Alle Segreterie regionali Fp Cgil

Alla Segreteria territoriale Fp

 

Prot.n. 44/2003 

del  27.05.2003

Ai delegati ed iscritti Fp Cgil  Polizia penitenziaria

Oggetto :

progetto DAP - n. 300 trasferimenti d’ufficio personale di Polizia penitenziaria dalle

              sedi del sud a quelle del nord.

           

Care/i Colleghe/i,

 

ieri mattina presso la sala riunioni del DAP si è tenuto l’incontro finalizzato alla valutazione del progetto di mobilità del personale di Polizia penitenziaria elaborato dall’amministrazione centrale.

            Un piano di interventi che abbiamo subito giudicato insensato e inadeguato, pensato e costruito avendo a riferimento solo le famigerate piante organiche stabilite dal D.M. 8 febbraio 2001 che, come tutti sapete, non sono mai state accettate dalle OO.SS. perché reputate più il frutto di una serie di operazioni matematiche che il risultato di una seria e responsabile rilevazione dei carichi di lavoro sopportati dalle esigue risorse umane disponibili.

 In base a quelle tabelle l’amministrazione riteneva di aver individuato sedi giudicate in esubero di personale da cui attingere per ridistribuire i lavoratori negli istituti del nord, individuati come fortemente carenti, senza aver preso in considerazione nessun altra possibilità di intervento, seppure necessario, come da tempo ormai questa O.S. va sostenendo.

            La Fp Cgil nel corso della riunione è intervenuta più volte, inizialmente sostenendo la necessità di accantonare definitivamente l’ipotesi prospettata, che peraltro muove da un evidente sottostimazione dei gravosissimi compiti assicurati dai poliziotti penitenziari di tutta la penisola, compresi quelli del sud, uno per tutti le traduzioni e i piantonamenti espletati quotidianamente con la metà degli operatori assicurati, invece, dai Carabinieri, e di investire sinergicamente, invece, su un progetto più organico e complessivo, in grado di proporre sia adeguate politiche di integrazione sociale, favorendo l’elaborazione di piani di intervento edilizi che realizzino alloggi per i lavoratori e le loro famiglie agevolandone il radicamento sul territorio, sia la predisposizione di concrete misure di incentivazione che facilitino le scelte volontarie eventualmente compiute dai lavoratori interessati.

Questa O.S. ha poi chiesto all’Amministrazione di evitare di reiterare tentativi di ricomposizione degli organici sempre in danno dei lavoratori, considerato che le responsabilità di quelle carenze, e non solo di quelle, sono da ricercare tanto nel DAP quanto nella totale disattenzione mostrata fino ad oggi dall’attuale Ministro nei confronti della Polizia penitenziaria.

Se si vuole cominciare a ragionare sui bisogni, sui diritti e la dignità della Polizia penitenziaria, come evidenziato dalla parte pubblica, disponibilissimi, ma non si aprono nuovi istituti penitenziari prima di aver adeguato gli organici, non si assumono nuovi servizi in assenza di programmi di assunzione certi, soprattutto non si può e non si deve sempre contare sulla predisposizione al sacrificio dei poliziotti penitenziari, che sono stanchi per gli enormi carichi di lavoro sopportati, stufi di essere prevaricati nei diritti e nauseati dall’atteggiamento di indifferenza manifestato dal DAP verso le reali e più consistenti problematiche che recano sofferenza vera.

 

Occorre invece, a giudizio della Fp Cgil, stimolare la maturazione di una consapevolezza diversa nella parte politica di riferimento, che guardi con ben altra attenzione alle problematiche del Corpo, che si adoperi per garantire il rispetto degli impegni assunti dal Governo con il nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (riparametrazione, riordino delle carriere, recupero differenziale inflativo, assegno funzionale, ecc...), che proponga, se del caso imponendolo, un aumento di personale di almeno 2000 unità, per cominciare, più la stabilizzazione nel Corpo degli agenti ausiliari, anche di quelli già congedati.

            L’occasione è prossima per realizzare questi propositi: il documento di programmazione economico - finanziaria 2003.

            Sarà su quella previsione di spesa che si giocherà il futuro dei poliziotti penitenziari e dell’intera istituzione penitenziaria, e sarà quella l’occasione in cui sarà possibile misurare ulteriormente la capacità di intervento sul Governo da parte del Ministro.

Smarcarsi da tale responsabilità non sarebbe né dignitoso né ragionevole.

Fraterni saluti

                                                                                              p. la Fp Cgil Nazionale

                                                                                              Polizia penitenziaria

                                                                                               Francesco Quinti