Cgil nazionale

Fp nazionale

 NIdiL

Roma, 17 gennaio 2003

 

La CGIL intende riconfermare le ragioni che l'hanno vista sostenere la piena, totale ed incondizionata applicazione della legge 419/98. Il passaggio della Sanità penitenziaria, di tutta la Sanità penitenziaria, al Servizio sanitario nazionale, ha assunto nel corso di quest'ultimo anno una funzione di principio, oltrechè di sostanza. Funzione di principio, perché oggi questa sanità penitenziaria, sempre più permeata da logiche di separatezza ed autorefenzialità, nega di fatto l'affermazione dell'universalità del diritto alla salute di fronte al quale tutti i cittadini (liberi e reclusi) sono e devono diventare uguali. Funzione di sostanza, perchè le pratiche e le attività, per alcuni versi ignobili, messe in atto dai Ministri Castelli e Sirchia, impegnati negli ultimi tempi in una forsennata attività di azzeramento del valore della riforma del '99, stanno mettendo seriamente in pericolo quella che già prima giudicavano un'affannosa gestione del quotidiano In questo anno e mezzo di Governo Berlusconi la qualità dell'assistenza sanitaria in carcere è stata gravemente compromessa. Agli inaccettabili tagli operati nel 2002, (30% meno per il servizio di guardia medica, 20% meno per quello infermieristico, 50% meno per la specialistica e la farmaceutica, 70% meno per la strumentazione), si aggiungeranno quelli già inscritti nella legge di bilancio per il 2003 (dai 95 milioni di euro del 2002 si passerà ai circa 78 milioni di euro per il 2003). Di fronte a questo drammatico quadro, al quale corrisponde una gravissima assenza di sensibilità istituzionale sul tema, anche, purtroppo, da parte delle Regioni che non hanno inteso rivendicare con forza la piena titolarità sull'assistenza sanitaria in carcere, la CGIL ha il dovere morale di rilanciare la sua sfida. Sfida, che ha già assunto nella piattaforma programmatica votata nel Comitato direttivo nazionale del 13 e 14 gennaio. Liberare il diritto alla salute dalla condizione del carcere, da quell'asfissiante esigenza di sicurezza anteposta a qualsiasi altro bisogno o diritto, è un dovere, così come è un bisogno quello di rendere più efficiente ed efficace l'assistenza sanitaria dentro un carcere. La CGIL sente fino in fondo l'esigenza di un reale miglioramento del servizio e deve saper rilanciare la sua sfida anche sul terreno del lavoro. Migliorare, quindi, anche le condizioni del personale, sia dipendente che con rapporto di lavoro parasubordinato (l'85% circa del totale).

A fronte di tutto ciò, dobbiamo creare le condizioni per rilanciare questa esigenza con l'obiettivo di stigmatizzare, da un lato, la colpevole latitanza delle istituzioni e, dall'altro, una situazione di difficoltà estrema, che si traduce in uno scadimento complessivo del servizio, della sua qualità, della sua efficienza. La CGIL nazionale, la Funzione pubblica e Nidil hanno intenzione di organizzare una serie di iniziative, il cui taglio politico-organizzativo deve vedere il coinvolgimento, in primis, delle strutture territoriali (Regionali confederali, Camere del Lavoro, Funzione Pubblica e Nidil) e quello, altrettanto necessario, del mondo dell'associazionismo e del volontariato. Proprio in preparazione di tali iniziative, è convocata per il giorno 4 febbraio 2003, presso la sede di Corso Italia, 25 a Roma, sala Simone Weil, alle ore 10,30 una riunione dei responsabili dei Regionali confederali, delle CdLt, dei regionali e comprensori FP e Nidil, con l'obiettivo di formalizzare una nostra specifica piattaforma e di discutere le caratteristiche delle iniziative da programmare. Vi chiediamo di garantire la massima partecipazione e, inoltre, di acquisire e trasmettere da subito tutte le notizie utili agli obiettivi che ci prefiggiamo, comprese quelle, ovviamente, relative a casi di malasanità in carcere.

  

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 S.Del Fattore -G.Malaspina R.Dettori-F.Rossetti E. Viafora