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    Segreterie Generali Nazionali
     
    Roma, 23 luglio 2004    Guglielmo EpifaniSegretario 
    Generale Confederale CGIL
 Savino Pezzotta Segretario 
    Generale Confederale CISL
 
    Luigi AngelettiSegretario Generale Confederale UIL
 
      
      
    In vista 
    dell’avvio dei lavori della commissione unitaria per la definizione di un 
    nuovo assetto della contrattazione riteniamo utile sottoporvi alcune 
    considerazioni.
     Dal 
    nostro punto di vista l’attuale equilibrio tra i due livelli di 
    contrattazione va salvaguardato confermando al livello nazionale il compito 
    di tutela dei diritti essenziali ed eguali in tutto il territorio nazionale, 
    nonché quello di difesa delle retribuzioni reali dei lavoratori. Così come 
    va salvaguardata la contrattazione integrativa di livello aziendale.
     E’ bene in proposito 
    ricordare come tale contrattazione si svolga nel 95% dei nostri posti di 
    lavoro e come questa riguardi materie essenziali come l’organizzazione del 
    lavoro, degli orari, la produttività e la stessa classificazione del 
    personale. Siamo cioè in presenza della possibilità di contrattare le 
    condizioni effettive d’impiego dei lavoratori. Va inoltre sottolineato, 
    riguardo alla tempistica della contrattazione, e cioè riguardo alla sua 
    capacità di stare dietro alla velocità dei mutamenti che intervengono nella 
    organizzazione dei servizi e del lavoro, come essa non avvenga 
    esclusivamente una volta nel quadriennio, ma come, per disposizione dei 
    singoli CCNL sia prevista una sede di verifica ed aggiornamento delle 
    risorse disponibili e dei progetti di produttività una volta all’anno. 
     Infine va considerato che la 
    media della ripartizione delle risorse tra livello nazionale ed integrativo 
    è del 70% a livello nazionale e del 30% a quello integrativo secondo un 
    trend che si è affermato negli ultimi anni e che continua ad incrementare le 
    quantità disponibili al  secondo livello. 
     E’ necessario tenere sotto 
    osservazione tale dinamica perché se si dovessero provocare ulteriori 
    significativi spostamenti si determinerebbero conseguenze di qualche momento 
    sulle rendite previdenziali fondamentali ed integrative visto il diverso 
    peso nella definizione delle prestazioni in particolare nel sistema 
    contributivo del salario tabellare e di quello accessorio. 
     Per 
    quanto attiene in definitiva il secondo livello sarebbe necessario valutare 
    la necessità di potenziare la contrattazione territoriale. Si pensi 
    soprattutto al sistema delle AA.LL. per quei piccoli comuni nei quali la 
    contrattazione aziendale rischia di avere poco significato, visto il numero 
    delle persone coinvolte e l’esiguità delle risorse disponibili. 
     Sulla base della nostra 
    esperienza e della nostra storia contrattuale va invece respinta ogni 
    ipotesi di determinazione di un livello regionale che dietro le dichiarate 
    intenzioni di svolgere un ruolo di concertazione e programmazione, su cui è 
    ovviamente facile convenire, nasconde sempre la reale volontà di espropriare 
    la contrattazione aziendale dalle proprie prerogative. Per altro verso non 
    abbiamo bisogno di rimarcare cosa comporterebbe rispetto all’unità del 
    servizio trasferire invece le competenze del CCNL ad esempio in Sanità al 
    contratto regionale: sarebbe un deciso passo verso la creazione di 20 
    sistemi sanitari diversi essendo oggi il CCNL uno dei pochi fattori di 
    unificazione del sistema. 
     Ciò che intendiamo insomma 
    sottolineare e che l’attuale assetto della contrattazione dal nostro punto 
    di vista può essere nella buona sostanza confermato. 
     Quello che invece non regge 
    più riguardo ai redditi dei lavoratori è la dinamica salariale rispetto a 
    quella inflativa: la distanza ormai incolmabile tra i tassi d’inflazione 
    programmata fissati dal Governo e l’inflazione reale, l’impossibilità di 
    affermare dinamiche redistributive all’ interno pure dello stesso sistema 
    (si pensi al rapporto tra la retribuzione del personale non dirigente e 
    quello dirigente tra queste dinamiche e le spese fuori controllo per 
    consulenze ed esternalizzazioni immotivate), e la totale mancanza di 
    esigibilità e di certezza di tempi sul riallineamento tra inflazione reale e 
    programmata. Varrebbe forse la pena di valutare con attenzione una diversa 
    tempistica di questo riallineamento in presenza di forti scostamenti tra 
    l’inflazione programmata e quella reale pure nel corso dello stesso biennio 
    certamente non attraverso automatismi ma tramite l’individuazione di 
    apposite sedi negoziali. 
     Resta, ovviamente, per noi 
    inteso che l’eventuale svolgimento della trattativa su questi temi non deve 
    interferire né tantomeno impedire il negoziato per il rinnovo dei contratti 
    delle nostre categorie scaduti ormai da 7 mesi e la cui vertenza che è già 
    costata uno sciopero generale dovrà essere ripresa e sostenuta nel mese di 
    settembre. 
     Nella speranza di aver dato 
    un contributo alla discussione rimaniamo ovviamente a disposizione per ogni 
    chiarimento che si ritenesse utile 
     Fraterni saluti. 
        FP-CGIL                               CISL-FPS                             
    UIL-FPL                    UIL-PAC. Podda                       
             R. Tarelli                             C. Fiordaliso              
    S. Bosco
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