COMUNICAZIONE STAMPA  di

NICOLA PREITI, coordinatore nazionale medicina convenzionata FPCGIL Medici

GIOSUE’ DI MARO, responsabile nazionale emergenza sanitaria FP CGIL Medici

 

LA FP-CGIL MEDICI PER LA IMMEDIATA ISTITUZIONE 
DELLA SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA DI EMERGENZA

 

Non riesce a trovare soluzione il problema della istituzione della Specializzazione in Medicina di Emergenza.

Nonostante la mobilitazione delle OO.SS. rappresentative dei medici, delle Società Scientifiche, e del buon senso,  la scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza non riesce a vedere la luce.

Non c’è un motivo al mondo che possa giustificare questa non scelta. 

La vicenda è ormai nota. L’esigenza di una Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza è fissata da una direttiva comunitaria del 1998, ed ha ricevuto parere favorevole dal CUN e dal Consiglio Superiore di Sanità: perché allora non viene istituita?   

Perché, per esercitare qualunque professione medica ci vuole una specializzazione (oltre alla laurea) che duri almeno quattro anni, per fare l’O.S.S. (operatore socio-sanitario) diciotto mesi e per fare il medico di emergenza deve bastare una formazione della durata di quattro mesi? 

Non dovrebbe essere una pretesa del Sistema quella di avere medici altamente qualificati e con una formazione adeguata? Siamo al paradosso che sono i medici a rifiutare le scorciatoie e pretendere più formazione. Evidentemente gli altri non si rendono conto di cosa significhi operare ogni giorno nelle Centrali Operative del 118, sulle ambulanze e sui mezzi di soccorso avanzati, nei Pronto Soccorso e nei Dipartimenti di Emergenza Accettazione, intervenendo efficacemente su  eventi acuti non differibili che mettono a rischio la salute e la vita del cittadino.  

Al centro di questo sistema opera il medico di Emergenza Sanitaria che, nell’ambito della organizzazione dipartimentale dei servizi, costituisce la cerniera tra comparto extraospedaliero ed ospedaliero e che, con approccio multidisciplinare, gestisce il percorso assistenziale. Ma non ci può essere qualità senza adeguata formazione del personale. 

Certo non istituire una scuola di specializzazione non serve  a risollevare le finanze della Nazione, evidentemente accontenta una piccola lobby a danno di tutti i cittadini oltre che dei medici del settore.  

Dopo questo ennesimo grido di allarme attendiamo risposte dal ministero della salute e dal MIUR, ma soprattutto un fatto:l’istituzione della scuola di specializzazione in emergenza sanitaria.  

 Roma, 7 giugno 2005