinatore delle cure primarie in tutte le sue componenti, così come previsto dalla Riforma Sanitaria.

 Le caratteristiche di adattabilità e flessibilità organizzativa in relazione alle esigenze del territorio, tipiche della specialistica ambulatoriale, escono valorizzate dall’accordo, con la possibilità di una maggiore definizione in sede locale.

 Questo accordo consente inoltre agli specialisti di essere più protagonisti della loro attività, attraverso una maggiore responsabilità organizzativa che può essere assunta con incarichi di coordinamento della attività di ogni branca.

 Risolto anche l’annoso problema della precarietà dei circa 1200 medici veterinari, che oggi operano con una serie variegata di contratti e convenzioni atipiche: le Regioni dovranno armonizzare gli attuali trattamenti con quelli previsti da questa convenzione.

Obiettivo raggiunto anche per i medici provenienti da Ministero di Grazia e Giustizia, operanti nella attività penitenziaria, entreranno a pieno titolo in questa convenzione trovando così una corretta collocazione giuridica e contrattuale.

 Roma, 19 gennaio 2005

 


 Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Dalla trattativa la buona notizia del 90% dei medici in esclusiva, ma costretti minacciare lo sciopero contro le Regioni per i nodi ancora aperti

 

         Le proiezioni che l’Aran ha oggi illustrato nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto dei medici dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale che vedono, nonostante la legge sulla reversibilità, il 90% dei 108.000 medici ancora in rapporto esclusivo, rappresentano una vittoria della sanità pubblica.

          Abbiamo chiesto di valorizzare l’esclusività, prevedendo che l’indennità concorra a formare la massa salariale, e che, ove vi siano nel futuro passaggi più consistenti in extramoenia, le risorse che si libereranno siano destinate all’incremento della stessa esclusività.

          Così come siamo stati l’unico sindacato medico a non volere qualsiasi forma di reversibilità, anche oggi siamo stati l’unico sindacato che si è dichiarato contrario alla eliminazione delle penalità economiche per chi sceglie il rapporto non esclusivo.

          Abbiamo ribadito il nostro netto dissenso alle proposte di aumentare l’orario di lavoro e di prestazioni aggiuntive oltre le 38 ore, anche se remunerate.

          Abbiamo anche richiesto sia maggiori garanzie per il recesso del rapporto di lavoro attraverso una più incisiva azione da affidare al Comitato dei Garanti, sia di definire le condizioni per una adeguata copertura assicurativa dei medici, con il coinvolgimento delle Asl.

          La prossima settimana dovremmo terminare l’esame del testo, ma se da parte delle Regioni non verranno risolti i numerosi nodi rimasti, a partire dall’orario di lavoro, abbiamo già unitariamente preannunciato incisive azioni sindacali fino allo sciopero.

 Roma, 19 gennaio 2005

 


RINNOVO CONTRATTO MEDICI E VETERINARI:

L’ANNO È NUOVO, I PROBLEMI RESTANO QUELLI VECCHI

 

Riprende la trattativa e si comincia a lavorare sul testo proposto dall’ARAN per il rinnovo del CCNL di medici e veterinari: stamattina esame dei primi 7 articoli proposti dall’agenzia negoziale nel testo già trasmesso il 22 dicembre.

La discussione ha confermato i nodi già individuati nelle riunioni precedenti e tuttora irrisolti.

Nel primo articolo rimane ancora aperto il problema del lavoro atipico, che viene totalmente ignorato dal testo proposto e che, secondo l’impegno dell’ARAN, sarà ripreso in una appendice da aggiungere al testo.

Pure rinviato è il problema relativo alle richieste di ampliamento ed evoluzione del sistema delle relazioni sindacali, che prevede un aumento delle materie oggetto  di concertazione e di contrattazione. in merito si attendono ancora le determinazioni del  comitato di settore. La nuova formulazione sarà riportata nell’articolo 3, che sostituirà gli aa. 3, 4 e 6 del contratto in vigore e che si spera di avere in veste di proposta nelle prossime riunioni.

Il problema delle relazioni sindacali ha coinvolto pure l’articolato relativo al coordinamento regionale, per il quale è venuta da numerose delegazioni la richiesta di maggiore coinvolgimento sindacale.

Si continuerà a parlarne nei prossimi incontri, già fissati per il 19 ed il 25 gennaio, che si protrarranno per l’intera giornata.

 Roma, 14 gennaio 2004   

 



Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

La trattativa continua ma i nodi restano

 

L’incontro odierno all’Aran per il rinnovo del contratto scaduto dal oltre tre anni per oltre 100.000 medici del SSN, ha visto finalmente affrontati nel merito i primi articoli, e subito sono emersi i primi nodi, che sono rimasti senza risposta. 

Si tratta in particolare della necessità di regolamentazione dei rapporti di lavoro atipici, delle relazioni sindacali che devono consentire una reale trattativa a livello aziendale, e del ruolo che il sindacato deve poter giocare a livello regionale per l’emanazione di linee generali di indirizzo riguardanti l’utilizzo delle risorse aggiuntive, la formazione, la costituzione dei fondi. 

Abbiamo ribadito la nostra netta contrarietà all’aumento dell’orario oltre le 38 ore, anche rispetto a prestazioni aggiuntive quali le guardie fuori orario, ed abbiamo ribadito l’inderogabile diritto anche per i medici con meno di cinque anni di anzianità di avere l’equiparazione del tabellare agli altri dirigenti dello Stato a partire dal 31 dicembre 2003.

 Roma, 13 gennaio 2005 

 

 



Comunicato  Stampa

 Di Nicola Preiti Coordinatore  Nazionale FP CGIL Medici  - Medicina Generale
      Maurizio Marchionne Resp. Naz. FPCGIL Medici - Assistenza Primaria

 

La FP CGIL Medici esprime la propria soddisfazione per il raggiungimento dell’accordo per il rinnovo della convenzione nazionale della Medicina Generale. L’accordo si è concluso  nella serata del 5 gennaio dopo oltre un anno di serrato confronto.

L’accordo interessa complessivamente circa 63.000 sanitari tra medici di Assistenza Primaria, di Continuità Assistenziale, di Emergenza Territoriale e di Medicina dei Servizi.

Questo accordo va nella direzione del consolidamento del SSN e delle cure primarie nel territorio. Si è riusciti per un verso a mantenere il valore e garanzie di un contratto nazionale per tutte le figure professionali delle categorie e per l’altro si consentirà alle Regioni di organizzare e strutturare il servizio in modo più aderente alle esigenze dei singoli territori e dei cittadini in essi residenti. Si è riusciti insomma a coniugare il nuovo quadro istituzionale, derivante dalle modifiche del Titolo V della Costituzione, con il rafforzamento del SSN.

Nonostante le scarse risorse economiche messe a disposizione dal Governo, l’accordo è innovativo e volto allo sviluppo delle cure primarie con una maggior integrazione delle figure professionali tra loro e dei medici con le strutture distrettuali del SSN al fine di migliorare la continuità dell’assistenza.

Il medico che lavora da solo nel suo studio staccato dal resto del sistema è una figura che dovrebbe diventare un ricordo.

Si è  anche riusciti a tutelare e a dare dignità alla parte meno garantita della categoria, ad ottenere un maggiore riconoscimento economico  e a valorizzare il ruolo dei medici del 118 e dei medici di continuità assistenziale, indicando anche per loro la strada per uscire dal ghetto di “medico di notte” per portarli gradualmente alla integrazione completa con le cure primarie. Ci siamo impegnati, con successo, anche a tutelare i medici di famiglia all’inizio dell’attività: questi riceveranno una quota capitaria maggiorata per i primi 500 assistiti.

Un ruolo fondamentale nella realizzazione degli obiettivi di salute e di qualità possibili con questo accordo lo giocheranno gli Accordi Regionali che le Regioni dovranno stipulare con le OO.SS

Le Regioni avranno la possibilità di premiare realmente la professionalità ed il miglior servizio offerto ai cittadini limitando gli automatismi. E’ li che sarà delineato il profilo definitivo delle cure primarie.

In quelle sedi cercheremo di migliorare anche quegli elementi che in questo accordo non sono del tutto soddisfacenti per la FP CGIL Medici.

Roma, 5 gennaio 2005

 


 


E’ UN NATALE DI CRISI:   POCHI I REGALI SOTTO L’ALBERO ARAN

 

E’ ripresa questa mattina all’ARAN la contrattazione per il rinnovo del CCNL della dirigenza medica e veterinaria del SSN.

All’ordine del giorno le valutazioni espresse dal Comitato di Settore in merito alle richieste di parte sindacale sulla parte economica e su quella normativa della bozza di contratto.

 

PARTE ECONOMICA

In merito alla richiesta di equiparazione del tabellare della dirigenza medico-veterinaria a quella dello Stato, presentata congiuntamente da tutti i sindacati, la parte pubblica ha presentato una propria proposta (che si allega in copia) nella quale questo obiettivo viene raggiunto utilizzando i soli fondi derivanti da

o   Tabellare rivalutato del 5,66% già concordato

o   Conglobamento di una parte di retribuzione di risultato pari al valore degli ultimi 30 minuti di vecchio plus orario residuati nel fondo di risultato dopo l’utilizzo di 55 minuti per il finanziamento del fondo di posizione

o   Indennità integrativa speciale

o   Retribuzione minima di posizione rivalutata del 5,66% nella misura necessaria per raggiungere la somma di 38.198 euro, nuova quota di tabellare. 

Per i dirigenti con meno di cinque anni di anzianità, poiché il differenziale da coprire è maggiore, l’ARAN propone di utilizzare lo 0,32% messo a disposizione dalle regioni, che invece di essere risuddiviso su tutti i dirigenti verrebbe utilizzato ad esclusivo beneficio di questo gruppo per il raggiungimento dell’equiparazione.

Poiché comunque anche questo spostamento di fondi non è in grado di fornire all’operazione la necessaria copertura economica, l’equiparazione per questi dirigenti si realizzerebbe solo nel II biennio economico mediante l’utilizzo degli ulteriori fondi contrattuali disponibili.  

La valutazione delle OO.SS sulla proposta è stata di massima positiva, con l’eccezione del punto riguardante l’utilizzo dell’aumento dello 0,32% per l’equiparazione dei dirigenti sotto i cinque anni.

Ad avviso delle parti sindacali, infatti, il risultato può essere raggiunto già nel primo biennio economico usando a tale scopo i fondi derivanti dai RIA dei dirigenti cessati dal servizio, che il vigente contratto destinava all’equiparazione ex IX ex X, ma che ora, terminata questa operazione, si rendono nuovamente disponibili.

 

PARTE NORMATIVA 

L’ARAN ha confermato il testo proposto nella bozza presentata nell’ultima riunione dell’ottobre scorso, integrandolo però con quattro nuovi articoli, diffusi durante la riunione, relativi a:

o       Coordinamento Regionale

o       Orario di lavoro dei dirigenti

o       Orario di lavoro dei dirigenti di struttura complessa

o       Formazione ed ECM

Riguardo al contenuto di questi nuovo articoli le OO.SS. si sono riservate una valutazione dopo l’esame approfondito del testo, pur esprimendo, già dopo un esame superficiale, una opinione di massima negativa per la parte che riguarda l’orario di lavoro.

Rimane comunque, ed è stato unanimemente riconfermato, il giudizio negativo espresso già nella precedente riunione sull’impianto complessivo della proposta, che non affronta le questioni irrisolte (coperture assicurative) ed innova introducendo elementi di pesante peggioramento nell’esistente (valutazione dei dirigenti, orario di lavoro)

Si è comunque concordato di procedere ad un esame del testo articolo per articolo in modo da potersi confrontare in modo più specifico ed evidenziare gli elementi di maggiore criticità  

Si comincia giovedì 13 gennaio.

