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Quesito

S
ono una giovane specialista in Psichiatria ed avrei bisogno di un vs. chiarimento in merito ad un aspetto di legge non molto chiaro.
Ho appena ricevuto comunicazione per un incarico a tempo determinato presso una struttura sanitaria nazionale ed ho dato la mia disponibilità in merito.
Allo stesso tempo avendo comunicato di aver un figlio di 5 mesi e mezzo mi hanno informato sul fatto che la legge prevede lo svolgimento delle mansioni in tempo ridotto circa 4,5 ore al giorno contro le 8 normali.
Per me non ci sarebbe alcun problema a svolgere l'orario per intero, ma sembrerebbe che ciò non sia possibile poichè l’azienda sanitaria è tenuta al rispetto della norma.
Potreste darmi delucidazioni sulla legge ed anche se esistono possibilità di poter svolgere l'orario per intero, non avendo problemi con il bimbo neanche di allattamento avendo cominciato lo svezzamento.
Ringrazio in anticipo dei consigli che mi darete e che potrei presentare alla direzione sanitaria al fine di perorare la mia disponibilità.
 

risposta


In premessa appare opportuno chiarire che le 38 ore settimanali previste dal CCNL, sia con la sottoscrizione di un contratto a tempo determinato, sia a tempo indeterminato, qualora ripartite su 6 giorni, comportano un orario giornaliero di 6 h e 20 minuti; 

Conseguentemente, il diritto ad usufruire delle 2 ore al giorno per allattamento retribuite, comporta l’obbligo di un orario lavorativo contrattuale giornaliero massimo di 4 ore e 20 minuti. 

Se invece l’orario settimanale viene ripartito su 5 giorni, comporta un impegno orario giornaliero di 7 ore e 12 minuti, decurtato di 2 ore al giorno per tutto il periodo di allattamento (anche se il latte è artificiale). 

In ambedue i casi il contratto sottoscritto è da ritenersi a tempo pieno.