Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Finanziaria, no alla bomba Onaosi contro i medici pubblici

 

Nella Finanziaria è stata collocata la bomba Onaosi, che, se non sarà disinnescata, colpirà circa 130.000 medici, veterinari e farmacisti, dipendenti della sanità pubblica, con possibili ricadute negative sia per l’assistenza a 4.000 orfani, che per gli oltre 200 lavoratori della Fondazione. 

La Finanziaria prevede infatti che il contributo obbligatorio alla Fondazione Onoasi sia dovuto solo dai sanitari dipendenti pubblici, mentre attualmente è a carico di tutti gli iscritti agli Ordini professionali interessati, circa 450.000 professionisti. 

L’estensione della contribuzione obbligatoria a tutti i sanitari, avvenuta nella finanziaria 2003, ha portato nel 2004 ad una modifica dello statuto da parte della stessa Onaosi, che ha consentito progetti di ingrandimento. Le attività sono andate oltre i fini istituzionali originari, a partire dall’apertura di una residenza per i contribuenti anziani, anche a pagamento, dall’estensione dei benefici anche ai figli dei contribuenti cessati dal servizio, e dalla possibilità di fruizione delle prestazioni, a pagamento, da parte dei figli di sanitari viventi ed abili, dei coniugi e degli stessi sanitari. Contemporaneamente sono arrivate le nuove cartelle esattoriali ed i procedimenti di riscossione coattiva, portando ad una protesta generalizzata, ed all’emendamento alla finanziaria, condiviso tra maggioranza ed opposizione. 

L’approvazione definitiva in Senato, determinerebbe una situazione paradossale e drammatica. Gli orfani sarebbero discriminati da una legge dello stato, a seconda del rapporto di lavoro del sanitario contribuente, e gli impegni assunti dalla Fondazione, sulla base delle entrate preventivate, potrebbero essere mantenuti solo a fronte di una maggiorazione della tassazione obbligatoria dei sanitari pubblici, che può essere decisa da 23 Consiglieri di Amministrazione di una Fondazione privata.                       

            E’ inaccettabile qualsiasi ricaduta negativa, a partire da un innalzamento della quota contributiva obbligatoria, per i medici pubblici, che hanno sempre dimostrato uno spirito solidaristico, contribuendo fin dal 1901, all’assistenza degli orfani dei sanitari più bisognosi. 

I medici, veterinari, farmacisti ed odontoiatri, dipendenti pubblici, non dovranno pagare per responsabilità e colpe di altri.  

Chiediamo pertanto che il Senato intervenga sulla norma, impedendo qualsiasi onere aggiuntivo per i sanitari pubblici dipendenti, assicurando una gestione della Fondazione trasparente ed appropriata, che possa garantire il condiviso e nobile fine istituzionale di prendersi cura degli orfani più bisognosi, salvaguardando i livelli occupazionali e professionali dei lavoratori della Fondazione.

 

Roma, 20 novembre 2006