Fp Cgil Nazionale

Convegno " Donne nella Polizia penitenziaria "

LE DISPARI OPPORTUNITA'

CONVEGNO SULLE PARI OPPORTUNITA’

Intervento del Cons. Paolo MANCUSO
Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

 

Devo dire che tra le tante innovazioni che l’amministrazione penitenziaria ha cercato di introdurre in questi ultimi anni attraverso processi di ammodernamento, razionalizzazione e momenti di partecipazione del personale alle scelte complessive dell’amministrazione, su questo terreno siamo decisamente indietro.

E’ doloroso ammetterlo ed è forse questa è l’autocritica maggiore che come amministrazione dobbiamo farci.

Non abbiamo, infatti, capito che tra le emergenze molto spesso urlate, cui abbiamo cercato di dare risposte anche strategiche, che guardassero avanti, che non si limitassero a curare la patologia, ma che cercassero di uscire in positivo da una situazione critica, vi era anche quella della parità.

Devo aggiungere che questo è tanto più inspiegabile, perché proprio la valorizzazione della componente femminile nell’intera amministrazione avrebbe potuto essere uno strumento forte per accentuare quel cambiamento del carcere in cui siamo da tempo impegnati.

Parlo di un carcere che ha mutato la sua componente di detenuti, che ha mutato altrettanto profondamente la sua missione, passando dal compito istituzionale di garantire la inoffensività delle persone che in qualche modo attentano alla sopravvivenza stessa della democrazia di questo Paese, all’obiettivo di integrare progressivamente nel tessuto sociale e nel territorio i detenuti.

A questa richiesta di cambiamento che incontra forti resistenze, non consapevoli, non culturali, ma, direi, strutturali, dovute a sedimentazioni di prassi e abitudini dure a morire, non abbiamo capito che una risposta estremamente positiva sarebbe potuta venire dalla componente femminile.

Quando si dice che il Corpo della Polizia Penitenziaria è un’istituzione al maschile, questo probabilmente deriva dal fatto che il carcere finora è stato una carcere al maschile. Spostarlo su un altro versante significa articolarlo, dargli contenuti più vivaci e in qualche maniera più coerenti con le caratteristiche che sono proprie della componente femminile.

Direi che il momento di svolta sul piano della sensibilizzazione rispetto a questo problema è avvenuto con la nascita del Comitato per le pari opportunità.

Nel periodo che va dal dicembre ’99 al dicembre 2000, quando cioè il Comitato ha iniziato a funzionare, l’amministrazione è stata costretta a fare i conti con i suoi ritardi.

E’ stato necessario, quindi, risolvere questa sorta di "inceppamento" iniziale, dovuto alla difficoltà di comprensione del ruolo che questa nuova struttura doveva avere e alle tensioni generate dalla inadeguatezza delle nostre risposte, che sono state poi profondamente corrette.

 

Mi fa molto piacere che in qualche modo il lavoro che abbiamo fatto venga riconosciuto dalla maggioranza delle persone intervistate, come dato importante di riflessione e di riferimento.

Io naturalmente, come amministrazione, ho preso atto delle importanti indicazioni venute dal ministro della Giustizia, che recepiscono una serie di richieste avanzate con forza dalla relazione introduttiva e dagli interventi.

Sono indicazioni decisive per dare risposta a questo problema dell’applicazione di tutte le leggi e dei diritti che garantiscano una amministrazione efficace e imparziale.

Già questi due valori da soli, se rispettati, sgombrerebbero il campo da gran parte delle questioni che voi avete posto.

Occorre poi mettere in atto una serie di azioni positive, perché l’applicazione della legge non basta, e in particolare c’è la necessità di rompere quelle situazioni di difficoltà dovute ad un intreccio tra subordinazione e molestie. A questo fine importante è la formazione, sia dal punto di vista dei contenuti che come metodo, insieme al codice di comportamento e al consiglio di fiducia.

Ma come intervenire su tutti questi punti?

Io credo che innanzitutto sia indispensabile che il Comitato per le pari opportunità diventi uno strumento il Comitato per le pari opportunità diventi uno strumento ordinario, di forte interlocuzione , soggetto di una dialettica importante in una fase di innovazione dell’ amministrazione, in cui tutti i settori sono aperti a nuovi momenti di organizzazione, di funzionamento, di promozione e di rivalutazione delle professionalità.

Occorre, quindi, consolidare il ruolo del Comitato come momento dialettico importante nelle scelte che l’amministrazione dovrà fare, anche in tema di organizzazione del lavoro.

Su questo terreno, infatti, il lavoro che ci attende è difficile perché bisogna garantire il rispetto delle esigenze proprie del lavoro femminile attraverso la valorizzazione della differenza al fine di determinare un meccanismo che porti al riconoscimento condiviso del valore del lavoro femminile.

Bisogna, cioè, riuscire ad immaginare forme organizzative che consentano la valorizzazione del lavoro femminile, senza penalizzarlo nell’uguaglianza con quello maschile: un problema non facile da risolvere, su cui si è confrontato a lungo il movimento femminile degli ultimi venti anni, al quale,però, dobbiamo dare una risposta per la parte che ci compete.

Questo, non solo per quel che riguarda la contrattazione, ma in tutti i momenti decisionali e di confronto, come, per esempio, la rappresentatività nel sito della Polizia Penitenziaria che di qui a poco dovremo aprire. Certamente questa presenza avrà uno spazio importante e da valorizzare.

Nel mio intervento ho fatto un riferimento costante al Comitato delle pari opportunità, che è anche la posizione dell’amministrazione.

E’ difficile per un’amministrazione che abbia un connotato di genere piuttosto forte, pensare di affrontare i problemi che voi oggi ponete in maniera autonoma e autodeterminata.

Credo che rischieremmo di dare risposte a volte paternalistiche, a volte insufficienti, sicuramente difficilmente condivise e sentite come proprie da quella parte del mondo penitenziario che oggi si pone e pone queste domande.

Credo che sia proprio il lavoro del Comitato delle pari opportunità a dover rappresentare per noi un punto di riferimento fondamentale e irrinunciabile.

Per questo credo che la partecipazione dei vertici dell’amministrazione ad una seduta importante dal punto di vista organizzativo per dare avvio al programma d’interventi col Comitato, sia urgente ed irrinunciabile. Ovviamente, la valutazione sull’opportunità di questa scelta spetta all’amministrazione e se la cosa sarà condivisa dal Comitato, l’iniziativa potrà partire immediatamente.