Buone feste ed un felice 2005 a tutti 
 

Roma, 22 dicembre 2004
 

 



Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

 Finalmente per i medici non solo carbone

 

L’incontro di questa mattina all’Aran rappresenta una svolta positiva che consente di avviare una reale trattativa per il rinnovo del contratto di oltre 100.000 medici, atteso da tre anni.

 C’è stata infatti una apertura sulla parte economica che dovrebbe consentire l’equiparazione del tabellare agli altri dirigenti dello Stato, 38.198,00 euro annui.

 Si tratta di una proposta che deve essere comunque perfezionata, sia attraverso le modalità di reperimento delle risorse, e soprattutto prevedendo anche per i medici con meno di cinque anni la piena equiparazione al 31 dicembre 2003.

 Tuttavia rimangono diversi macigni sulla strada verso il contratto legati alla parte normativa. In particolare rimangono irrisolti i nodi relativi all’orario di lavoro, alla copertura assicurativa, al sistema di valutazione, ai contratti atipici, al sistema delle relazioni sindacali, alla valorizzazione della esclusività, al premio del disagio.

Roma, 22 dicembre 2004

 




trattativa per il rinnovo della convenzione di medicina generale: COMUNICATO STAMPA DI NICOLA PREITI, COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL MEDICI MEDICINA GENERALE
 

Perché compromettere la conclusione della trattativa per il rinnovo della convenzione di medicina generale impuntandosi su questioni che non possono e non devono essere risolti dalla convenzione nazionale?

Ma è concepibile imporre la chiusura dell’accesso ad un settore per 10-15 anni?
Come si fa a porre questo macigno nella strada del rinnovo convenzionale.

L’idea di innalzare il numero ottimale per l’assistenza primaria urta profondamente con:

 la libera scelta del cittadino, che si deve basare appunto sulla possibilità di scelta del medico: meno medici > meno offerta > meno concorrenza > meno qualità

 il diritto all’accesso alla professione: una categoria non può cambiare le regole ed impedire ad altri con gli stessi diritti di accedere a quella professione. Limitare l’entrata di nuovi operatori è una restrizione significativa della concorrenza: Antitrust, il termine dice qualcosa?

 il miglioramento dell’assistenza primaria ai cittadini: oltre un certo limite più assistiti si hanno peggiore è l’assistenza fornita, altro che assistenza h 24!

 Il diritto che hanno i 1500 medici che oggi in Italia frequentano il corso di formazione in medicina generale: perché si impegnano risorse pubbliche per formare questi medici se poi gli si preclude la possibilità di fare questo lavoro?

 Il diritto di migliaia di medici precari che fanno la guardia medica o sostituzioni ai medici di famiglia e che faticosamente stanno scalando la graduatoria: i medici che stanno per raggiungere la vetta di un incarico di assistenza primaria viaggiano sui 40-45 anni, gli facciamo continuare la scalata per altri 10-15 anni?

 La valorizzazione del lavoro del medico di famiglia, in particolare dei massimalisti. E determina il peggioramento della loro qualità di vita: il lavoro del medico di famiglia si valorizza pesando di più gli assistiti e riducendo quindi il massimale a parità di stipendio. Aumentare i guadagni aumentando il lavoro (togliendolo agli altri), è una soluzione primitiva insoddisfacente per tutti.

Infine la Corte Costituzionale in questi giorni ha dichiarato l’illegittimità del blocco del turnover da parte delle finanziarie degli anni scorsi: è una inammissibile interferenza sulla potestà regionale.
E allora perché una convenzione nazionale dovrebbe obbligare le Regioni a modificare l’assetto organizzativo del sistema riducendo ovunque la densità dei medici e obbligandole a non immetterne altri nel sistema per anni ?

E che dire del fatto che la proposta non determina alcun risparmio per il sistema, visto che gli assistiti vengono pagati allo stesso modo? Si spostano soltanto risorse dalla fascia bassa della categoria a quella alta e non si capisce con quale diritto.

Queste riflessioni ci inducono all’ottimismo: non essendoci alternative il buon senso su questo prevarrà. Rimangono però altri nodi sul tappeto che dovranno essere sciolti per poter rinnovare la convenzione. Il problema dell’ottimale non ci distrarrà dalle altre questioni fondamentali.

Roma, 22/12/2004

 


                                                                           

COMUNICATO STAMPA
DI NICOLA PREITI,

COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL MEDICI  - MEDICINA GENERALE 

 

Sarebbe una iattura.

Dopo quattro anni di ritardo, rinnovare la convenzione con i medici di famiglia provocando una disgregazione del sistema delle cure primarie e compromettendo i diritti e le garanzie di più figure professionali, solo per incrementare e salvaguardare  i privilegi di pochi, sarebbe una vera iattura per tutti. O quasi.

 Le convenzioni ed i contratti devono essere rinnovati sulla base di quanto previsto dalle leggi (502/92 ) non hanno quindi titolo per modificare strutturalmente il sistema.

 Non si può rinnovare una convenzione negando il diritto ad ogni figura professionale di avere un rapporto di lavoro nazionale e non si può compromettere l’accesso e la libera circolazione dei medici su tutto il territorio nazionale.

  Non si può rinnovare una convenzione che tolga  dignità e professionalità ai medici di guardia medica segregandoli a vita nel ruolo di “aiutanti dei massimalisti” senza nessuna possibilità di sviluppo professionale. 

 Non si possono inventare forme organizzative varie che provocano subordinazione all’interno della categoria  e rischiano di portare fuori dal servizio pubblico le cure primarie. Deve essere chiaro: al centro di qualunque forma organizzativa sperimentale ci deve essere il Servizio Sanitario pubblico.


E soprattutto, è scellerato innalzare l’ ottimale e il massimale (il numero di assistiti che può avere un medico di famiglia). Più assistiti si hanno in carico peggiore è l’assistenza ai cittadini.

 Un rinnovo di convenzione non si può permettere una scelta di così elevato rilievo politico.

Chi può decidere una chiusura protezionistica dell’accesso all’area della assistenza primaria?

 Bisognerà che qualcuno si prenda la briga di dirlo alle migliaia di medici precari,  ed a quelli che stanno facendo il corso di formazione  triennale in medicina generale:

Lasciate perdere. Emigrate. Se passa l’attuale proposta di innalzamento dell’ottimale, in Italia non si potrà più fare il medico di famiglia per almeno altri 10-15 anni,  e senza alcun risparmio per il sistema.

 14/12/2004

 



L’EMERGENZA SANITARIA HA BISOGNO DELLA SCUOLA

DI SPECIALIZZAZIONE  

 

Report conferenza stampa del 3/12/2004
Di Nicola Preiti, coordinatore FP CGIL Medici Medicina Generale e
Giosuè Di Maro, responsabile nazionale FP CGIL Medici emergenza sanitaria

 

Il 3 Dicembre si è svolta a Roma, presso il Residence Ripetta, la preannunciata Conferenza Stampa Nazionale per la istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza.

La Conferenza Stampa è stata indetta unitariamente dalla SIMEU e da diverse sigle sindacali dell’area medica che conducono da tempo una comune battaglia per la istituzione della Specializzazione.

 Alla conferenza stampa erano presenti: per la FP CGIL MEDICI,  il responsabile nazionale emergenza sanitaria Dr. G. Di Maro; per la SIMEU il Presidente Prof. F. Miglio, il Prof. A. Panegrossi ed il Prof. U. Mengozzi, per l’ANAAO il Vice Segretario Nazionale Dr. Iscaro, per, per la FIMMG-ES il Segretario Generale Dr.ssa A. Ricciarelli, per la CUMI il Segretario Nazionale Dr. Calì, per il SIS 118 il Presidente dr. Costa. La conferenza ha suscitato l’interesse di diverse Agenzie di Stampa e giornali.

 La vicenda è ormai nota. L’iter giuridico istitutivo della Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza, in ossequio alla direttiva comunitaria del 1998 e nonostante il parere favorevole espresso dal CUN, si è bloccato al Consiglio Superiore di Sanità, per l’opposizione di alcuni settori ministeriali ed accademici espressione solo di interessi a carattere corporativo.

          Tutti i partecipanti nei loro interventi hanno lanciato un grido di allarme: la mancata approvazione della Scuola di Specializzazione da parte degli organi competenti,  non fa che aggravare la situazione di disagio del settore, non fornisce certezze professionali agli operatori e produce la precarizzazione dei circa 10.000 medici, dipendenti e convenzionati, che ogni giorno in Italia con senso di abnegazione operano nelle Centrali Operative del 118, sulle ambulanze e sui mezzi di soccorso avanzati, nei Pronto Soccorso e nei Dipartimenti di Emergenza Accettazione, intervenendo efficacemente in corso di eventi acuti non differibili che mettono a rischio la salute del cittadino.

 

La FP CGIL ha sottolineato come tale situazione paradossale sia emblematica della condizione in cui versa il nostro paese a causa della politica sanitaria del Governo. Un Governo che sta scardinando la unitarietà e l’uniformità del SSN, che sta costantemente riducendo le risorse necessarie a sostenere il Servizio Sanitario nelle Regioni, un Governo che sta progressivamente negando i diritti di cittadinanza e che non investe neanche sul personale di un servizio pubblico essenziale: non ci può essere qualità senza adeguata formazione del personale.

 Dopo questo grido d’allarme di tutti gli operatori nessuna istituzione potrà più nascondersi di fronte all’opinione pubblica, ognuno dovrà assumersi le proprie responsabilità, il Ministero della Salute, il MIUR, il CSS e il Ministro Sirchia in particolare che ha preso l’impegno di proporre  l’istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza già nel corso della prossima riunione del CSS. Speriamo che non siano le solite chiacchiere.

In assenza di atti concreti positivi saremo costretti a proseguire le proteste dei medici del settore con tutte le OO.SS coinvolte

Roma, 4 dicembre 2004

                       


INCONTRO TRA FP CGIL MEDICI E SISAC DEL 2 DICEMBRE. COMUNICATO STAMPA DI NICOLA PREITI,
COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL MEDICI - MEDICINA GENERALE

Si è regolarmente svolto ieri l’incontro bilaterale tra la FP CGIL Medici e la SISAC per il rinnovo della convenzione nazionale di medicina generale.
Era necessario per noi, e per tutti i medici che stanno attendendo da quattro anni il rinnovo della convenzione, comprendere immediatamente quale era la disponibilità della parte pubblica di modificare la bozza del 25 novembre.

La SISAC ha chiarito che la bozza è stata presentata per avviare la discussione nello specifico dell’articolato, ma senza alcuna pregiudiziale o chiusura verso le proposte di modifica delle OO.SS. Per questo scopo sono stati promossi gli incontri bilaterali.

La FP CGIL Medici, in un serrato confronto durato 5 ore, ha avanzato punto per punto le proprie proposte ed ha avuto modo di evidenziare i punti deboli e le contraddizioni della bozza di parte pubblica. E’ stata richiesta quindi la radicale modifica di molti punti nodali.

Nello specifico abbiamo chiesto per la parte economica che sia recuperata l’inflazione reale e non quella programmata ed abbiamo chiesto garanzie sui finanziamenti effettivi : le coperture finanziarie sono sicure quando si sa chi paga cosa, non basta la buona volontà. Abbiamo inoltre ribadito che una convenzione senza riequilibrio interno fra le categorie perde di significato: un uguale incremento percentuale della retribuzione sarebbe inaccettabile, come sarebbe inaccettabile non prevedere qualche misura che favorisca i medici all’avvio della professione e con poche scelte (allo scopo presentata proposta FP CGIL Medici).

