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C O M U N I C A T O
Roma, 06 maggio 2004
 


   


DICHIARAZIONE STAMPA DI Fabrizio Rossetti
Responsabile Nazionale Fp Cgil Comparto Sicurezza

Sicurezza: sulla riforma delle pensioni il Governo gioca due parti in commedia.
Un teatrino sul quale, però, gli operatori in divisa hanno già calato il sipario.

 

Ancora una volta il Governo Berlusconi dimostra di ritenere la sicurezza nazionale non una priorità, ma solo uno strumento di propaganda, oltretutto fatta in maniera maldestra e con effetti che saranno controproducenti per la stessa maggioranza.

Sulla riforma delle pensioni, in questi giorni in discussione al Senato, il Governo aveva dapprima escluso qualsiasi coinvolgimento dei pubblici dipendenti, salvo poi inserirli a pieno titolo nel disegno di legge AS.2058.

Ha, poi, assicurato alle rappresentanze sindacali e militari del Comparto Sicurezza e Difesa che fra i pubblici dipendenti non sarebbero rientrati gli operatori in divisa, salvo poi presentare un emendamento che li inserisce, come gli altri, nell’ipotesi di riforma delle pensioni.

Ma il momento più straordinario di questo teatrino si è avuto ieri quando il Sottosegretario di Stato alla Funzione Pubblica On. Learco Saporito (AN) ha invitato Sindacati e COCER delle forze di Polizia e delle Forze Armate ad esprimere un giudizio su un emendamento che escluderebbe gli operatori della sicurezza dalla paventata riforma pensionistica, nell’obiettivo di chiedere al Vice Presidente del Consiglio dei Ministri On. Gianfranco Fini (AN) di farsi carico della presentazione dell’emendamento in Parlamento.

Ma l’onorevole Saporito non è autorevole esponente dello stesso Governo che ha presentato quell’emendamento per il quale oggi lui chiede ai sindacati un parere sulla possibile soppressione?

E che altri significati può avere il fatto che un Sottosegretario di Stato chieda alle rappresentanze sindacali di sostenere un emendamento che va contro le scelte assunte dallo stesso Governo, se non quelli di una manovra pensata ai soli fini propagandistici e per tentare di spostare i rapporti di forza interni alla stessa maggioranza?

E che c’entra tutto questo con l’esigenza di maggiore sicurezza che sempre più promana dalla società civile?

Il Governo Berlusconi sulla sicurezza continua a caratterizzarsi solo per gli spot, per i cartelloni pubblicitari e per le conferenze stampa, ma mai ha esercitato su questo tema una responsabile azione di governo tesa a risolvere i mille problemi che attanagliano il sistema: volanti ferme per mancanza di benzina, reati in aumento, criminalità organizzata e diffusa in ripresa, evasioni e suicidi nelle carceri ormai fuori controllo e più di 450.000 uomini e donne in divisa ormai disillusi da tre anni di annunci e promesse mai mantenute.

Il Governo Berlusconi si assuma la responsabilità delle sue scelte e dei suoi fallimenti.

Il pensiero della Cgil sulla riforma delle pensioni è ben noto.

Roma 6 Maggio 2004