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LETTERA AL MINISTRO

Al Ministro della Giustizia Sen. R. Castelli

Un anno di Governo della Giustizia - quali risultati -

 

Egr. Ministro

E' trascorso ormai un anno dal Suo insediamento ed è tempo di primi bilanci. Speravamo che le attenzioni particolari del Governo su questo tema La inducessero ad operare una prima verifica, seppur parziale della sua attività di Ministro. Così non è stato, almeno fino ad oggi. Proviamo noi, allora, a farlo per Lei, partendo proprio dal "Programma per la Giustizia" presentato alle competenti Commissioni parlamentari nel Luglio del 2001 e limitando le analisi, per il momento, alla sola Amministrazione penitenziaria. Il suo programma per il penitenziario, oltre alle questioni di carattere più generale, affrontava alcuni punti da Lei stesso ritenuti fondamentali.

Per risolvere il cronico problema del sovraffollamento degli istituti Lei indicò tre strade: la prima era quella di ampliare la ricettività del sistema penitenziario attraverso la possibile riapertura di strutture "abbandonate" e la ristrutturazione di quelle più fatiscenti. La seconda era la ricerca di nuove soluzioni per i detenuti tossicodipendenti allo scopo di alleggerire la pressione sui penitenziari. La terza prevedeva la possibilità di rimpatriare i detenuti extracomunitari ristretti per reati lievi.

  • Lavoro in carcere. Lei si è impegnato "con determinazione" per dare ai detenuti la possibilità di lavorare, "come vaccino importante contro la tendenza a delinquere".
  • Circuiti penitenziari differenziati. Lei affermò l'esigenza di definire i circuiti penitenziari differenziati in relazione alla gravità dei reati commessi, con particolare riferimento al bisogno di destinare, a soggetti di scarsa pericolosità, specifici circuiti di custodia attenuata.
  • Corpo della Polizia penitenziaria. A onor del vero, il suo programma su questo tema si esauriva in poche considerazioni che rimarcavano il "bisogno di stimolare, al massimo grado, l'impegno e il senso di responsabilità degli agenti attraverso un forte recupero del senso di appartenenza al Corpo e della gerarchia, degli aspetti formali e deontologici". Interventi, infine, "dovevano essere compiuti in direzione della crescita professionale dei poliziotti penitenziari.
  • "Personale civile" (come da Lei apostrofato) e direttori di istituto penitenziario. Per queste professionalità Lei ha posto il problema di una diversa e più propria collocazione giuridico- contrattuale perché, sia per i primi che per i secondi, i modelli attuali non " esaltano la specialità tipica di un'attività che, per il fatto di svolgersi all'interno delle mura carcerarie, necessità di peculiari professionalità".
  • Sanità penitenziaria. Particolare attenzione Lei destinava al tema dell'assistenza sanitaria in carcere.

Ora tentiamo di verificare quanti e quali risultati la Sua attività di Governo ha prodotto, tenendo conto dei tempi trascorsi dall'incarico affidatoLe.

  • Sovraffollamento degli istituti. Quando Lei presentò il suo programma i detenuti ristretti erano circa 57.000, esattamente gli stessi di oggi. La capacità ricettiva del sistema non è mutata; strutture penitenziarie chiuse non sono state riaperte e, a quanto è dato conoscere, pur avendo avuto in eredità stanziamenti non indifferenti per l'edilizia penitenziaria, non sono state avviate grandi opere di ristrutturazione degli istituti più fatiscenti. Soluzioni innovative per i detenuti tossicodipendenti non sembra siano state adottate, così come è rimasta una Sua idea quella di rimpatriare i detenuti extracomunitari. Anzi, su questo tema, il considerare la clandestinità come reato provocherà un aumento vertiginoso della presenza di extracomunitari negli istituti penitenziari.
  • Lavoro in carcere. A fronte delle sue enunciazioni l'unico atto concreto su questo tema è la diminuzione delle risorse da destinare al lavoro in carcere. Oggi, negli istituti penitenziari italiani, i detenuti hanno meno lavoro .
  • Circuiti differenziati. Anche qui dobbiamo registrare l'assoluta assenza di interventi. La "mappatura" degli istituti penitenziari e la composizione di ogni singola realtà carceraria è esattamente la stessa di un anno fa. Le pochissime "custodie attenuate", attualmente operanti, Lei le ha ereditate.
  • Polizia penitenziaria. Per noi è facile esprimere un giudizio sulla sua attività, stante l'assoluta assenza di un vero e proprio programma di interventi, evidenziando alcune delle tante questioni che Lei non ha risolto:
  • 1. Da mesi, ormai, i Poliziotti penitenziari prestano attività di lavoro senza certezza di retribuzione. A novembre fummo costretti a manifestare pubblicamente il disagio della Polizia penitenziaria per il mancato pagamento delle prestazioni di lavoro straordinario; da novembre, ciclicamente, il problema si ripropone. Oggi, in moltissime realtà, i Poliziotti penitenziari ancora protestano per le stesse colpevoli mancanze. Questo, però, a Lei sembra non interessare; anzi, in più di un'occasione Lei ha mostrato fastidio per proteste che ha giudicato strumentali (!)
  •  2. Ancora irrisolta la questione relativa agli organici della Polizia penitenziaria da Lei, in alcune occasioni, considerati più che sufficienti
  • 3. Nessun imprimatur sui temi della formazione e del miglioramenti professionale della Polizia penitenziaria
  • 4. Non un solo confronto speso su temi quali organizzazione del lavoro, funzionalità dei servizi istituzionali, miglioramento degli assetti e degli standard operativi
  • 5. La bassa qualità delle relazioni sindacali - centrali e periferiche - è oggi, ad un livello mai raggiunto. Lei non ha mai inteso attivare confronti costruttivi, ancorché obbligatori, con le rappresentanze dei lavoratori. Non un'ora impegnata a ragionare su diritti e garanzie, valorizzazione delle professionalità, contratti ed accordi, condizioni di lavoro e tutele degli operatori di Polizia. Un assordante silenzio.
  • 6. Nemmeno un'iniziativa legislativa è stata da Lei avanzata a sostegno della Polizia penitenziaria se si eccettua quella, che potremmo definire epocale, e che, finalmente, permetterà l'assunzione, senza concorso, nel Corpo della Polizia penitenziaria degli atleti delle Fiamme Azzurre e dell'Astrea Calcio.
  • Questo suo primo anno di governo sarà ricordato dai poliziotti penitenziaria come quello nel quale si è tentato di privatizzare il carcere e nel quale si è lavorato senza avere certezza di essere retribuiti.
  • Personale "civile" e direttori penitenziari. Che dire dei risultati ottenuti per tale personale? Per i primi, Lei ha caratterizzato la sua attenzione solo quando si è trattato di sospendere le procedure di riqualificazione professionale e di negare la sottoscrizione dei nuovi contratti individuali di lavoro; per i secondi, Lei ha continuato ad impegnarsi nella ricerca di soluzioni mai uguali, impegni sui quali Lei non ha mai speso nulla di concreto.
  • Sanità penitenziaria. Non entriamo nelle valutazioni sulla riforma definita dal Dlgs 230/99. Rimarchiamo, però, come unico dato certo, che anche rispetto a quest'impegno il risultato concreto che Lei può vantare è la fortissima riduzione degli stanziamenti da destinare all'assistenza sanitaria in carcere. Oggi, negli istituti penitenziari la qualità dell'intervento sanitario è ulteriormente compromessa.

Che aggiungere?

 

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