(050205)  Medici in sciopero il 4 marzo per il contratto e contro lo sfascio della sanità pubblica - Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

 

L’assenza al tentativo di conciliazione presso il Ministero del Lavoro sia delle Regioni che del Ministero dell’Economia, a fronte dell’intervento del solo rappresentate del Ministero della Funzione Pubblica, rappresenta una ulteriore conferma della volontà di lasciare senza contratto i medici portando la sanità pubblica allo sfascio. 

Sono 38 mesi che i medici lavorano negli ospedali e nei servizi territoriali con un contratto scaduto. E’ una situazione non più tollerabile per chi crede ancora nella sanità pubblica. Sembra che ci sia un abile regista che vuole costringere i medici e la sanità verso il privato, aprendogli la via con la reversibilità e demotivandoli con le normative peggiorative e penalizzanti contenute nelle proposte contrattuali. 

Il contratto può e deve essere chiuso in pochi giorni per quanto riguarda il primo biennio economico e la parte normativa, e, su questo punto, appare irresponsabile l’atteggiamento di chiusura della parte pubblica, ed in primo luogo delle Regioni. 

Per queste ragioni il 4 marzo in tutti gli ospedali ed i servizi territoriali della sanità pubblica scioperiamo per l’intera giornata insieme a tutte le altre organizzazioni sindacali dei medici, ed il 18 marzo per l’8% per il secondo biennio economico, insieme a tutti i lavoratori del pubblico impiego.  

Roma, 17 febbraio 2005  


 Vertenza  medici  e veterinari dipendenti, Dirigenza STPA del SSN:
 fallito il tentativo di conciliazione si va allo sciopero
 Comunicato

(18.02.2005)