Sulla parte normativa abbiamo evidenziato le debolezze della bozza. Così com’è provocherebbe una disgregazione della medicina generale con scarse garanzie sulla unitarietà nazionale del sistema. Abbiamo ribadito che ogni figura professionale ha diritto ad un contratto nazionale e che il sistema deve essere tale da garantire l’accesso e la libera circolazione dei medici con pari diritti in tutto il territorio nazionale.

Abbiamo spiegato la gravità e la scelleratezza della proposta di innalzamento dell’ ottimale e del massimale ( regionale). Una scelta di questo genere produrrebbe una protezionistica chiusura totale dell’area per almeno 10- 15 anni. In Italia non si potrà più fare il medico di famiglia e senza alcun risparmio per il sistema. In pratica si sposterebbero risorse dalla parte precaria della categoria, togliendo loro anche la speranza, alla parte relativamente più privilegiata. Una scelta di questo genere non solo è sbagliata ed ingiusta, ma ha una tale valenza politica che non può in nessun caso essere assunta da un organismo tecnico quale è la SISAC.

Per la Guardia medica si è dimostrata l’inadeguatezza della bozza. Senza il rispetto della dignità e della professionalità di questi medici non c’è organizzazione che tenga. Abbiamo manifestato tutta la nostra contrarietà alla introduzione del numero ottimale, ed abbiamo chiesto che in nessun modo questi professionisti debbano essere ghettizzati e costretti a fare i “guardiani” a vita: bene la possibilità di estendere l’attività a 38 ore ma per svolgere attività territoriali e distrettuali.

Anche per l’emergenza e la medicina dei servizi si è sottolineata l’insufficienza della bozza e si è sollecitato l’impegno della parte pubblica alla regolamentazione di questi settori tenendo sempre presente la necessità di avere un contratto nazionale con tutto ciò che implica.

Infine, sulle nuove forme organizzative nella medicina generale, abbiamo chiarito che condividiamo quanto previsto dalla conferenza Stato-Regioni del 29 luglio 2004 ma non l’interpretazione data dalla SISAC nella bozza.

Deve essere chiaro che al centro di qualunque forma organizzativa ci deve essere il Servizio Sanitario pubblico; che l’adesione deve essere volontaria per tutti i medici, anche per quelli di guardia medica; che il modello può realizzarsi se c’è integrazione con i presidi ed i servizi distrettuali e se avviene, con pari dignità, tra tutte le figure professionali operanti nel territorio (MAP,PLS,MCA,Specialiti ambulatoriali, medici del territorio).
La SISAC si è dimostrata attenta ed aperta a comprendere le motivazioni delle nostre critiche e delle nostre proposte. Dopo che avrà sentito le argomentazioni delle altre OO.SS. si trarranno insieme le conclusioni. Sarà preaccordo?

Roma 3-12-2004


 

COMUNICATO STAMPA DI
Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici medicina generale

Mercoledì 1 dicembre, alle ore 16, la SISAC incontrerà la FP CGIL Medici nel quadro degli incontri bilaterali finalizzati al rinnovo della convenzione della medicina generale.

La FP CGIL Medici andrà a dire alla SISAC che la bozza di articolato presentata alle OO.SS. il 25 novembre è inadeguata e va cambiata radicalmente. È questa l’unica preintesa possibile su quella bozza.

La proposta è inadeguata dal punto di vista economico: il finanziamento messo in campo per rinnovare la convenzione nazionale non garantisce neanche il recupero dell’inflazione reale ai medici, e di investimenti non c’è l’ombra.
Non vi è traccia neanche del tanto sbandierato, e a parole da tutti condivisa, riequilibrio interno alla categoria.

La proposta è inadeguata dal punto di vista normativo: non si struttura la medicina generale nel territorio ma si disarticola. Si lascia in sostanza campo libero a qualunque modello organizzativo senza le necessarie garanzie per i medici del contratto nazionale e senza le garanzie per i cittadini di un servizio efficiente .

Si alzano barricate protezionistiche intorno all’assistenza primaria con l’aumento del massimale (delegato alle regioni) e l’innalzamento dell’ottimale (stabilito a livello nazionale). Se passasse questa proposta si ridurrebbero drasticamente per anni le possibilità di fare il medico di famiglia in Italia.
I beneficiari di ciò sarebbero solo alcuni massimalisti che non vogliono concorrenti.

Ciò inevitabilmente porterebbe al peggioramento della vita e della qualità dell’assistenza fornita oggi dai medici di famiglia ai cittadini: basta un solo dato, ogni medico con 1500 assistiti (l’attuale massimale) ha a disposizione solo 1,6 minuti a settimana per paziente. Il peggioramento di questo rapporto, oltre a svalutare l’attività del medico di medicina generale, e a dargli un ulteriore aggravio di attività, porterebbe inevitabilmente al peggioramento dell’assistenza di base ai cittadini.

Per la guardia medica si andrebbe alla istituzione della serie B dei medici di famiglia. Si ridurrebbe il numero con l’introduzione di un assurdo ottimale di 1 medico ogni 5000 cittadini: questo valore non ha semplicemente nessun legame con la realtà dei servizi esistenti e con le esigenze di una valorizzazione di questi professionisti. Si profilerebbe una riserva indiana di “medici guardiani” impedendo loro di fare i medici di famiglia se non in subappalto. Si peggiorerebbero le condizioni lavorative ed economiche di questi medici e gli sarebbe chiusa ogni prospettiva di sviluppo. Bisogna capire che non esiste la disciplina di medico di guardia, un medico non può fare “ll guardiano”a vita.

Andiamo all’incontro con l’idea che la SISAC terrà nella giusta considerazione le osservazioni e proposte della FP CGIL Medici al fine di raggiungere un risultato soddisfacente per tutta la categoria, e non soltanto per alcuni, e soprattutto per i cittadini ai quali si deve un rafforzamento dell’assistenza territoriale.

30/11/2004


 

SEDUTA SISAC - 25 NOVEMBRE 2004

 

Oggi 25 novembre sono riprese le trattative per il rinnovo dell’ACN per l’area della medicina generale. Presenti il coordinatore della Sisac Luigi Covolo ed una folta rappresentanza delle sigle sindacali mediche (FPCGIL Medici, FIMMG, SNAMI, Federazione Medica, Intesa Sindacale), per FPCGIL Medici erano presenti Nicola Preiti, coordinatore nazionale Medicina Generale e Maurizio Marchionne, responsabile nazionale Assistenza Primaria. Nell’incontro la parte pubblica ha presentato il documento che contiene la bozza dell’articolato della nuova convenzione suddivisa in tre parti: un primo capitolo contenente i principi generali ispiratori del nuovo accordo, una seconda parte contenente il nuovo articolato e una terza parte contenente le norme cedevoli che saranno sostituite dalle norme pattuite successivamente a livello delle singole Regioni. Il dettaglio economico non è stata esplicitamente affrontato in questo documento, ma Covolo ha dichiarato che la disponibilità economica della parte pubblica è quella già più volte dichiarato nel corso dei precedenti incontri per un ammontare totale di 656 milioni di euro.

Questa cifra deriva da un ammontare pari al 4,8% di recupero inflattivo del periodo 2001-2003, aumentato di un ulteriore 0,99 % per effetto del lodo Fini per un totale di 210 milioni di euro, una cifra pari a 254 milioni di euro per il 2004 e altra quota simile per il 2005 ( quota derivante da una inflazione programmata pari allo 1,7% per il 2004 e 1,5% per il 2005.  Rimane confermato l’aumento della quota contributiva ENPAM dal 13 al 15%.

E’ stato riferito che rimane valido l’intento della parte pubblica di procedere a stipulare contratti quadriennali per la parte normativa ed a contratti biennali per quanto riguarda la parte economica.

Questo documento è stato poi consegnato alle OOSS per consentirne una valutazione ragionata. Allo scopo di favorire l’inizio della nuova fase di trattative che dovrebbe condurre alla conclusione del confronto, la Sisac ha proposto di procedere ad una serie di nuovi incontri a partire già dalla settimana entrambe. Le parti sindacali hanno concordato con la necessità di sottoscrivere una preintesa prima della fine dell’anno, ferma restando la necessità di analizzare quanto previsto nel maxiemendamento alla Finanziaria in discussione in questi giorni nelle aule parlamentari.

A breve sarà comunicato il calendario dei nuovi incontri che cominceranno a partire già dalla prossima settimana.

 

f.to Nicola Preiti - Coordinatore nazionale Medicina Generale

      Maurizio Marchionne - Responsabile Nazionale Assistenza Primaria


 


 

Oggi è stata consegnata all'ARAN la nota che segue, nella quale sono state formalizzate le richieste dlla nostra Organizzazione in merito alle specifiche problematiche della veterinaria. Attendiamo ora le reazioni della agenzia negoziale, sulle quali terremo aggiornati gli iscritti

 

CCNL medici e veterinari: una fase di stallo

 

Primo esame, questa mattina all’ARAN, della bozza di testo del CCNL dei medici e veterinari del SSN.

L’ARAN, in apertura di riunione, ha informato del fatto che, ad oggi, il Comitato di Settore non ha ancora fornito nessuna risposta in merito alla proposta di equiparazione economica della dirigenza medico veterinaria a quella statale elaborata dalle sigle sindacali. Ha quindi proceduto ad una formale presentazione della bozza di testo.

Le  OO.SS., per parte loro,  hanno espresso le proprie valutazioni sul testo, valutazioni che sono state uniformemente negative.

Tutte le sigle sindacali, infatti, hanno criticato con decisione la bozza presentata, la quale non sembra aver tenuto minimamente in conto le indicazioni e gli orientamenti scaturiti dalle precedenti riunioni sindacati-ARAN.

In particolare, sembrano essere state completamente ignorate le richieste sindacali riguardo a :

o       Sistema delle relazioni sindacali

o       Copertura assicurativa

o       Sistema di valutazione dei dirigenti

o       Comitato dei garanti

Inoltre, riguardo ad alcuni argomenti (ad esempio la valutazione dei dirigenti), c’è stato addirittura un sostanziale peggioramento del testo, che prevede un forte inasprimento dell’intero sistema a tutto discapito dei diritti dei dirigenti stessi e con un inaccettabile aumento del potere discrezionale aziendale perfino rispetto al CCNL vigente.

A fronte di questa situazione le OO.SS. hanno unanimemente stigmatizzato l’approccio dell’Agenzia negoziale e delle Regioni riguardo alle richieste sindacali, che evidenzia una sostanziale resistenza al confronto aperto ed il tentativo di imporre un modello di aziendalizzazione improntato, più che in passato, a modelli gestionali fortemente autoritari.

I sindacati hanno invece sollecitato l’esigenza di un  differente atteggiamento, improntato ad una maggiore apertura e ad un dialogo privo di pregiudiziali, l’unico peraltro capace di portare ad una favorevole conclusione della vertenza.

Si è pertanto concordemente deciso di aggiornare l’incontro al 2 dicembre, anche per favorire un ripensamento della parte pubblica in merito alla rigidità delle  proprie posizioni, che permetta di affrontare l’esame dell’articolato senza pregiudiziali e chiusure preconcette.

 

In questo quadro assume pertanto enorme importanza una compatta partecipazione dei medici allo sciopero generale indetto da CGIL. CISL e UIL.  Per il 30 novembre prossimo. Questo sciopero, infatti,  dopo la riunione odierna all’ARAN,  riconosce tra i propri obiettivi qualificanti anche il rinnovo del contratto di medici e veterinari.

E’ quindi necessario impegnarsi al massimo per la sua buona riuscita.        
 

