IL MESSAGGERO

giovedì 29 settembre 2005

 

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Emergenza carceri: sessantamila detenuti. Uno su 3 è straniero, uno su 5 tossicodipendente. Castelli: la società chiede più rigore.

 

 

ROMA - Mai così tanti dietro le sbarre. Il leit motiv della celebrazione ufficiale è l’emergenza.

 Ieri, al Colosseo, alla festa della Polizia penitenziaria il ministro della Giustizia Roberto Castelli non ha usato mezzi termini. Nel discorso pronunciato alla presenza del Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi, del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e delle massime cariche istituzionali, Castelli lo ha detto chiaramente, parlando ai reparti in rappresentanza dei 43 mila operatori impegnati nei 207 istituti di pena italiani:

«il maggior problema affrontato in questa legislatura dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria è stato l’inesauribile e costante aumento di popolazione detenuta». La causa per Castelli è «soprattutto il mutato orientamento della società che vuole più sicurezza e più certezza della pena». Per questo il numero delle persone dietro le sbarre è passato dalle 45 mila del ‘96 alle 60 mila di oggi: uno su tre è straniero, uno su cinque tossicodipendente. Il governo - ha continuato il Guardasigilli - «non si è fatto cogliere impreparato e ha accelerato la costruzione di nuovi penitenziari approntando gli strumenti legislativi e amministrativi per una più rapida realizzazione di nuove strutture. Il sistema ha retto e ancora regge. Ma ciò è accaduto soprattutto grazie alla professionalità e all’abnegazione del personale, la cui parte rilevante è costituita dagli agenti di polizia penitenziaria. Parla di umanità e sicurezza, il ministro, punta sul calo delle evasioni. Delle morti per cause naturali e dei suicidi dietro le sbarre.

Ma a pochi metri dalla fèsta ufficiale, quest’anno, è andato in scena un fuori programma: la protesta di cinque sindacati di categoria in polemica con il governo e il ministro, accusati di «essere i responsabili del sovraffollamento, della gestione fallimentare e del degrado del sistema». Proprio mentre Castelli parlava, e il capo del Dap. Giovanni Tinebra. aveva appena riconosciuto che «lavorare in carcere e garantire le condizioni di legalità sono il compito più difficile, a volte improbo”, è esplosa la protesta di agenti. educatori e personale amministrativo di Cgil. Cisl Uil Sag-Unsa e Osapp. Al centro della vertenza, anche la promessa di assunzione per 500 nuovi agenti e il reintegro di 5 milioni di euro per le indennità.