Dichiarazione di Massimo Cozza, segretario nazionale FP CGIL Medici 

Medici pubblici evasori, no grazie

 

I primi risultati dell’operazione C.a.m.i.c.e. (Controllo Attivita' Medica Intramuraria per il Contrasto dell'Evasione), attivata in Liguria dall’Agenzia delle Entrate e pubblicizzata sullo stesso sito dell’Agenzia, indicano che il 40% dei medici ospedalieri che esercitano la professione in modalita' intramuraria presso cliniche o studi privati, non ha emesso una o più ricevute nell’arco della giornata controllata.

In alcuni casi particolarmente eclatanti, il "tasso di mancata emissione" ha raggiunto il 30-40 per cento nell'arco dell'anno, con punte superiori al 60 per cento.

I verificatori del fisco hanno effettuato controlli incrociati anche sull'esistenza dei requisiti per svolgere tale tipo di attivita', sulla compatibilita' degli orari delle prestazioni libero-professionali con il servizio presso le strutture pubbliche e sulla regolarita' dell'autorizzazione.

La direzione regionale dell'Agenzia delle Entrate segnalera' i risultati dell'indagine alle Asl e alle Aziende ospedaliere, in quanto strutture potenzialmente danneggiate dal comportamento dei medici. In diversi casi sono in corso indagini bancarie, per individuare irregolarita' non emerse dai primi controlli, cosi' come sono in essere ulteriori approfondimenti relativi all'intera operazione.

 

Purtroppo anche questa volta avevamo ragione noi a chiedere una nuova etica e trasparenza nella libera professione intramuraria, ed in particolare in quella allargata.

Adesso il rischio è che i medici pubblici siano additati all’opinione pubblica come “evasori”.

Non è così per gran parte dei medici pubblici, tra i quali peraltro solo il 50% svolge attività libero professionale, e per questo dobbiamo far sentire la nostra voce, senza far finta, come fanno altri, che tutto va bene, che le normative ci sono, che si vuole eliminare il diritto alla libera professione, etc.

Noi vogliamo difendere e valorizzare il medico che sceglie di lavorare esclusivamente negli ospedali e nei servizi territoriali pubblici, con la possibilità di poter esercitare la libera professione intramuraria, con una chiara ed effettiva regolamentazione che tuteli i cittadini e gli stessi medici.

Alle nuove modalità di regolamentazione dell’esclusività e dell’esercizio della libera professione intramuraria, dovrà corrispondere una rivalutazione economica della indennità di esclusività, da estendere a tutti i medici pubblici, e non solo ai primari, considerando che da circa 7 anni non ha avuto alcun aumento.

 

 

Roma, 2 ottobre 2006