Federazione Sindacale Europea dei Servizi Pubblici


DICHIARAZIONE EUROPEA SULLA PARITA' TRA DONNE E UOMINI



PROGETTO


La Conferenza Europea Regionale delle Donne della FSESP/ISP, tenutasi a Vienna dal 19 al 21 maggio 1996, ha adottato la seguente Dichiarazione:
Obiettivi e priorità

L'ISP e la FSESP lavorano per una Europa che valorizzi e promuova la parità tra donne e uomini. In questa società, donne e uomini saranno in grado di conciliare le responsabilità per i figli e le altre responsabilità domestiche con il lavoro retribuito, e le carriere professionali in cui donne e uomini lavorano a parità di condizioni. Le donne avranno pieno accesso al mercato del lavoro e a salari uguali. Per raggiungere questo obiettivo, c'è bisogno di azioni positive con obiettivi e un calendario affinché sia eliminata la discriminazione.
In quanto gruppo storicamente svantaggiato, le donne sono escluse dalla maggior parte delle posizioni di potere. Comunque, la lotta delle donne per la parità ha cambiato radicalmente il loro ruolo. Anche il ruolo degli uomini sta cambiando, anche se lentamente e con alcune resistenze. Vogliamo che gli uomini esplorino il loro proprio ruolo e che contribuiscano a rivelare come il potere maschile è strutturalmente inerente alla società attuale.
Le questioni della parità sono definite come questioni delle donne quando hanno una dimensione particolarmente di sesso come la parità di trattamento, la maternità e le molestie sessuali. Ma comprendono anche la "parte" delle donne nelle questioni di interesse generale come la crescita economica; le riduzioni, la ristrutturazione e l'occupazione nel settore pubblico; la sicurezza del lavoro; la formazione; la salute e la sicurezza.
L'ISP e la FSESP chiedono a tutti i membri di promuovere la partecipazione delle donne nelle loro stesse organizzazioni, credendo che la parità di sesso nel lavoro inizia dai sindacati. L'ISP e la FSESP sottolineano la necessità per gli affiliati di mettere in atto i programmi di azioni positive per le donne. Questi dovrebbero avere obiettivi specifici, orari e risorse come pure metodi per raccogliere dati, monitorare e valutare la partecipazione e il progresso delle donne nei sindacati. Le questioni femminili e la partecipazione al dialogo sociale europeo dovrebbero diventare un priorità per il sindacato.


Priorità interne

I sindacati ad ogni livello dovrebbero:

  • esaminare le loro politiche sulla parità dei sessi per quanto riguarda l'accesso al lavoro, le condizioni lavorative e dei salari per le donne e apportare i necessari cambiamenti;
  • prendere le misure per assicurare la rappresentanza proporzionale delle donne in tutti gli organismi decisionali dell'organizzazione come pure nella contrattazione collettiva, nelle riunioni e nelle assemblee.
  • applicare il principio di parità di salario a parità di lavoro in seno alle nostre organizzazioni


Priorità esterne
I sindacati dovrebbero sollevare le seguenti questioni nel dialogo sociale europeo:
  • La ristrutturazione e i tagli nel settore pubblico e le conseguenze per l'occupazione femminile;
  • Le strategie per combattere la discriminazione salariale e la segregazione del mercato del lavoro, indirizzate sia alla parità di salario per pari lavoro e al lavoro sottopagato;
  • Salute e sicurezza e il bisogno di formazione per le donne;
  • Posti di lavoro dove non si verifichino molestie sessuali perché basati su accordi e una politica del personale e dell'ambiente che possono prevenire ed affrontare questo tipo di abusi;
  • misure volte a riconciliare la vita familiare e il lavoro;
  • pari opportunità nella programmazione, la fornitura e l'accesso ai servizi pubblici


Metà del potere e salari pieni!
Le donne sindacaliste sono in primo piano per quanto riguarda il resoconto, l'analisi e l'insorgere delle questioni femminili nel sindacato. Questo documento si basa su un ulteriore sviluppo delle politiche nei documenti di riferimento seguenti:
  • Le politiche dell'IPS sulla questione femminile, 1994
  • La guida dell'IPS 1995 "Fermare le molestie sessuali"
  • Un Piano di azioni positive dell'IPS per l'Europa


I seguenti paragrafi catalogano aree chiave e questioni che sono state indirizzate nell'ultima decade. Questi forniscono un ordine del giorno che dà idee concrete alla nostra discussione sulla priorità. Molti sindacati hanno raggiunto con successo buoni risultati e stanno cercando di trovare metodi e codici per metterli in pratica.
Ora sono necessarie strategie comuni e coerenti e di coordinamento delle politiche e delle esigenze nazionali ed europee La parità dei sessi nei luoghi di lavoro inizia dal sindacato.
Nonostante ci sia un grande numero di donne che lavora nel settore pubblico, quelle collocate nei posti di potere sono poche. I sindacati dovrebbero chiedere ai datori di lavoro che il numero di donne manager sia in proporzione a quello delle lavoratrici nella stessa area. La pratica stessa del sindacato sarà giudicata sulla stessa base e comunque le donne partecipano alle decisioni e alle responsabilità del sindacato. Abbiamo ancora bisogno di comitati di esperti e di specialisti per fornire input e motivazioni sulla parità dei sessi. Ma è la responsabilità attiva degli organismi direttivi che assicura alle donne la rappresentanza negli organismi sindacali e per mettere la questione femminile all'ordine del giorno. Le strutture e le azioni sindacali non dovrebbero escludere la partecipazione delle donne.
Il recente studio della CES sulle donne e le decisioni nel sindacato "mette in luce l'inadeguata rappresentanza delle donne nelle strutture decisionali della grande maggioranza delle organizzazioni sindacali a livello nazionale ed europeo... C'è un divario davvero ampio tra la realtà e i propositi fatti dalle organizzazioni sindacali sulla parità di rappresentanza e di equa partecipazione di donne e uomini"


