Al Ministro della Giustizia Sen. Roberto Castelli

Al Capo del DAP Pres. Giovanni Tinebra

Al Vice Capo del DAP Dr. Emilio Di Somma

Al Direttore della Direzione Generale del Personale e della Formazione Dr. Gaspare Sparacia

Al Provveditorato regionale Toscana  Dr. Massimo De Pascalis

Alla Segreteria regionale F.p. Firenze

 Alle Segreterie territoriali Fp Toscana

 

Prot.n. 75/2003 

del  14.10.2003

Ai delegati ed iscritti Fp Cgil  Polizia penitenziaria Toscana

Oggetto :

Regione Toscana.

         

                        

                Egregio Ministro,

             pur non volendo entrare nel merito delle disposizioni diramate dal Capo del DAP sul territorio con la circolare n. 3584/6034 del 3 giugno u.s., che impongono il ripristino di alcuni servizi direttamente connessi all’ordine e alla sicurezza degli istituti penitenziari, la Fp Cgil reputa assolutamente necessario evidenziarLe l’attuale condizione critica che l’adozione di quei provvedimenti ha determinato nelle singole sedi della regione Toscana a causa della già nota gravissima carenza di personale di Polizia penitenziaria e delle insufficienti risorse finanziarie destinate alle esigenze di sicurezza.

            Dal punto di vista delle risorse umane attualmente disponibili in Toscana, infatti, l’adozione di quei provvedimenti ha provocato un immediato innalzamento dei già pesanti carichi di lavoro individuali e la scomparsa, in gran parte degli istituti, di quella corretta organizzazione del lavoro che, seppure con grande difficoltà, riusciva comunque a garantire il rispetto dei diritti fondamentali dei lavoratori.

            In proposito riceviamo quotidianamente rilevanti testimonianze sulle condizioni di estremo disagio sofferte dai poliziotti penitenziari degli istituti toscani, che esprimono grande preoccupazione e forte malcontento per la continua erosione dei diritti previsti dai contratti collettivi di 1° e II° livello,  ma anche sdegno per l’inopportuna scelta compiuta nell’occasione, non supportata, come da troppo tempo accade ormai, dal necessario incremento di personale.

Peraltro il DAP avrà sicuramente già ricevuto il documento responsabilmente sottoscritto dalle parti al termine di una riunione tenutasi al Provveditorato di Firenze in data 17 settembre 2003, presenti i direttori degli istituti di pena e le OO.SS. regionali, nel quale viene fotografata con grande chiarezza la attuale situazione paragonabile per gravità, a giudizio della Fp Cgil, solo a quella della Lombardia (circa 600 unità in meno a disposizione dell’organico stabilito dal D.M. 8 febbraio 2001).

            Un caso su tutti è emblematico: la C.R. di S.Gimignano.

            E’ l’istituto in maggiore difficoltà, che allo stato attuale presenta una carenza accertata, tra l’organico amministrato e quello previsto dal DAP, di almeno 85 unità. A cui devono essere sottratte almeno altre 25 posizioni di distacco, ex art.7 DPR 254/99, GOM, NOR e altro, che rendono la situazione ingestibile e oltremodo pericolosa, poiché risulta che i carichi di lavoro relativi ai posti di servizio quotidianamente soppressi per mancanza di personale vengono riassegnati alle esigue unità di Polizia penitenziaria presenti nei turni.

            E’ di tutta evidenza, quindi, che l’attuale condizione subita dai poliziotti penitenziari di quell’istituto non può più essere ulteriormente tollerata.

Di conseguenza vanno ricercate tutte le soluzioni possibili, compiuto qualunque sforzo, percorsa ogni strada, per tentare di ridurre drasticamente gli effetti di questa penosa condizione e ripristinare i presupposti necessari a soddisfare le esigenze dei lavoratori, oltre che della sicurezza.

Come e dove intervenire è compito che spetta all’Amministrazione penitenziaria, la Fp Cgil però, in attesa di discutere delle soluzioni in un prossimo incontro, che con la presente si richiede, alcuni spunti di riflessione utili ad introdurre la discussione sente di offrirli.

 

a)                           L’immediato avvio del tavolo di confronto sugli organici, come con Lei concordato nell’ambito delle riunione tenutasi recentemente sulla regione Lombardia;

b)                           l’istituzione di commissioni miste regionali, parte pubblica e OO.SS., per la verifica e la revisione degli attuali parametri stabiliti per l’individuazione dei posti di servizio degli istituti penitenziari; 

c)                           il rientro in regione, oltre che a San Gimignano, di tutte le unità di Polizia penitenziaria distaccate a varie titolo in istituti o servizi fuori dalla regione, non rientranti nella previsione normativa di cui all’art. 7 del D.P.R. 254/99;

d)                           l’assegnazione negli istituti della regione di un congruo numero di unità di Polizia penitenziaria ausiliarie, da reperire al termine dei prossimi corsi di formazione.

 

Per concludere, come può costatare, gli ingredienti utili ad affrontare la questione ci sono tutti, ora si tratta solo di sollecitare la Direzione Generale del Personale ad intervenire tempestivamente per quanto di propria competenza e programmare la data di un urgente tavolo di confronto per l’esame dell’intera situazione.

La Fp Cgil è, come sempre, disponibile a discutere, auspica che l’Amministrazione centrale responsabilmente manifesti altrettanta sensibilità istituzionale.

In caso contrario, sappia però che questa O.S. farà ricorso a tutti gli strumenti di lotta sindacale consentiti per tutelare i lavoratori della Polizia penitenziaria impiegati negli istituti toscani.

Cordiali saluti

 

                                                                                              p. la Fp Cgil Nazionale

                                                                                                Polizia penitenziaria

                                                                                                  Francesco Quinti