 Roma, 24 novembre 2004

 


 

Medici: Cgil, Difendiamo il sistema pubblico. No alla reversibilità

Il 10 novembre manifestazioni con mobilitazioni in Asl e Ospedali

 

(U.S. Cgil) - Roma 28 ott - "Questa 'leggina', che è poi l'unica cosa realizzata in questi tre anni dal ministro Sirchia, interviene in una situazione già abbondantemente devastata e raffigura pienamente il punto di degrado raggiunto dalla classe che dirige questo Paese". Lo ha affermato il segretario confederale della Cgil Achille Passoni nel corso di un incontro con la stampa avvenuto oggi. 

La 'leggina' in questione è quella riferita alla reversibilità del rapporto esclusivo di lavoro dei medici, veterinari e dirigenti medici - oltre 100 mila dottori, 130 mila con veterinari e dirigenti - che entro il 30 novembre dovranno scegliere tra la continuazione del rapporto esclusivo di lavoro o presentare la domanda di reversibilità,  

Secondo Passoni, che ha denunciato la "totale irresponsabilità" del Governo, per la Cgil la lotta contro questa normativa ha "un valore emblematico", "come quello per l'articolo 18".  Perché si tratta di una misura "che colpisce ulteriormente l'intero sistema sanitario nazionale".

La Cgil si mobilita dunque per dire no alla reversibilità  e lo fa con una serie di iniziative e con due manifestazioni, in agenda, il 10 novembre, a Padova e Caserta. "Il 10 novembre - ha detto il dirigente sindacale - sarà una giornata di grande mobilitazione, con assemblee e volantinaggi  in tutti gli ospedali e in tutte le Asl.  Lo stesso sciopero generale del 30 novembre indetto da Cgil, Cisl, Uil contro la legge finanziaria - ha ricordato - ha tra i suoi principali obiettivi quello di un sistema sanitario pubblico di qualità".

 L'appello che rivolgiamo a tutti i medici - ha aggiunto - affinchè non accettino di  firmare la reversibilità, è un appello a difesa del sistema pubblico.  Anche se c'è una piccola parte dei medici corporativa che è stata 'pagata' da questa leggina.  Ma bisogna sapere che se si torna indietro sulla reversibilità si contribuisce a colpire  al cuore il sistema sanitario. Senza contare la contraddizione palese  tra la lotta che la categoria ha condotto in questi anni, con la eventuale decisione di firmare oggi la reversibilità".

Passoni ha poi snocciolato le cifre che testimoniano la strada intrapresa dal Governo: "nel 2004 , secondo un calcolo molto prudenziale, mancano all'appello almeno 18 miliardi  di finanziamento alle Regioni. A questa cifra bisogna  aggiungere il ritardo con il quale lo Stato versa le somme dovute alle Regioni, che porta ad un volume di credito di 13 miliardi. In totale  31 miliardi di ammanco: un volume finanziario superiore alla Finanziaria  del 2004, che ammonta a 24 miliardi".

Il sistema sanitario, dunque, "non collassa, soltanto perchè sia le Regioni che gli operatori stanno facendo il massimo che possono in un quadro così devastante.  E se a questo si aggiunge la reversibilità del rapporto di lavoro dei medici, il quadro che ne esce è quello di una tenace perseveranza verso la cancellazione delle strutture pubbliche del nostro Paese".

  "Il 30 novembre - ha concluso - può essere una brutta data, oppure  può rappresentare l'occasione in cui i medici ancora una volta dicono di no a questo Governo e si schierano per difendere anche la qualità e la dignità della propria professione. Non dimentichiamo che hanno collocato la legittima battaglia per il rinnovo  del contratto di lavoro all'interno di un quadro di rigorosa difesa del sistema pubblico. Siamo quindi sicuri che possano far valere questa loro forza".

Dello stesso avviso Massimo Cozza, segretario nazionale di Cgil medici, che ha sottolineato gli "effetti devastanti sulla sanità pubblica" della legge che prevede la scelta per la reversibilità. "Uno dei problemi principali - ha spiegato -  è che rende impossibile la programmazione, visto che ogni anno i medici possono cambiare idea. E il fatto più grave è che riguarda tutti. Anche i primari e quanti hanno responsabilità organizzativa".

         Il pericolo, per l'esponente sindacale,  deriva dal fatto che in linea teorica, "il 30 novembre tutti i medici potrebbero rinunciare all'esclusività, con un effetto immediato sulla qualità dei servizi: il medico che lavora metà giornata nel pubblico e l'altra metà nel privato 'concorrente' pone almeno qualche dubbio al cittadino. E c'è anche il rischio molto concreto di un ritorno al passato, con l'allungamento delle liste d'attesa, visto l'evidente conflitto di interessi''.

            Tanto che, ha precisato, "stiamo chiedendo al tavolo della trattativa per il rinnovo del CCNL  - peraltro, fermo dal dicembre 2001 - di redistruibuire le risorse, che eventualmente si libereranno dai medici che scelgono di andare in extramoenia, per aumentare l'indennità di esclusività di chi rimane".

Preoccupazione condivisa anche da Roberto Polillo, Responsabile delle politiche della Salute della Cgil nazionale, che ha ribadito come la confederazione consideri "un atto gravissimo" aver minato questo sistema. Perché - ha detto - il servizio sanitario nazionale è una struttura complessa, costituita da strutture, servizi, idealità e utenti che ad essa si rivolgono e che devono poterlo fare in un rapporto chiaro. E chi pensa che stiamo difendendo un vecchio e antiquato sistema che ha per punto di riferimento i servizi sanitari degli ex paesi socialisti del primo novecento commette un errore di valutazione straordinario".

"Il nostro modello in realtà sono le più moderne organizzazioni sanitarie del mondo e tra queste la HMO Kaiser permanente della California, una delle più grandi organizzazioni sanitarie del mondo, che assiste 8 milioni di cittadini, che dispone di centinaia di strutture sanitarie a straordinaria tecnologia, oggetto di studi da parte dei principali esperti del mondo.  I medici americani hanno non soltanto un rapporto esclusivo ma non hanno neanche la possibilità di fare libera attività nei confronti die propri assistiti". 

Quindi, secondo Polillo, quella americana è una situazione che va perfino oltre la legge229, che aveva introdotto il principio dell'esclusività con un patto esplicito, chiaro e trasparente: fidelizzazione all'azienda, pieno impegno nella struttura, trasparenza nella attività privata, disciplinata ed autorizzata in funzione dei volumi di attività svolta nelle strutture pubbliche, in cambio di incentivi economici - significativi considerato un importo medio annuale di 8mila euro -, e riserva dei posti dirigenziali.

"La sanità in Italia  - ha concluso Polillo - vive un momento drammatico. Secondo il rapporto annuale 2003 delll'Istat in Italia è in corso un processo di privatizzazione della sanità: la spesa privata dei cittadini ammonta al 27% tra assicurazioni e servizi privati. E' dunque chiaro che un terzo dell'onere di spesa di competenza del servizio sanitario nazionale sia stato di fatto trasferito alle tasche dell'utente. Consentendo poi ai medici di rompere questo rapporto di fedeltà questo processo di privatizzazione andrà ulteriormente avanti".

 Roma, 29 ottobre 2004

 


RINNOVO CCNL MEDICI E VETERINARI: LE OOSS. PRESENTANO LA PROPRIA PROPOSTA PER LA PARTE ECONOMICA
Documento della riunione del 21 ottobre 2004

 

Facendo seguito all’impegno preso nella riunione della scorsa settimana, oggi le OO.SS. della dirigenza medico-veterinaria  hanno presentato all’ARAN la propria proposta unitaria per l’equiparazione del proprio tabellare a quello della dirigenza statale.

Per il raggiungimento di questo obiettivo (73.980.000 delle vecchie lire comprensive della 13° e dell’aumento del 5,66%) la proposta, che fa comunque salve l’indennità di esclusività di rapporto e l’indennità di specificità medica,   prevede il conglobamento nel tabellare di alcune voci stipendiali fisse e l’ammontare (parziale o totale) degli incrementi contrattuali del primo biennio economico con l’aggiunta, ove necessario, di ulteriori risorse.

Più analiticamente essa è articolata nei seguenti punti

 

1)     Vanno accorpate nel tabellare l’indennità integrativa speciale e la retribuzione di posizione nelle componenti fissa e variabile minima garantita contrattuale, ricostruendo in premessa i minimi garantiti nazionali.

2)     Vanno contestualmente garantiti ad personam i precedenti trattamenti relativi alla posizione fissa e variabile contrattuale garantita, superiori rispetto ai valori come sopra rideterminati

3)     Al fine di cui sopra non vanno utilizzate le indennità di specificità medica e di esclusività

4)     Le ulteriori risorse necessarie al completamento dell’equiparazione vanno finanziate con eventuali risorse aggiuntive, analogamente a quanto fatto per gli altri dirigenti

 

L’ARAN si è impegnata ad esaminare la proposta, presentandola anche al Comitato di Settore e valutandone le ricadute economiche prima di fornire una risposta. Poiché questo richiederà diversi giorni non è stato possibile fissare da oggi una data per il prossimo incontro. Nel frattempo, tuttavia , L’ARAN proseguirà anche il lavoro di redazione della bozza di testo sulla parte normativa, che presumibilmente sarà presentata alle OO.SS. nella prima quindicina di novembre. 

 Roma, 21 ottobre 2004

 

 

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MEDICI E DIRIGENTI SANITARI: ESCLUSIVITA' PER LA SANITA' PUBBLICA

Come è noto, entro il 30 novembre prossimo medici e dirigenti sanitari devono scegliere se continuare il rapporto esclusivo di lavoro o presentare la domanda di reversibilità.

È evidente che l’introduzione per legge della reversibilità costituisce un ulteriore colpo alla credibilità e alla qualità dell’intero sistema sanitario nazionale, in un momento oltretutto in cui le Regioni sono in gravi difficoltà, difficoltà rese ancora più forti da una Finanziaria che accentua e non risolve i problemi.

La Cgil, nel testo di un volantino che sarà distribuito negli ospedali, chiede ai medici di "dire NO alla reversibilità, di non presentare a novembre la domanda che cancella il rapporto esclusivo e distrugge il Servizio Sanitario Nazionale".

20.10.2004
 

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DICHIARAZIONE STAMPA

di Nicola Preiti, coordinatore nazionale medicina generale FP CGIL Medici

Una conclusione frettolosa e confusa dopo quattro anni di ritardo, nel rinnovo della convenzione di medicina generale, sarebbe una iattura per medici e cittadini.

Rimangono molti i nodi irrisolti nella strada del rinnovo, e sono i nodi fondamentali.

E’ vero, si sono toccati tutti i punti, si potuta apprezzare la capacità e la sensibilità della Sisac e si é condiviso un metodo; ma al di la del confronto fra i vari punti di vista, le soluzioni sui nodi cruciali del rinnovo sono tutte da venire.
Quindi proseguiamo il lavoro ma con calma e con chiarezza.
Vediamo le problematiche legati ad alcuni di questi nodi

Nodo economico:

Chiariamo che comunque andrà non ci sarà da brindare. Le OO.SS. sono attestate su posizioni di ragionevole mediazione, indotta dal senso di responsabilità verso la categoria, ma il contesto negativo determinato dalla politica governativa e fatto di penalizzazione economica, di sottofinanziamento del sistema sanitario, di assenza di investimenti in sanità, di destrutturazione del SSN, unito al procedere della legge di riforma sulla devolution condizionano comunque il rinnovo. Le ragioni della “Vertenza sulla salute” che ha determinato vari giorni di sciopero sono ancora tutte in piedi.

Non si può ad esempio dimenticare che il calcolo degli arretrati avviene sull’inflazione programmata (4,8) e non su quella reale (7,6) con una perdita secca per gli anni 2001-2003 del 2,8 %, oltre 120 milioni di euro. Analogo discorso per il 2004, che volge al termine, e per il 2005 dove si parla appunto di inflazione programmata e non di inflazione prevedibile quando è a tutti noto che il livello di inflazione programmata è irrealistico.