Obiettivi e mezzi
  • Gli organismi decisionali di ISP e FSESP si batteranno per ottenere la rappresentanza del 50% delle donne nel Comitato Esecutivo dell'IPS, EURA C e nel Presidium della FSESP per il 2000;
  • Rappresentanza delle donne equa e proporzionale in tutti gli altri organismi sindacali;
  • Lo sviluppo, l'uso e lo scambio di programmi di azione, indagine, casi di studio, ricerca, linee guida, codici di pratica e statistiche che promuovano la parità dei sessi;
  • Prospettive di genere riflesse in tutte le politiche degli affiliati ISP e CSESO, programmi, documenti e questioni negoziali;
  • Cambiamenti strutturali e costituzionali nelle organizzazioni sindacali per permettere alle donne di ottenere posti importanti ad ogni livello;
  • Strumenti transitori come le quote e le strutture femminili: Bisognerebbe dare alle donne una influenza reale sulle politiche e sulle decisioni;
  • Partecipazione delle donne alla contrattazione collettiva e a comitati importanti;
  • Formazione e guida delle donne nei sindacati


Conciliare lavoro e responsabilità familiari
L'ingresso delle donne nel mercato del lavoro deve essere seguito da un maggior coinvolgimento degli uomini nella cura dei figli e nelle altre attività domestiche. I lavoro retribuito e quello non retribuito devono essere divisi tra i sessi in modo più equo. La nascita dei figli e la maternità non devono portare alla discriminazione delle lavoratrici.
I livelli di protezioni e gli scopi sono diversi in Europa, ma le sindacaliste chiedono tutte la medesima cosa; il miglioramento dei servizi pubblici nel campo dell'assistenza all'infanzia, agli anziani e ai disabili in modo che sia gli uomini che le donne possano adempiere al loro dovere professionale.

Obiettivi e Mezzi
  • Congedi parentali retribuiti e non, inclusa una quota per il padre
  • Diritti di maternità speciali come permessi retribuiti per visite mediche e per allattamento al seno;
  • Orario di lavoro flessibile negoziato per entrambi i genitori;
  • Orario di lavoro più breve per entrambi i genitori se possibile come parte del congedo retribuito;
  • Sicurezza occupazionale durante il congedo parentale;
  • Diritto a un numero fisso di giorni ogni anno di permesso retribuito per la malattia dei figli;
  • Aumento delle risorse per i servizi pubblici, specialmente per la cura dei bambini, degli anziani e per i trasporti pubblici.


Diritti delle donne alla occupazione retribuita
Il mercato del lavoro sembra essere di genere neutro. Comunque, queste supposizioni di neutralità sul piano dei sessi ignorano che il mercato del lavoro è in realtà basato sul potere; riflette le priorità degli uomini e nasconde quelle delle donne. Ciò comporta due implicazioni essenziali per il mercato del lavoro: una segregazione orizzontale, cioè le donne e gli uomini hanno occupazioni differenti, e una divisione verticale nella quale le donne occupano le posizioni più basse. Un maggior numero di donne sono disoccupate, sottoccupate o in forme atipiche di occupazione e con minore sicurezza e vantaggi degli uomini. La pressione sulle finanze e sui bilanci è talvolta utilizzata per frenare il welfare state. Ciò porta ad una maggior perdita di occupazione per le donne che sono impiegate in grande numero nei servizi pubblici della sanità e sociali. A meno che non applichiamo una vera prospettiva in materia di parità, sia nei buoni che nei cattivi periodi, le donne perderanno più degli uomini.

