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Comunicato stampa di Lorenzo Mazzoli Segretario Nazionale FP CGIL

Liberiamo Sagunto
A sud, in Italia

Non ci sono più motivi per non prendere atto che la questione meridionale deve ritornare ad essere una priorità delle classi dirigenti di questo paese.

L’emergenza sono i morti ammazzati e l’insicurezza delle persone per bene: il sud sembra un teatro di guerra, ma senza un fronte, senza una linea che demarchi chi sta di qua o di là del territorio da liberare. Qui sta il punto decisivo: và conquistata l’intera area per cerchi concentrici per riconsegnarla alla democrazia. E per fare questo non esistono scorciatoie.
La repressione della delinquenza è decisiva, non ci sono modalità pattizie. Chi delinque và perseguito e la sua pena deve essere certa.

Ma la forza più grande dello Stato non risiede nel volto corrucciato di chi punisce; in qualche autoblindo negli angoli delle strade. La forza dello Stato democratico sta, in modo netto, nelle sue istituzioni e nella credibilità di chi le rappresenta, di chi gestisce il potere pubblico.

La presenza ed il volto delle istituzioni risiedono nei servizi che funzionano, in un lavoro che si trova, in cassonetti regolarmente svuotati, in luoghi di partecipazione, nella tutela dei diritti di cittadinanza.

E’ lo Stato “vicino” che produce reazione democratica. Bisogna ridarsi celermente una missione che sia in grado di riunificare le forze sane della politica e della società per isolare l’antistato.

Riportare a normalità una realtà così drammaticamente violentata significa riprogettare una parte grande del paese. Per questo è importante il richiamo del Capo dello Stato così come è decisivo che il Governo si muova con chiarezza strategica.

Le classi dirigenti del sud devono fare un’analisi seria ed impietosa della situazione ed umilmente farsi carico anche di sottovalutazioni e deboli discontinuità per ricostruire, anche con l’orgoglio di cui sono capaci, quel tessuto di fiducia e speranza del cambiamento che in esse era stato riposto. Ma tutto il resto dell’Italia deve sentirsi coinvolto, non per solidarietà; per convinzione.

La dimensione sociale e culturale del fenomeno criminale non consente di perdere altro tempo. Non si tratta di individuare e sconfiggere un nucleo di assassini terroristi, ma di restituire il futuro a milioni di persone.

La credibilità è decisiva, la coerenza nell’agire fondamentale.

Roma, 2 novembre 2006