| COMUNICATO STAMPA
        FP.CGIL-CISL FPS-UIL FPL
 "Approvazione del Comitato di settore
        delle direttive dell'Area medica e della dirigenza sanitaria, tecnica,
        professionale e amministrativa" Il Comitato di settore nella giornata di ieri 3
        luglio 2003 ha approvato ufficialmente le direttive per il rinnovo del
        CCNL 2002-2005 del comparto della dirigenza sanitaria, tecnica,
        professionale e amministrativa, senza l'adeguata copertura finanziaria
        per raggiungere gli obiettivi indicati nell'accordo del 4 febbraio 2002.
 Le direttive sono state inviate all'ARAN e al Ministero della Funzione
        Pubblica per la ratifica del Consiglio dei Ministri e il successivo
        avvio della trattativa.
 La decisione del Comitato di Settore oltre a
        riconfermare tutte le ragioni dello sciopero del 27 giugno e
        dell'imponente manifestazione nazionale a Roma in Piazza S. Giovanni,
        riconferma la totale assenza di volontà da parte del Governo e delle
        Regioni di mantenere gli impegni assunti con l'accordo del 4 febbraio e
        dare risposte ai lavoratori del comparto e della dirigenza medica e STPA
        che da 18 mesi aspettano il rinnovo del contratto di lavoro. FP CGIL CISL FPS UIL FPL riconfermano
        l'assoluta contrarietà con quanto indicato nelle direttive approvate
        nella giornata di ieri e con quella approvata nel luglio 2002 per il
        restante personale, in merito allo stanziamento economico e ribadiranno
        la loro posizione nell'incontro già fissato per il giorno 10 luglio
        p.v. con il Ministro Mazzella, incontro che è il risultato dell'ampia
        partecipazione allo sciopero e alla manifestazione del 27 giugno scorso. Un'ulteriore indisponibilità del Governo a
        definire un percorso di soluzioni per la definizione dei rinnovi
        contrattuali ci troverebbe tutti uniti personale del comparto, dirigenti
        e medici in nuove azioni di mobilitazione contro il Governo e le
        Regioni, che in modo irresponsabile non si impegnano per il
        riconoscimento del contratto dei loro operatori, soprattutto "in
        questa delicata fase del sistema sanitario nazionale",
        caratterizzata da notevoli carenze di personale e da particolari
        difficoltà organizzative, molte volte risolte grazie all'impegno e
        all'abnegazione degli operatori.
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