Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra

Al Vice Capo del DAP Dr. Emilio Di Somma

Al Direttore della Direzione Generale del Personale e della Formazione Dr. Gaspare Sparacia

Alla Segreteria regionale   Fp

Alle Segreterie regionali e comprensoriali FP Cagliari

Alla Segreteria provinciale Fp Cgil Nuoro

 

Prot.n. 27/2003 

del  05.05.2003

Ai delegati ed iscritti Fp Cgil Polizia penitenziaria del territorio di Nuoro

Oggetto :

Sardegna: terra di nessuno? Non per la Fp Cgil!

                                                                                                                                                                                                                                

Più volte il DAP è stato sollecitato da questa O.S. ad intervenire sul grave stato di disagio patito dai lavoratori della Polizia penitenziaria degli istituti penitenziari sardi, soprattutto di quelli della provincia di Nuoro.

Ad oggi nessuna concreta risposta è ancora giunta.

 Nel frattempo l’assordante silenzio registrato in questi ultimi mesi dalla attuale dirigenza dell’Amministrazione penitenziaria di quella regione, accompagnato da una reiterata negazione di un corretto sistema di relazioni sindacali, almeno con la scrivente organizzazione sindacale, e da una effettiva  carenza di personale,  sta producendo conseguenze assolutamente devastanti ed inaccettabili per i diritti e la dignità professionale dei poliziotti penitenziari.

 Che si sostanziano nell’impossibilità di costruire efficaci modelli organizzativi, adeguati e razionali nelle realtà penitenziarie della regione, che determinano una scadente pianificazione dell’intera gestione del lavoro, ordinario e straordinario, e favoriscono una inaccettabile prevaricazione dei diritti dei lavoratori.

Evidenti le ricadute riferite:

      a)      insostenibili carichi di lavoro individuali ed eccessivo ricorso al lavoro straordinario;

b)      scarsissima fruizione dei riposi settimanali;

c)      mancata fruizione del congedo ordinario spettante, in alcuni casi addirittura dall’anno 2000;

d)      inapplicazione del principio delle pari opportunità tra il personale;

e)      mobilità interna non regolata da accordi.

  

Un atteggiamento francamente incomprensibile, irrazionale, che viola le più elementari regole sindacali e impedisce alla Fp Cgil di contribuire responsabilmente all’individuazione di percorsi alternativi in grado di superare le difficoltà e i problemi che oggi purtroppo inficiano la corretta gestione dell’organizzazione del lavoro e recano grandi sofferenze ai lavoratori della Polizia penitenziaria e alle loro famiglie. 

Non è osteggiando le rappresentanze dei lavoratori, o peggio non riconoscerne la funzione, che si raggiungono gli obiettivi auspicati.

 Piuttosto riavviando il confronto, che responsabilmente la Fp Cgil ha sempre cercato di tenere aperto, libero da sterili pregiudizi e infruttuosi condizionamenti, per intraprendere un dialogo possibilmente costruttivo, che favorisca la partecipazione attiva delle lavoratrici e dei lavoratori ai processi organizzativi interni rilanciando un sistema di lavoro più adeguato, teso a migliorare le condizioni di vita dei poliziotti penitenziari e la qualità dei servizi resi, che eviti l’insorgere di un clima di conflittualità che non conduce ad alcun risultato utile.

 Solo la concezione sinergica di ricerca di soluzioni funzionali diverse, più idonee a risolvere i problemi, accompagnata dalla certezza dell’esigibilità dei diritti dei lavoratori, può superare, a giudizio della Fp Cgil, l’attuale profondo stato di crisi di istituti penitenziari come Badu e Carros, Isili e Mamone.

 Fin qui la disponibilità della Fp Cgil, peraltro già sufficientemente dimostrata.

Quella dell’Amministrazione?

 La Fp Cgil attende di ricevere nei prossimi giorni concreti segnali di intervento del DAP, finalizzati alla pronta risoluzione delle problematiche concernenti gli istituti di pena nuoresi e alla ripresa di un corretto sistema di relazioni sindacali con il PRAP della Sardegna e le direzioni degli istituti penitenziari.

 E’ del tutto evidente che l’eventuale assenza di risposte costringerà questa O.S. ad attivare nei confronti del Provveditorato regionale le procedure previste dall’art.28 della Legge 300/1970.

Cordiali saluti

 

 

                                                                                              p. la FP CGIL Nazionale

                                                                                                Polizia penitenziaria

                                                                                                   Francesco Quinti