COMUNICAZIONE STAMPA
DI Nicola Preiti, coordinatore nazionale FP CGIL Medici medicina generale

 

Si al pubblico confronto con la stampa specializzata tra tutte le OO.SS. firmatarie dell’ACN per la medicina generale ed il non firmatario Snami.  

Non per stabilire chi vinca la sfida, per knock-out o ai punti, ma per chiarire cosa è meglio fare nell’interesse dei medici del settore e dei cittadini.

Non dimentichiamo che i problemi della categoria non si esauriscono in essa, ma si ripercuotono indubitabilmente sui cittadini. Le cure primarie fornite dal SSN sono un loro patrimonio che come categoria dobbiamo essere i primi a difendere. 

Anche la FP CGIL Medici si è costituita (autonomamente ed a proprie spese) al TAR Lazio contro il ricorso presentato dallo Snami. Siamo stati costretti, non per difendere la bandiera della firma, ma perché tutto si può dire tranne che quel ricorso possa portare un qualunque beneficio alla categoria: se si dovesse perdere il punto fermo dell’accordo raggiunto, sarebbero compromessi tutti i benefici ed i progetti in esso contenuti, no arretrati, no aumenti, no accordi regionali (con annessi e connessi).

Si finirebbe in una deriva con disorientamento ed indebolimento della categoria.  

Chi dice poi che le risorse presenti nell’attuale accordo siano ancora disponibili? Oggi le risorse dell’Accordo sono indiscutibilmente garantite dalla firma della Conferenza Stato-Regioni.

La sofferenza economica in sanità, puntualmente declinata dalla Corte dei Conti, riguarda il sottofinanziamento del SSN, ma di questo bisogna parlarne con il Governo, e le Regioni lo stanno facendo da tempo. 

E ancora, i tempi: se sciaguratamente si dovesse bloccare questo accordo, un altro accordo si potrebbe avere prima di sei mesi, quando questo sarà scaduto? E gli accordi regionali a quando slitterebbero?

Cosa c’è di tanto micidiale in questo accordo, che lo Snami non abbia già condiviso nel 270/2000,  che in sei mesi possa portare al disastro? Cosa c’è di così grave da preferire di pagare il  costo altissimo del suo blocco? francamente non si capisce. 

Sarebbe meglio lavorare insieme per definire al più presto gli accordi regionali e poi andare, con l’inizio del nuovo anno, all’apertura della trattativa per il normale rinnovo dell’accordo.  

Per quanto riguarda il criterio di rappresentatività regionale contenuto nell’Accordo, è di inclusione non di esclusione: non avremmo quindi, come FP CGIL  Medici, nulla da eccepire se gli amici dello Snami si concentrassero per essere ammessi alle trattative regionali: le cure primarie necessitano dell’apporto costruttivo di tutti, è utile comprendere le istanze e le motivazioni di ogni parte  della categoria. 

Abbandoniamo quindi la via giudiziaria del confronto sindacale e riprendiamo il dibattito delle idee all’interno della categoria con spirito costruttivo e con il necessario rispetto reciproco: ne beneficeremo tutti. 

Roma, 17/06/05