Permane inoltre la pretesa di distribuire gli aumenti solo sulla quota regionale. Non si può accettare per vari motivi ma soprattutto perché non si può compromettere il valore nazionale della convenzione.

D’altra parte si è registrata una disponibilità delle Regioni a concedere, analogamente al comparto, un incremento per il 2004-2005 dello 0,40 circa e la disponibilità a fare la propria parte, se il Governo la farà, per venire incontro alle nostre richieste di coprire l’incremento degli oneri previdenziali enpam..

Ci sono quindi segnali positivi ma anche ostacoli ancora da superare in un contesto negativo. Da ciò potrà scaturire una soluzione dignitosa, ma senza euforie. Bisogna che anche le OO.SS. mantengano un realistico equilibrio del tono dell’umore.

A fronte di questa ragionevolezza economica non può mancare una piena soddisfazione normativa che rafforzi il sistema e consenta pari dignità e pari opportunità di sviluppo a tutti i professionisti.

Nodi normativi:

Rapporto ottimale e massimale per l’assistenza primaria

La FP CGIL Medici ritiene un grave errore l’incremento dell’ ottimale (oggi 1000) e del massimale degli assistiti per medico (oggi 1500). Se passassero queste richieste si otterrebbe una grave limitazione degli accessi nel settore per anni. Non è accettabile restringere in Italia le possibilità di fare il medico di medicina generale, non si possono spingere i giovani medici verso attività marginali o costringerli in ruoli di frustrazione professionale. Se questa dovesse delinearsi come l’unica possibilità allora preferiranno andare all’estero piuttosto che fare in Italia i sottoproletari della medicina. E questo sarebbe uno spreco di energie intellettuali e di risorse per tutti.
Peraltro questa chiusura protezionistica del settore, porterebbe inevitabilmente al peggioramento delle condizioni di vita e della qualità della assistenza fornita oggi dai medici di famiglia ai cittadini. Sarebbe svalutata l’attività svolta dal medico di famiglia che dovrebbe fare i conti con un ulteriore aggravio di attività. Se negli ultimi anni i medici di famiglia si sono ridotti di numero ciò dipende dal mancato rispetto di alcune regioni, in testa la Lombardia, della normativa nazionale: cioè non pubblicano le zone carenti nel numero previsto dalla legge nazionale. Di certo in Italia non mancano i medici che vogliono fare questo lavoro.
Non può essere questa una risposta al sottofinanziamento del rinnovo: ci si chiude in se stessi e si lavora di più e peggio per guadagnare di meno.

Rapporto ottimale per la guardia medica.

Siamo nettamente contrari a fissare un rapporto ottimale a livello nazionale. Sembra un pò contraddittorio che le regioni, tendenti in ogni dove a salvaguardare le loro autonomie, si trovino d’accordo per fissare un numero che valga per tutto il territorio nazionale senza nessuna considerazione per le realtà, la storia e le esigenze locali che cambiano anche all’interno della stessa regione.
Questo numero non c’è mai stato e non ha alcun senso parlare di numero ottimale per un servizio che è organizzato per territorio e non per assistiti. Il problema è che fissando il numero 1 /5000 abitanti si riducono i medici sensibilmente in alcuni territori e non si aumentano in altri dove è svantaggioso andare a lavorare.

Formazione.

Secondo la fp cgil medici la formazione obbligatoria, necessaria per acquisire i crediti formativi indispensabili per poter esercitare la professione devono essere a carico del Sistema, invece nella proposta si parla di una garanzia, a carico del pubblico, “fino al 70%”. Ciò consentirebbe a qualche regione non in linea con i conti perfino di non fare formazione scaricando l’onere sul medico, con conseguente aggravio di spesa ed esposizione alle non sempre disinteressate lusinghe delle case farmaceutiche. E poi che qualità si si potrebbe garantire quando la formazione potrebbe anche risultare avulsa dalle necessità del servizio e del sistema. Per la FP CGIL Medici le Regioni dovranno garantire la formazione necessaria per acquisire il 100% dei crediti formativi.

Continuità dell’Assistenza per 24 ore e per 7 GG a settimana.

C’è su questo argomento tanta confusione ed un polverone non casuale. Precisiamo e cominciando a distinguere i medici di continuità assistenziale dal servizio di ca.

Non c’è modello organizzativo, processo di integrazione o sperimentazione varia e vaga che possa negare il diritto di questi 12000 medici di avere un loro contratto nazionale. Inteso come garanzia nazionale di inquadramento (e quindi tempi e criteri d’accesso unitari nazionali), di definizione del ruolo e dei compiti a salvaguardia della professionalità e del suo sviluppo. Ci deve essere insomma l’individuazione nazionale dell’apporto che questi professionisti danno al sistema ed al quale è collegata la remunerazione. La convenzione dovrà garantire che questo rapporto non possa essere sovvertito da nessun modello organizzativo, altrimenti non sarebbe una convenzione nazionale. Dovrà invece consentire la completa possibilità di valorizzazione e sviluppo di questi professionisti finalizzata al raggiungimento degli obiettivi del sistema nelle varie forme organizzative che le regioni si vorranno dare.

Per quanto riguarda il servizio.
Garantire l’assistenza continuativa per 24 ore per sette giorni a settimana è un bell’obiettivo ma è del Sistema non del medico o di più medici: il PSN stabilisce che “la contiunuità delle cure sia garantita con la presa in carico da parte dei servizi e delle Istituzioni allo scopo di coordinare tutti gli interventi……….” La Riforma sanitaria stabilisce che è il Distretto il luogo di organizzazione e coordinamento di tutte le cure primarie. Si applichi quanto previsto dalla legge, già nella attuale convenzione le equipes territoriali erano state previste solo nelle more dell’organizzazione distrettuale del servizio in applicazione alla 229/99.
Non si può scaricare tout court questa grande ed impegnativa missione al medico di medicina generale fornendo in compenso un allentamento dei vincoli organizzativi e contrattuali, con conseguente indebolimento del sistema.

Cosi si rischia solo di creare aspettative che non potranno essere soddisfatte. Se il sistema vuole garantire questo obiettivo bisogna dire chi fa cosa e chi finanzia. Non risultano investimenti in convenzione e quindi la convenzione non può decidere su ciò che non finanzia.
E non si può confidare su forme organizzative sperimentali indefinite, per le quali tutti, sisac compresa, condividono il principio dell’adesione volontaria. Insomma rinviare le norme convenzionali all’eventuale creazione di forme organizzative, sperimentali, con adesione volontaria e senza che il finanziamento ad hoc, non presente in convenzione, e che non si identifica bene dalle nebbie del fondo sanitario nazionale, è come chiudere bottega: si perde l’unitarietà del Sistema e si perde la garanzia nazionale di erogazione dei LEA territoriali, e si arriverebbe alla “assistenza virtuale” . Ma questo siamo sicuri non lo vuole nessuno e tanto meno la parte pubblica. Bisogna puntare a strutturare il territorio, non a renderlo virtuale; e bisogna strutturare l’assistenza territoriale pubblica, che è nei distretti non in aggregazioni più o meno autonome dal servizio pubblico
 

Riequilibrio economico

Su questo punto, condiviso da tutti come principio ma che produrrà qualche screzio quando i principi dovranno trovare applicazione, la FP CGIL ha presentato intanto una proposta di diversa pesatura della quota capitarla. Formando degli scaglioni di 150 e 200 assistiti e pesando di più i primi scaglioni e meno gli ultimi.
Si ottiene così una facilitazione dei medici che iniziano l’attività e devono sostenere tutte le spese di studio senza nessuna perdita per chi è massimalista e senza aggravi di spesa.

Sarà poi necessario che le percentuali di aumento siano maggiori per i medici di guardia medica e di emergenza, altrimenti la forbice si allarga di più in assoluto. Infine riteniamo assolutamente necessario che venga applicato il dpr 532 del 26/11/99 per le attività usuranti e per le attività notturne con particolare attenzione alla definizione di specifiche garanzie di sicurezza del lavoro in particolare in guardia medica

Questi sono alcuni dei nodi cruciali del rinnovo, destinati a definire il profilo del nuovo medico di medicina generale e dell’assistenza territoriale. La tutela della salute dei cittadini dipende molto da come sapremo definire questi profili.

Roma, 19 ottobre 2004

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Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Per il contratto chiediamo aumenti certi,
l’equiparazione ai dirigenti pubblici, la valorizzazione della esclusività
 

          La proposta dell’Aran - presentata questa mattina nell’ambito della trattativa per il rinnovo del contratto dei medici – di legare una parte rilevante (circa il 40%) degli aumenti alla parte variabile della retribuzione è inaccettabile.

          Rivendichiamo la certezza per i medici di ricevere gli aumenti dovuti per il primo biennio economico, già scaduto il 31 dicembre 2002, senza doverli legare a variabili locali.

 Chiediamo di arrivare alla equiparazione economica del tabellare con gli altri dirigenti pubblici, fermo restando l’obbiettivo di valorizzare l’indennità di esclusività con le risorse che si renderanno disponibili per il passaggio di medici in extramoenia e l’aggiunta dell’aggettivo di “temporanea”, trattandosi, alla luce della nuova legge sulla reversibilità, non più di una scelta irreversibile.

 Roma, 14 ottobre 2004

 

 


 

Comunicato stampa

 

Procede a ritmi serrati la trattativa con la Sisac per il rinnovo della convenzione di Medicina Generale ormai scaduta da quattro anni.

Negli ultimi due giorni si è lavorato ad oltranza per affrontare tutti i problemi  sul tappeto.

Il confronto è stato molto utile e proficuo. La parte pubblica ha dimostrato sensibilità e capacità di ascolto.

Nella sostanza si sono definiti in dettaglio i principi che dovranno fungere da guida per la successiva stesura dell’articolato.

A fronte di molti punti di convergenza tra parte pubblica ed OOSS, si sono registrate alcune diversità di vedute che necessiteranno futuri approfondimenti.

Fra i punti irrisolti c’è il nodo economico. La Sisac ha riproposto la precedente offerta, mentre le OOSS  hanno richiesto un ulteriore incremento del 2% alla luce anche del previsto aggravio previdenziale ENPAM. La parte pubblica si è riservata di rispondere dovendo porre il problema al Comitato di Settore.

Per quanto riguarda gli articoli da trasferire alla negoziazione regionale, la Sisac ha accolto pressoché interamente le richieste formulate unitariamente dai sindacati.

E’ stata accolta la richiesta di FP CGIL Medici di mantenere la differenziazione dei singoli settori appartenenti all’area della Medicina Generale.

Buona convergenza si è registrata su alcuni principi relativi alla Assistenza Primaria, quali: definire graduatorie ed accessi a livello nazionale, al fine di garantire l’unitarietà del sistema e, contestualmente, consentire graduatorie aziendali solo per incarichi a tempo determinato.

 Sulla formazione permanente, la FPCGIL Medici ha richiesto con forza che sia garantita equamente a tutte le figure professionali nella misura del 100% dei crediti formativi annuali (ECM).

 Sulla proposta sisac di rinviare la definizione dell’ottimale di AP a livello regionale, ferma è stata la opposizione della FPCGIL Medici che ha chiesto  che l’ottimale venga definito a livello nazionale, rifiutando anche qualsivoglia proposta di innalzamento dello stesso.

 Inoltre la FPCGIL Medici ha chiesto di non introdurre ulteriori deroghe al massimale rispetto a quelle attualmente presenti.

Non  crediamo si possano prendere decisioni che neghino per anni la possibilità di accesso all’area a tanti medici precari.

 Una discussione approfondita si è fatta, e con qualche timido ma promettente risultato, sulle forme associative e sulle fantomatiche UTAP. Ma ancora resta molto da definire.

