ORDINE DEL GIORNO N. 2 

DELEGA AMBIENTALE 
 

  L’8° congresso CGIL FP esprime il suo più netto dissenso e la più profonda preoccupazione sul decreto legislativo, attuativo della delega ambientale, approvato nella scorsa settimana dal Governo, che distrugge tutta la legislazione esistente a tutela dell’ambiente e dei lavoratori dei settori interessati.

  Il testo del provvedimento è stato adottato, con una procedura antidemocratica che ha rifiutato lungo tutto il percorso qualsiasi confronto di merito;  contro il parere di tutte le Organizzazioni sindacali, di tutte le associazioni ambientaliste e di quasi tutte le associazioni di categoria, contro il parere delle Regioni che ricorreranno alla Corte costituzionale.           

La controriforma:

  • va a vantaggio di chi guarda all’ambiente come limite e problema da superare per lo sviluppo economico e non come valore prezioso da salvaguardare, prevedendo l’abbassamento degli standards di qualità esistenti a tutela dell’ambiente;
  • riscrive il concetto di rifiuto, svuotando il principio di precauzione e responsabilità solidale, derubrica il reato di abbandono e, più in generale, di danno ambientale, introducendo il concetto  che “chi inquina non paga”, senza contare la possibile ricaduta data dalla gestione illecita dei rifiuti stessi da parte della criminalità organizzata che avrà a disposizione leggi meno vincolanti;
  • Introduce commistioni e sovrapposizioni fra i diversi livelli istituzionali, operando di fatto una completa deresponsabilizzazione dei soggetti preposti alla difesa dell’ambiente; cancella la  partecipazione delle comunità locali, in particolare per quanto attiene alla programmazione ed autorizzazione dei nuovi impianti e discariche e la verifica ,attraverso l’adozione della carta dei servizi, come elemento di riscontro della qualità del servizio svolto alle comunità.
  • distrugge anni di politiche industriali del settore dell’igiene ambientale, che avevano portato alla crescita di aziende sane, di servizi di qualità e di tutele contrattuali per gli operatori e le operatrici del settore, che avevano al centro la ricomposizione del ciclo integrato dei rifiuti.
  • infatti, la mancanza completa di qualsiasi criterio per la qualificazione delle imprese di smaltimento è il tratto evidente delle “caratteristiche” che le stesse dovranno avere;
  • la frantumazione del ciclo produrrà prevedibili dumping contrattuali, peraltro già contenuti nel provvedimento che cancella di fatto tutte le “clausole sociali” conquistate nel settore, a tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.

 

            La FP CGIL ritiene importante proseguire nell’azione di opposizione al decreto, con tutti gli strumenti disponibili, a partire dalla richiesta al nuovo Governo di totale abrogazione del provvedimento.