Obiettivi e mezzi
  • Rinforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro
  • Lottare contro gli stereotipi sessuali in materia di scelta di istruzione e occupazione
  • Incoraggiare le donne e gli uomini ad occupare posti di lavoro non tradizionali
  • Misure volte a impedire la discriminazione delle donne nei licenziamenti collettivi
  • Assicurare che la ristrutturazione in corso dei servizi pubblici non colpisca ingiustamente le donne
  • Utilizzare la ristrutturazione nei servizi pubblici per migliorare la formazione delle donne e creare delle nuove possibilità di occupazione;
  • Includere il reclutamento, la promozione e la formazione delle donne negli accordi collettivi del settore pubblico
  • Politiche attive in materia di mercato del lavoro devono essere previste in modo che ne possano beneficiare sia le donne che gli uomini


    Condizioni dei salari e del lavoro
    In Europa, la retribuzione delle donne è inferiore a quella degli uomini, anche se si tiene conto di differenze come la formazione, la qualificazione, l'orario di lavoro e l'anzianità. Solo la discriminazione permette di spiegare questa differenza della retribuzione femminile. E' inquietante constatare che il divario salariale si amplia in alcuni paesi. Una remunerazione inferiore assicura uno statuto inferiore alle donne e una posizione più debole al lavoro. Questi fattori possono contribuire alla violenza sul lavoro alle molestie sessuali nei confronti delle donne. L'ambiente di lavoro delle donne è spesso trascurato e di conseguenza, c'è poca comprensione circa i problemi di salute e i pregiudizi legati al lavoro che colpiscono tipicamente le donne.


    Obiettivi e mezzi
    • Un salario uguale per un lavoro uguale con delle comparazioni all'interno e tra i luoghi di lavoro
    • Piani di valutazione dell'occupazione nel settore pubblico che riflettano il valore reale dell'occupazione femminile
    • Misure destinate a identificare la discriminazione salariale;
    • L'inclusione di disposizioni in materia di pari remunerazione comprendente rivendicazioni per delle misure attive negli accordi collettivi
    • Accordi destinati ad assicurare lo sviluppo della carriera e la formazione
    • Una organizzazione del lavoro che incoraggi lo sviluppo dei salari e favorisca l'accesso delle donne ai posti di direzione;
    • Migliori diritti in materia di protezione dell'occupazione; e diritti e agevolazioni pro rata per le forme di lavoro a tempo parziale e atipico;
    • Politiche volte a prevenire e trattare le molestie sessuali sul luogo di lavoro;
    • Migliori statistiche e ricerche in materia di salute femminile.

      Il dialogo sociale sul piano europeo

      La posizione dell'Unione Europea
      L'Unione europea ha preso molte iniziative volte a mettere in opera politiche destinate a rinforzare la posizione delle donne nel mercato del lavoro e nel processo decisionale. La parola d'ordine è la normalizzazione e l'integrazione di tali questioni in tutti i documenti e in tutte le politiche. Ciò è credibile solo se organismi specifici sono responsabili perché le questioni dell'uguaglianza non spariscano semplicemente dall'ordine del giorno.
      La legislazione e le politiche dell'Unione europea per l'uguaglianza dei sessi hanno contribuito a modificare positivamente la nozione di parità in certi Stati membri. Ma, attualmente, la Comunità manca di offensive legali maggiori che impegnino gli Stati membri. Molte importanti iniziative non hanno forza di legge, e noi dovremmo domandarci in ogni caso se noi consideriamo le misure adeguate o se dovremmo chiedere regole più rigide. Dovremmo anche vigilare perché l'Unione Europea fornisca informazioni e statistiche provenienti da livelli nazionali per sostenere le consultazioni tra partner sociali.


      Attività sindacali sul piano europeo
      Le priorità sindacali europee dovrebbero puntare dei campi nei quali abbiamo una possibilità di riuscita e/o che noi consideriamo di estrema importanza, come proposto in prima pagina. Noi possiamo identificare due di questi campi nei quali la Comunità non agisce. Il primo è che la concorrenza accresciuta del mercato unico e la maniera nella quale i criteri di convergenza dell'Unione Economica e Monetaria sono applicati, potrebbero colpire più le donne che gli uomini. L'altro è costituito dall'assenza di attenzione alle donne nelle politiche destinate a migliorare i servizi e l'accesso a questi ultimi.
      Nel dialogo sociale, la FSESP agisce attraverso la Confederazione Europea dei Sindacati (CES) in alcune questioni che toccano diversi settori. La FSESP agisce solo e con il sostegno della CES circa le questioni relative al settore pubblico. La FSESP dovrebbe partecipare attivamente ai network della CES sulle pari opportunità come deciso dall'Esecutivo della CES riunito a Ottobre 1995. Gli strumenti più evidenti dei quali disponiamo per affrontare direttamente le questioni relative alle donne sul piano europeo nei campi in cui sono occupate le donne, come l'amministrazione locale, i servizi sociali e sanitari, l'amministrazione nazionale e le imprese di servizio pubblico, sono i Comitati permanenti della FSESP. Le discussioni devono tener conto e contribuire alle posizioni generali della FSESP e della CES.


      Preghiamo i comitati permanenti di:
      • sviluppare loro propri programmi concernenti le pari opportunità;
      • affrontare tutte le questioni sollevate e di vedere in che modo affrontano o potrebbero migliorare la situazione femminile;
      • discutere le priorità e decidere piani di azione per sollevare tali questioni con le organizzazioni datoriali a livello europeo;
      • discutere con le organizzazioni datoriali con lo scopo di pervenire ad un accordo comune o a delle convenzioni che possano orientare i livelli nazionali e locali del dialogo sociale;
      • oltre al dialogo sociale, esercitare una pressione sugli uomini politici nazionali e i membri del Parlamento Europeo.
      • Valutare tutte le statistiche per sesso.