Ad ogni modo è stata accolta la richiesta della FPCGIL Medici di prevedere, a livello nazionale,  l’adesione volontaria dei medici alle UTAP o ad altre forme associative. 

Inoltre, abbiamo sottolineato l’esigenza di salvaguardare la professionalità dei medici di Continuità Assistenziale senza scivolare verso forme di subordinazione o peggio di dissoluzione del servizio all’interno delle UTAP.

 Su tutte queste questioni ancora aperte molte risposte verranno dalla Sisac che riformulerà gli articoli sulla scorta di quanto emerso dalla trattativa.

 Infine, vanno nella direzione giusta le proposte avanzate dalla Sisac relativamente ai settori della Medicina dei Servizi e dell’Emergenza Sanitaria che accolgono buona parte delle nostre richieste.

Al termine dell’incontro odierno, il Presidente della Sisac  Luigi Covolo ha annunciato la convocazione per mercoledì prossimo del Comitato di Settore da cui dovranno arrivare risposte certe su compatibilità e disponibilità normative ed economiche.

L’incontro si è chiuso in un clima positivo di proficua collaborazione nella convinzione che il dibattito, sviluppatosi a volte  in modo serrato, sia una buona premessa per un rapido e soddisfacente rinnovo convenzionale, sempre che si sciolgano i nodi politici di fondo.

 

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Aggiornamento sulla trattativa del 30-9-2004

 

La Sisac, dopo aver distribuito ai rappresentanti delle OOSS la nuova revisione della parte seconda della loro proposta, ha ricapitolato l’offerta di parte pubblica riguardo la parte economica del futuro contratto, sostanziando le risorse come segue:

·        254 milioni di euro come quota di recupero inflattivo una tantum per il triennio 2001-2003

·        254 milioni di euro per il 2004

·        78 milioni euro come quota montante sul 2004 dal 1 gennaio 2005 (inflazione programmata per il 2004 1,7%)

·        70 milioni euro come montante sul 2005 dal 1 gennaio 2006 (inflazione programmata per il 2005 1,5%)

per un totale complessivo di 648 milioni di euro. Tutte le rappresentanze sindacali hanno manifestato perplessità riguardo alla scarsità delle risorse destinate al rinnovo dell’accordo, sia in considerazione dei nuovi compiti che potrebbero gravare sui medici che richiederebbero congrui investimenti strutturali, sia tenendo conto della necessità contingente di aumentare la percentuale di ritenute previdenziali a favore dell’ENPAM. La parte pubblica, sentito il Comitato di Settore, si è riservata di valutare le compatibilità economiche derivanti dal disposto della nuova finanziaria, ricercando ove possibile le fonti da destinare  all’incentivazione dei nuovi istituti.

La SISAC ha chiarito poi che in futuro il rinnovo degli accordi sarà diversificato in una parte normativa che avrà un più lungo periodo applicativo (almeno quattro anni) e una parte economica da rinnovare ogni due anni.

Si è poi passato all’esame dettagliato della proposta, dettagliando quanto debba passare alla trattativa regionale; a tal riguardo, la  SISAC ha recepito numerose proposte avanzate dalla FPCGIL Medici e dalle altre OOSS a garanzia della unitarietà del sistema sanitario.

 

Riguardo l’art. 1 (campo di applicazione) è stata accolta la proposta di FPCGIL Medici d differenziare i settori della Medicina Generale (Assistenza Primaria, Continuità Assistenziale, Medicina dei Servizi ed Emergenza Territoriale).

In merito alla formazione delle graduatorie per l’accesso, la Sisac si è riservata una riflessione sulla richiesta FPCGIL Medici di mantenere attiva la graduatoria regionale per il conferimento degli incarichi a tempo indeterminato e graduatorie aziendali per il conferimento degli incarichi provvisori. E’ rimasta tuttora sospesa la proposta di contemplare una graduatoria unica per tutti i settori o una graduatoria indipendente per l’Emergenza Territoriale.

Nei confronti della sospensione parziale del rapporto convenzionale (per allattamento, adozione di minore, assistenza a minori non autosufficienti, assistenti a familiari invalidi) si è deciso di procedere a riscrittura della norma armonizzandola con altre normative già operanti in altri contratti.

Per quanto attiene l’art. 8 (Formazione continua), la FPCGIL Medici ha richiesto che le Aziende e le Regioni garantiscano la possibilità  di conseguire il 100% dei crediti a tutte le figure professionali dell’area, fatta salva la facoltà e non l’obbligo del singolo medico di provvedere a proprie spese al conseguimento di una percentuale massima del 30% dei crediti previsti.

Sul tema della rappresentatività sindacale, si è registrata l’assoluta sintonia di tutte le sigle sindacali nel pretendere che i firmatari del nuovo accordo nazionale e chi è dotato di rappresentatività a livello nazionale possa partecipare sia ai comitati che alle trattative regionali con le OOSS rappresentative a quel livello. La Sisac si è riservata di rispondere nel merito.

Sul problema del rapporto ottimale, la FPCGIL Medici ha chiesto che tale rapporto sia mantenuto nell’ambito della trattativa nazionale senza nessun aumento dello stesso, come richiesto da altre OOSS. La FPCGIL Medici ritiene che l’innalzamento del rapporto ottimale provocherebbe un’inaccettabile chiusura dell’accesso all’area per anni con evidente grave danno per tutti i medici che attualmente si trovano in graduatoria. Anche su questo si è in attesa di una pronuncia definitiva della Sisac.

In merito all’orario d’apertura degli studi dei medici di assistenza primaria, la lunga discussione ha portato al superamento dell’”orario congruo”, fissando un minimo di 5 ore per 500 assistiti, 10 ore per 1000 assistiti, 15 ore per 1500 assistiti.

Riguardo ai massimali di scelta, alcune sigle hanno avanzato proposte di varie tipologie di delega; contro tale logica la FPCGIL Medici ha richiesto di impedire qualunque deroga al massimale. La Sisac ha rimandato la risposta definitiva.

Approfondita e ampia discussione si è svolta sull’art. 31 relativo ai compiti del medico di Medicina Generale, ottenendo che nel preambolo siano chiaramente distinti compiti e funzioni a carico di tutti i medici dell’area  rispetto a quelli specifici di ogni figura professionale. Il testo di tale articolo sarà rivisto dalla Sisac in base a quanto emerso dalla discussione che ha toccato tutti i punti di questo fondamentale pilastro della convenzione. Si è ottenuto anche l’inserimento di un richiamo più dettagliato alle forme associative già operanti ex 270/00 (medicina di associazione, medicina in rete, medicina di gruppo), sottolineando che mentre la partecipazione a sperimentazioni di equipes territoriali è da intendere come obbligatoria nei territori dove queste sono state attivate, mentre l’adesione alle UTAP è sicuramente da intendere come volontaria.

Grande discussione, sospesa su questo argomento alle 4 del mattino, si è svolta attorno al problema della Continuità Assistenziale  riguardo al suo rapporto con le nuove forme associative (vedi UTAP) che dovrebbero contemplare  un coinvolgimento dei medici di CA senza che però sia emerso un preciso orientamento normativo. Su questo argomento, la FPCGIL Medici ha sostenuto con energia che la nascita di queste nuove forme associative non può ipotizzare la scomparsa della figura della CA e la sua dissoluzione nell’interno del gruppo con un rapporto di parasubordinazione o di sfruttamento da parte del medico di AP nei riguardi del collega di CA. A tal fine l’articolato definitivo dovrà essere formulato in maniera tale da garantire quanto previsto dal 270/00.

La FPCGIL Medici si è poi opposta alla proposta di definire su base nazionale un numero ottimale di medici di CA (1 a 5000) in quanto tale proposta non tiene conto della enorme disomogeneità geografica del territorio nazionale fatto da realtà rurali, montane o da piccoli centri abitati; si è quindi richiesto che la definizione del fabbisogno di incarichi avvenga eventualmente a livello regionale.

Sul problema dei massimali di CA, la FPCGIL Medici ha proposto di utilizzare le 4 ore di plus orario per attività da svolgersi esclusivamente in ambito territoriale e distrettuale, così come di estendere l’orario fino alle 38 ore da destinare in attività sul territorio. Entrambe le proposte sono state sostanzialmente accolte dalla Sisac.

 



Comunicato stampa di Nicola Preiti Coord. Nazionale Medicina Generale FPCGIL Medici
Maurizio Marchionne Resp. Nazionale Assistenza Primaria FPCGIL Medici

 

Questa mattina si è tenuto un nuovo incontro nell’ambito della trattativa per il rinnovo della convenzione. Si è registrato un accordo generale sull’impostazione di fondo e sui principi che devono ispirare la nuova organizzazione della medicina generale anche alla luce della nuova realtà federativa definita dalle modifiche al Titolo V della costituzione.

Durante l’incontro odierno, presso la sede della Sisac, si è deciso di riunire le parti sindacali attorno ad un tavolo tecnico per consentire la stesura di una bozza di articolato, da proporre per le parti da rinviare alla definizione regionale, in risposta a quello proposto ieri dalla parte pubblica.
Si è cominciato ad entrare nel merito di alcune delle questioni fondamentali che caratterizzano il rinnovo convenzionale allo scopo di sciogliere i nodi politici ed interpretativi sottesi a temi quali le incompatibilità, la libera professione, i compiti e le funzioni dei medici di assistenza primaria, il rapporto ottimale e le problematiche legate all’associazionismo ed alle nuove forme sperimentali di organizzazione dell’assistenza primaria nel territorio.
Si è evidenziata una sostanziale concordanza fra i sindacati sui temi citati e una buona disponibilità della Sisac a rivedere concordemente l’articolato sulla base dei rilievi posti.
Più in particolare, riguardo alla libera professione, la parte pubblica si è dichiarata disponibile a consentire la libera professione “occasionale”, fatta salva la puntuale applicazione degli accordi pattuiti in merito a compiti, modalità organizzative dell’attività ambulatoriale, ecc.
In merito a compiti e funzioni ex art. 31, si sono sottolineate alcune forzature dell’articolato di parte pubblica quali:
• l’estensione obbligatoria della tenuta di una scheda sanitaria su supporto informatico che al momento pare poco praticabile per diversi motivi sia economici che tecnologici e anche di natura formativa, soprattutto nei riguardi dei medici prossimi al pensionamento;
• l’affermazione dell’obbligo da parte dei mmg di garantire l’assistenza h24 7 giorni su 7, senza indicare le figure professionali implicate in questo processo, le rispettive attribuzioni, mansioni, i reciproci rapporti professionali. Da parte della FPCGIL Medici si è sottolineata la necessità di pattuire in dettaglio già nell’art. 1 dell’accordo la tipologia delle figure impegnate ad applicare il nuovo accordo (medici di assistenza primaria, continuità assistenziale, emergenza territoriale), i rispettivi ambiti professionali, compiti, funzioni e garanzie.
• il tentativo di portare tout court nell’ambito dei compiti compensati a quota fissa, attività oggi ricomprese in quelli a quota variabile, come l’assistenza a soggetti in fin di vita o da assistere domiciliarmente, le vaccinazioni come l’anti-influenzale, alcune certificazioni come quella per attività sportiva non agonistica nei soggetti fino ai 18 anni. Il riposizionamento di tali compiti porterebbe ad una notevole modifica dell’attuale composizione della retribuzione.
Si è poi esaminato il problema del rapporto ottimale, rispetto al quale i sindacati hanno avanzato diverse proposte:
 modifica del rapporto ottimale per l’assistenza primaria, portando il rapporto a 1 a 1300, stanti le modifiche demografiche che si stanno verificando nella popolazione italiana
 considerazione del problema dell’accesso alla convenzione, attraverso una politica di revisione delle attribuzioni degli incarichi per la continuità assistenziale con rinvio alla trattativa regionale per il conferimento degli incarichi.

