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COMUNICATO STAMPA

DI Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici - Medicina Generale 

Antitrust, il numero dei medici di famiglia non deve essere ridotto.

 

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato chiede alla Regione Toscana di correggere  le norme dell’accordo regionale che hanno innalzato il rapporto ottimale dei medici di famiglia  e che limitano la pubblicazione delle zone carenti. Certo non è un intervento coercitivo (e non potrebbe esserlo) ma è politicamente ineludibile.

 

L’autorevole parere dell’Antitrust, pubblicato nel Bollettino del 17 luglio, è inequivoco.

L’incremento del numero ottimale incide negativamente e significativamente sull’accesso alla attività di medico di famiglia, quindi colpisce e nega i diritti dei medici. Riduce ingiustificatamente i medici di famiglia e di conseguenza limita la scelta del medico da parte dei cittadini, e li costringe a rivolgersi a  medici con un numero elevato di assistiti. Riduce la concorrenza  e quindi peggiora la qualità del servizio sanitario pubblico, cioè lede gli interessi dei cittadini.

La qualità, sostiene l’Autorità, può essere garantita solo da una concorrenza effettiva e potenziale, data dalla disponibilità di un numero di medici di famiglia, in condizioni di acquisire assistiti,  più ampio possibile.

 

Le  motivazioni addotte dalla regione Toscana sono state giudicate inidonee a giustificare la restrizione: non si migliora l’efficienza organizzativa e non si contiene la spesa. E se si vuole davvero un medico di famiglia a tempo pieno bisogna agire senza incidere sull’accesso alla professione. Aggiungiamo noi: si può abbassare il massimale.

 

  Naturalmente il discorso vale anche per le altre Regioni che hanno seguito il cattivo esempio della Toscana (Friuli, Emilia Romagna, Calabria, Veneto, ecc.) ed alle quali notificheremo questo intervento dell’Antitrust chiedendone il rispetto.

 

Come si vede ha fatto bene la FP CGIL Medici a non firmare quell’accordo e a richiedere l’intervento dell’Antitrust. Ci auguriamo che almeno adesso la Regione Toscana (e le altre) voglia chiudere questa non edificate pagina politica riconvocando immediatamente il tavolo per correggere queste disposizioni evidentemente errate e fuori tempo: non è accettabile che mentre in Italia si cerchi di allentare i lacci delle lobbies, la Toscana ed altre Regioni si muovano contromano rafforzando piccole lobbies interne alla categoria a scapito del resto dei medici e soprattutto dei cittadini.

 

Roma, 19/07/2006