PREMESSA

Il primo Contratto Collettivo Nazionale di lavoro per i dipendenti delle aziende per l'edilizia residenziale pubblica aderenti a Federcasa si colloca nella fase di trasformazione degli ex IACP in enti pubblici economici.

Una trasformazione già avviata, sulla base di leggi regionali, in Veneto, in Lombardia ed in Liguria, che tende a fornire agli enti riformati strumenti operativi, finanziari e gestionali in grado di esaltarne i caratteri di efficienza ed economicità, oltre che a ridefinire il ruolo economico-sociale.

I nuovi enti, superando le riduttive concezioni del passato, dovranno sempre più caratterizzarsi come strumento per le politiche di sostegno alle condizioni di vita delle fasce sociali più deboli, ma anche come momento di sviluppo economico ed occupazionale e di riqualificazione dell'ambiente urbano.

Rispetto a tale processo, che si colloca all'interno di una visione dello Stato sociale rinnovata, il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro gioca un ruolo fondamentale, soprattutto nella sua fase di avvio: quella in cui, realizzatasi in alcune regioni la premessa legislativa della trasformazione giuridica degli enti, necessita che da tale premessa scaturiscano concretamente forme di organizzazione che, facendo soprattutto leva sulla valorizzazione delle risorse umane, mettano le aziende in grado di fronteggiare i nuovi compiti.

Il CCNL-Federcasa 1998-2001 si propone di favorire tale processo, che proprio nel quadriennio della sua validità dovrà compiere i passi fondamentali. Si pone inoltre come riferimento certo per le regioni che non hanno ancora intrapreso la via della riforma, spesso frenate proprio dalle incognite della trasformazione sotto l'aspetto del modello contrattuale da assumere.

Questa è anche la chiave di lettura delle soluzioni adottate dal Contratto per i diversi istituti giuridici ed economici, significativamente innovative ma, nel contempo, attente ad evitare forzature rispetto ad un processo appena iniziato.

Il CCNL 1998-2001 stabilisce quindi i trattamenti giuridici ed economici propri di una fase di transizione, destinata a compiersi con il raggiungimento di una piena maturità aziendale, da parte dei nuovi enti cui dovrà corrispondere, pur senza trascurare le specificità del settore, un più alto livello di omogeneizzazione con le realtà contrattuali delle altre Federazioni di ambito CISPEL.

Questa premessa non può concludersi senza far cenno al confronto serrato che, in corso di trattativa, ha caratterizzato il tema dell'orario di lavoro.

Al riguardo si sono a lungo contrapposte due posizioni: quella di Federcasa che mirava alla omogeneizzazione con le altre Federazioni CISPEL sul livello di 38 ore settimanali; quella delle parti sindacali che insistevano sull'avvio di un processo di riduzione a 35 ore.

Risolutiva è stata, infine, la comune concezione del primo CCNL Federcasa come contratto "ponte", che, in questa fase, non interviene sulla soluzione di un problema così delicato da coinvolgere, in questo momento, il potere legislativo ed i livelli di massima responsabilità delle parti sociali.

Si è così convenuto di non innovare al riguardo, lasciando invariato, il livello orario di 36 ore del CCNL di provenienza, ma impegnandosi le parti a riesaminare il problema, avuto riguardo alle rispettive autonome posizioni, che non possono prescindere, in questa materia, dalla appartenenza confederale di ciascuna delle parti stipulanti, in un'ottica di promozione e sviluppo dell'occupazione. Una verifica a tale riguardo sarà comunque effettuata al termine del primo biennio di validità contrattuale.