Ultimo argomento trattato è stato quello legato alla medicina associativa, su cui tutti i sindacati hanno sottolineato la necessità che a livello nazionale sia confermata la validità delle attuali forme di associazione (medicina in associazione, medicina di gruppo e medicina in rete), riconoscendo a tali esperienze un sicuro valore per i professionisti e un vantaggio per i cittadini, mentre altre eventuali forme sperimentali e volontarie siano definite, organizzate e normate a livello regionale. Su tale punto la parte pubblica si è dichiarata disponibile al riesame della bozza proposta.
Al termine della riunione si sono fissati due nuovi incontri per il 29 e 30 settembre; in tale occasione la Sisac si è impegnata a produrre un testo corretto che recepisca quanto oggi proposto, mentre i sindacati elaboreranno comunemente un articolato che dovrà semplificare l’esame degli altri punti della convenzione futura.


24/9/2004

 

RINNOVO ACN MEDICINA GENERALE: Comunicato stampa FP CGIL MEDICI

Ancora da migliorare la nuova proposta formulata dalla parte pubblica per il rinnovo dell’ACN della Medicina Generale scaduto ormai da quattro anni.
Il confronto fra le parti si svolge in un clima pesantemente caratterizzato dall’estrema ristrettezza delle risorse messe a disposizione dal Governo.
Nonostante tutto, ci sono le condizioni per andare avanti nella trattativa anche se c’è ancora molta strada da fare e i problemi irrisolti rimangono molteplici. La giornata di domani sarà dedicata alla dettagliata disamina delle proposte per cercare una base concreta per procedere verso il rinnovamento dell’accordo.

Le modifiche accolte dalla parte pubblica dimostrano buona volontà, ma risultano ancora insufficienti.
I principi contenuti nella prima parte della proposta della SISAC sono condivisibili, ma non trovano poi sufficiente riscontro nella parte applicativa, anzi vi è un rimando generico agli stessi principi che si dovrebbero invece concretizzare.
In particolare:
• non vengono dettagliati in maniera corretta i principi nazionali per le modalità e i contenuti da rinviare alla trattativa regionale
• mancano i criteri e riferimenti nazionali a garanzia dell’applicazione dei LEA della medicina generale e delle garanzie su funzioni e compiti a tutela di ogni figura professionale
• non si specificano regole certe per l’accesso e per la formazione delle graduatorie, a garanzia del rapporto di lavoro nazionale.
• Non emerge appieno il profilo nazionale della convenzione

Molte incertezze si riscontrano sulla Continuità Assistenziale. Per questi medici dovrà essere garantito il livello nazionale del contratto di lavoro, non si accetterà una riduzione dell’organico, una precarietà dell’incarico e dei meccanismo di accesso, nonché la vaghezza dei compiti che risulterebbero dispersi nell’ambito di formule organizzative del tutto indefinite variamente denominate.

Per i settori della Medicina dei Servizi e della Emergenza Sanitaria si delinea una parziale apertura nella direzione da noi più volte auspicata, ma saranno da definire meglio i compiti, le funzioni e le garanzie professionali e di carriera.

Roma 22.09.2004

 

Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

 

Trattativa medici:
l’esclusività deve essere valorizzata,
no a guardie e a prestazioni aggiuntive fuori orario

 

Nell’odierno incontro per il rinnovo del contratto della dirigenza medica presso l’Aran abbiamo rinnovato la richiesta di valorizzare l’esclusività sia dal punto di vista economico che normativo.

 Infatti se l’indennità di esclusività non sarà incrementata economicamente, mentre aumentano le altre voci della retribuzione che valgono anche per chi va in extramoenia, nei fatti verrebbe paradossalmente penalizzato dal rinnovo contrattuale chi sceglie l’esclusività.

Sarebbe inoltre doveroso che le risorse destinate all’esclusività fossero ricompresse nell’ambito del monte salari, garantendo nel futuro un suo incremento.

 Abbiamo con chiarezza chiesto che l’orario di lavoro delle 38 ore sia confermato nella sua attuale articolazione (34+4) ed abbiamo ribadito la nostra contrarietà a prestazioni e guardie aggiuntive al di fuori dell’orario, comunque vengano remunerate.

 Infatti se si cade nella “trappola” di scambiare orario aggiuntivo con prestazioni e guardie aggiuntive, le risorse economiche, al di là della formulazione concordata, nei fatti verrebbero sottratte ai fondi contrattuali. Il risultato sarebbe che l’orario di lavoro aumenterebbe a discapito sia della qualità del lavoro che dell’assistenza, e senza alcun effettivo corrispettivo.

 Nel caso remoto in cui risorse extracontrattuali fossero disponibili, riteniamo che invece di utilizzarle per la libera professione aziendale e per pagare le guardie extra orario, dovrebbero essere utilizzate per nuove assunzioni. In questo modo si potrà garantire una migliore qualità del lavoro medico e dell’assistenza per i cittadini, dando contemporaneamente una risposta al problema della disoccupazione medica.

 Roma, 20 settembre 2004

 


 

ARAN: TERZO INCONTRO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DI MEDICI E VETERINARI

 

Si è tenuto questa mattina all’ARAN il terzo incontro della trattativa per il rinnovo del contratto dei medici e veterinari dipendenti del SSN.

Particolarmente importanti gli argomenti trattati: esclusività di rapporto, orario di lavoro, mobilità, intorno ai quali si è sviluppato un articolato confronto.

Riguardo all’esclusività di rapporto si è evidenziato un accordo di massima da parte delle sigle sindacali, pur con qualche distinguo,  per una impostazione contrattuale che tenda a promuovere sul piano economico la scelta dei dirigenti che optano per il regime di esclusività

Il costo degli eventuali incentivi economici, oltre a gravare sull’incremento economico già disponibile potrebbe essere coperto anche attraverso un riutilizzo delle indennità di esclusività dei dirigenti che optano invece per l’extramoenia; quest’ultima soluzione non sembra abbia trovato l’accordo della delegazione di parte pubblica, che ha manifestato scetticismo riguardo alla sua possibilità di concreta realizzazione.

Altro momento di confronto è stato quello relativo all’orario di lavoro e alle prestazioni aggiuntive eccedenti l’orario.

Mentre riguardo al mantenimento dell’attuale impostazione dell’orario articolato su 34+4 ore tutte le sigle sono risultate d’accordo, le posizioni sono apparse maggiormente diversificate riguardo alle prestazioni aggiuntive. In merito la FP CGIL Medici ha sostenuto una impostazione tendente a limitare quanto più possibile il ricorso alle prestazioni aggiuntive, la cui copertura, se non eccezionale,  deve essere risolta dall’azienda non mediante aumenti del carico di lavoro dei dipendenti (variamente o per nulla retribuiti) o esternalizzazioni, ma attraverso i necessari incrementi della pianta organica.

Infine riguardo alla mobilità, l’ARAN ha preannunciato una modifica del testo vigente, in attuazione di quanto previsto nell’atto di indirizzo, in base al quale i nuovi assunti e coloro che seguono a spese dell’azienda corsi di aggiornamento siano poi esclusi per due anni dalla mobilità volontaria.   

Il prossimo incontro è previsto per il 7 ottobre. Si parlerà di valutazione degli incarichi, recesso, Comitato dei Garanti, ECM, assicurazione professionale.

 Roma, li 21/09/04

    



Comunicato stampa FpCGIL Medici di
Nicola Preiti Coordinatore nazionale Medicina Generale FPCGIL Medici
Maurizio Marchionne Responsabile Nazionale Assistenza Primaria FPCGIL Medici

 17 settembre 2004

 

Si è svolto in data odierna il primo dei quattro incontri concordati tra SISA e OOSS per iniziare ad affrontare i nodi dell’articolato del nuovo accordo che dovrà rinnovare la convenzione  nazionale per la Medicina Generale.

I rappresentanti sindacali di FIMMG, SNAMI e FPCGIL Medici, avendo già provveduto all’invio alla parte pubblica delle proprie bozze di articolato, hanno ampiamente esposto nel corso del dibattito le proprie posizioni e le proprie proposte di massima riguardanti il futuro della Medicina Generale.

Si sono registrati diversi punti di contatto fra le varie proposte, soprattutto circa la necessità di stabilire la “cornice” legislativa che individui la natura del rapporto giuridico che riguarda la figura dei sanitari impegnati nella medicina generale.

Da più parti si è sottolineata l’esigenza di stabilire un protocollo d’intesa che consenta di normare i principi politici di base del nuovo accordo, consentendo un successivo riesame particolareggiato dell’articolato del DPR 270/2000 che tutti ritengono essere una base condivisa e tuttora valida su cui procedere alle innovazioni derivanti dalle mutate condizioni politiche e legislative.

La FPCGIL Medici ha illustrato la propria proposta, sottolineando che l’interesse primario è quello di riaffermare il principio dell’unitarietà del SSN. E’ stata posta la necessità di valorizzare il distretto come punto centrale e pubblico dell’erogazione dell’assistenza sanitaria di base nel cui ambito devono essere strutturate tutte le attività sul territorio, da quelle dell’assistenza primaria, alla continuità assistenziale, all’emergenza territoriale e della medicina dei servizi, sottolineando fra l’altro come pregiudiziali la necessità di garantire un moderno sistema di acquisizione di crediti formativi per tutte le figure sanitarie dell’area e di tutelare lo sviluppo professionale in particolare dei medici della Continuità Assistenziale e del 118.

A fronte dei punti di convergenza, sono comunque emersi differenti orientamenti di fondo sul metodo da seguire nel prosieguo delle trattative, tenuto conto di questa situazione l’assessore Covolo ha proposto di rinviare i lavori a mercoledì 22 settembre, consentendo alla parte pubblica di esaminare nel dettaglio le varie proposte, formulandone una nuova che tenga conto di quanto presentato dalle OO.SS.                                                       

 


 

Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Trattativa medici:

i contratti atipici devono essere regolamentati, la contrattazione nazionale non si tocca, le relazioni sindacali aziendali devono essere garantite
 

 Nell’odierno incontro per il rinnovo del contratto della dirigenza medica presso l’Aran abbiamo chiesto una regolamentazione del lavoro atipico, ed in particolare dei contratti libero professionali, che vedono sempre di più coinvolti i medici.

 Abbiamo ribadito che il contratto nazionale non si tocca, considerata la deriva del processo di devolution in sanità, e che le relazioni aziendali devono essere garantite, considerato che in diverse Asl ancora devono essere stipulati i contratti integrativi.

 Il livello regionale deve svolgere una funzione di coordinamento per la contrattazione aziendale,

e non deve rappresentare un decentramento del contratto nazionale.

 Roma, 15 settembre 2004

 



Rinnovo del CCNL dirigenti Medici e Veterinari: secondo incontro all’ARAN

 

Si è svolto questa mattina all’ARAN il secondo incontro della trattativa per il rinnovo del contratto di lavoro dell’area della dirigenza medica e veterinaria.

Seguendo il programma di lavoro definito nella scorsa riunione si è proceduto oggi all’esame delle problematiche connesse ai primi dodici articoli del vecchio contratto, per registrare le posizioni ed eventuali richieste di emendamenti delle OOSS in merito agli istituti contrattuali definiti nelle medesime.

I principali argomenti di discussione sono stati i seguenti: 

  • Campo di applicazione del contratto

Tutte le OO.SS. hanno posto il problema dell’esigenza di inserire nel campo di applicazione anche il personale di IRCCS, Aziende miste SSN Università e contratti atipici, considerate le problematiche che queste tipologie lavorative hanno sul territorio, E’ stata evidenziata la necessità di predisporre nel contratto, quanto meno, strumenti efficaci che consentano alle rappresentanze sindacali di intervenire validamente su queste particolari realtà lavorative, che, specie nel caso del lavoro atipico, coinvolgono oramai un elevatissimo numero di medici  veterinari .   

  • Livelli di contrattazione

Di massima tutte le sigle, pur con diverse sfumature, sono d’accordo nella difesa del doppio livello negoziale, opponendosi in modo deciso al rinvio di materie negoziali dal livello nazionale a quello regionale previsto dall’atto di indirizzo.

E’ stato invece  auspicato un maggiore ruolo regionale nelle attività di coordinamento e di indirizzo della contrattazione integrativa aziendale pur nel pieno rispetto delle prerogative di autonomia aziendale stessa.

In proposito la FP CGIL Medici ha individuato quale testo di riferimento quello dell’art. 7 del CCNL del comparto sanità 2002-2005

A tale proposito, inoltre , le OO.SS hanno richiesto di inserire nel contratto strumenti che consentano ai sindacati maggiore coinvolgimento e partecipazione al livello regionale, dal quale oggi sono del tutto esclusi. 

  • Relazioni sindacali

Alcune delegazioni sindacali hanno richiesto di procedere ad una modifica del sistema delle relazioni sindacali, in particolare allargando il numero delle materie oggetto di concertazione ed eliminando o modificando in modo sostanziale l’istituto dell’informazione rivelatosi del tutto inefficace. Riguardo a quest’ultimo è stato in particolare richiesto che qualora ritenuto insostituibile, divenga almeno obbligatorio e preventivo per un numero molto maggiore di casi, per consentire maggiore trasparenza.
 

 I prossimo incontri sono  previsti per martedì 21/09 e per giovedì 7/10 : il 21 si parlerà di orario di lavoro. 

 Roma, 15 settembre 2004



INCONTRO DEL 21 LUGLIO 2004

 

Si sono svolti ieri, 21 luglio, all’ARAN, i primi incontro delle nuove tornate contrattuali per il rinnovo dei CCNL della dirigenza medica e veterinaria e di quella STPA.

 Dopo il saluto del Presidente  dell’ARAN Avv. Fantoni, la dr.ssa Dragonetti capo delegazione ARAN,  ha proceduto ad una dettagliata illustrazione dell’atto di indirizzo.

Successivamente hanno preso la parola le delegazioni sindacali.

            La FP CGIL Medici e la FP GCIL hanno manifestato il proprio apprezzamento per l’inizio della contrattazione, esprimendo al contempo forti perplessità in merito ad alcuni contenuti dell’atto di indirizzo. Sul tavolo dei medici è stato inoltre richiesto di procedere ad una notifica alle delegazioni  delle OO.SS. delle percentuali di rappresentanza attuali, essendo ad oggi ufficializzate soltanto alla loro consistenza nel  2000. In merito il Presidente Fantoni si è impegnato per una rapida soluzione del problema.

            E’ stato infine concordato il metodo di lavoro ed è stata definita la data del prossimo incontro che sarà l’8 settembre per tutti e due i tavoli.

 

Il Segretario Nazionale FP CGIL Medici              Per la Segreteria FP CGIL Nazionale
                    Massimo Cozza                                                       Rossana Dettori

 


FIRMATI GLI ATTI DI INDIRIZZO DELLA DIRIGENZA MEDICA, VETERINARIA E STPA.

Mercoledì 21 luglio il primo incontro all'Aran

 

Il 16 luglio scorso il Consiglio dei Ministri ha finalmente firmato gli atti di indirizzo relativi ai rinnovi dei contratti della dirigenza medica e veterinaria, di quella sanitaria, tecnica professionale ed ammnistrativa e dei medici convenzionati del SSN

La firma dell’atto è stata accompagnata da due raccomandazioni: la prima è che gli aumenti  concessi non vadano a determinare ricedute economiche superiori al previsto (5,66%); la seconda ribadisce invece il fatto che i livelli di contrattazione rimangono due, nazionale ed aziendale, pur nel rispetto del mutato assetto istituzionale conseguente al federalismo. 

Con l’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri si apre finalmente la fase della contrattazione che porterà, in tempi che ci si augura siano brevi, alla stesura ed approvazione dei nuovi contratti.

L’ARAN sembra aver accolto questa esigenza ed ha convocato le OO.SS della dirigenza medica, veterinaria e STPA per il prossimo 21 luglio.
 

Roma, 19 luglio 2004

 

 Archivio 2004:
2° semestre

 
  SCARICA LA LOCANDINA DELLA FP CGIL MEDICI SUL RINNOVO DEL CCNL  (file pdf)
23 dicembre 2004 LA PROPOSTA ECONOMICA DELL'ARAN
  IL TESTO DELLA NUOVA PROPOSTA NORMATIVA DELL'ARAN
  UN NATALE DI CRISI:  POCHI REGALI SOTTO IL TAVOLO DELL'ARAN
22 dicembre 2004
 

Finalmente per i medici non solo carbone - Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

22 dicembre 2004
 
trattativa per il rinnovo della convenzione di medicina generale: COMUNICATO STAMPA DI NICOLA PREITI, COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL MEDICI MEDICINA GENERALE
14 dicembre 2004

COMUNICATO STAMPA DI NICOLA PREITI, COORD.RE NAZIONALE FP CGIL MEDICI  - MEDICINA GENERALE

4 dicembre 2004

 

L'EMERGENZA SANITARIA HA BISOGNO DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE  -
Report conferenza stampa del 3/12/2004 
Di Nicola Preiti, coordinatore FP CGIL Medici Medicina Generale e
Giosuè Di Maro, responsabile nazionale FP CGIL Medici emergenza sanitaria

3 dicembre 2004 INCONTRO TRA FP CGIL MEDICI E SISAC DEL 2 DICEMBRE. COMUNICATO STAMPA DI NICOLA PREITI, COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL MEDICI - MEDICINA GENERALE
1 dicembre 2004 BOZZA ARTICOLATO SISAC - COMUNICATO STAMPA DI  Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici Medicina generale
30 novembre 2004

Un medico su tre ha scioperato. Il 90% ha respinto la reversibilità, ha vinto la sanità pubblica - Comunicato stampa di M. Cozza - Segr. naz.le Fp Cgil Medici

26 novembre 2004 SEDUTA SISAC - 25 NOVEMBRE 2004
24 novembre 2004
 
VETERINARIA - RINNOVO CCNL: ALL'ARAN LA NOTA CON LE RICHIESTE DELLA FP CGIL MEDICI
  CCNL MEDICI E VETERINARI:  UNA FASE DI STALLO
24 novembre 2004

 

Trattativa alla deriva. Medici in sciopero il 30 novembre -
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici  

18 novembre 2004
 
I medici dicono no ALLO SCAMBIO DELLE TASSE CON IL CONTRATTO -
Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici
 
17 novembre 2004
 
    Ccnl: la prima bozza del contratto proposta dall'aran   
 
08 novembre 2004

 
Chi ostacola la istituzione della specializzazione in medicina di emergenza?
COMUNICATO STAMPA
          
 
29 ottobre 2004

 

Medici: Cgil, Difendiamo il sistema pubblico. No alla reversibilità - Il 10 novembre manifestazioni con mobilitazioni in Asl e Ospedali
 

29 ottobre 2004



 
"Manifestazione esclusività   10 novembre a Padova"

"MANIFESTAZIONE sull'esclusività  5 novembre a Caserta"
 

22 ottobre 2004

 
EQUIPARAZIONE TABELLARE MEDICI, UNA RICHIESTA INELUDIBILE - Dich. di M. Cozza - Segr. Naz. Fp Cgil Medici
 
21 ottobre 2004

 
RINNOVO CCNL MEDICI E VETERINARI: LE OOSS. PRESENTANO LA PROPRIA PROPOSTA PER LA PARTE ECONOMICA - Documento della riunione del 21 ottobre 2004
 
20 ottobre 2004
 
MEDICI E DIRIGENTI SANITARI: ESCLUSIVITA'  PER LA SANITA' PUBBLICA
 
19 ottobre 2004
 

DICHIARAZIONE STAMPA  di Nicola Preiti, coordinatore nazionale medicina generale FP CGIL Medici
 

15 ottobre 2004
 
RINNOVO DEL CONTRATTO DEI DIRIGENTI MEDICI E VETERINARI DEL SSN: COMINCIA IL CONFRONTO SULLA PARTE ECONOMICA
 
14 ottobre 2004     
 
 Per il contratto chiediamo aumenti certi, l’equiparazione ai dirigenti pubblici, la valorizzazione della esclusività -  Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 
 
08 ottobre 2004     



 
Trattativa ad ostacoli. No a licenziamenti facili, alla arbitrarietà per gli incarichi a medici lasciati senza tutela assicurativa e senza le 4 ore di aggiornamento  -  Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici

 
RINNOVO DEL CCNL DI MEDICI E VETERINARI DIPENDENTI DEL SSN: l'incontro del 7 ottobre all'Aran
 
01 ottobre 2004          Comunicato stampa -     Procede a ritmi serrati la trattativa con la Sisac per il rinnovo della convenzione di Medicina Generale ormai scaduta da quattro anni...
Comunicato stampa - 
  Aggiornamento sulla trattativa del 30-9-2004

24 settembre 2004   Comunicato stampa di Nicola Preiti Coord. Nazionale Medicina Generale FPCGIL Medici  Maurizio Marchionne Resp. Nazionale Assistenza Primaria FPCGIL Medici


24 settembre 2004  
RINNOVO ACN MEDICINA GENERALE: Comunicato stampa FP CGIL MEDICI

21 settembre 2004   ARAN: TERZO INCONTRO PER IL RINNOVO DEL CONTRATTO DI MEDICI E VETERINARI

                                  Trattativa medici: l’esclusività deve essere valorizzata, no a guardie e a prestazioni aggiuntive fuori orario
                                 
(Dichiarazione di Massimo Cozza, Segretario Nazionale Fp Cgil Medici)


17 settembre 2004  
 Comunicato Stampa Fp Cgil Medici  
(nuovo accordo per rinnovo convenzione nazionale per la Medicina Generale)


16 settembre 2004  
 
Trattativa medici: i contratti atipici devono essere regolamentati, la contrattazione nazionale non si tocca, le relazioni sindacali aziendali devono essere garantite - Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici


15 settembre 2004   
RINNOVO DEL CCNL DIRIGENTI MEDICI E VETERINARI:  SECONDO INCONTRO ALL'ARAN


10 settembre 2004  
 COMUNICATO STAMPA DI NICOLA PREITI COORDINATORE NAZIONALE FP CGIL MEDICI
                                  E DI MAURIZIO MARCHIONNE RESPONSABILE NAZIONALE AP FP CGIL MEDICI
                                  SU TRATTATIVE RINNOVO CONVENZIONE MEDICINA GENERALE

08 settembre 2004    Apertura trattative medici, un percorso pieno di ostacoli -
                          Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici



08 settembre 2004   
AVVIO TRATTATIVE AREA MEDICA


07 settembre 2004 
 I medici firmano per il referendum sulla procreazione assistita, legge oscurantista che va contro
                          l’evidenza scientifica, il progresso e la salute della donna


28 luglio 2004       
Audizione del 27 luglio 2004 della Fp Cgil Medici al Parlamento sulla medicina generica


22 luglio 2004       
INCONTRO DEL 21 LUGLIO


19 luglio 2004       
FIRMATI GLI ATTI DI INDIRIZZO DELLA DIRIGENZA MEDICA, VETERINARIA E STPA. Mercoledì 21 luglio il primo incontro all'Aran

                                                                                              

   

Archivio 2002 - 2003 -
2004:  1° semestre